MI AMI 2019: manuale di sopravvivenza

Il 24-25-26 Maggio andrà in scena a Milano una nuova edizione del Mi Ami Festival” con lo slogan “musica importante a Milano – Festival della musica bella e dei baci”, presso l’Idroscalo di Milano.

Il format del Mi Ami nasce nel 2005 su iniziativa di Rockit.it e si caratterizza per la presenza di artisti afferenti a vari generi musicali, ma accomunati dall’essere parte di produzioni indipendenti.

L’edizione di quest’anno, tuttavia, ad oggi non ha convinto molto, guardando alla sola line-up.

Sembra quasi che, dopo aver assemblato un primo giorno spaziale, la fantasia o le possibilità di artisti disponibili siano venute meno.

Sicuramente la definizione della line up in questo modo sia dipeso molto dalla disponibilità degli artisti in quel periodo, che risulta essere caldo poiché utilizzato per terminare la preparazione dei rispettivi tour estivi, ma vi è comunque delusione.

C’è delusione perché, se negli anni scorsi ci siamo abituati a vedere, nella stessa edizione, nomi del calibro de I Cani, Calcutta, Cosmo, Sfera Ebbasta, Gazebo Penguins, Noyz Narcos, The Giornalisti, Ministri, Iosonouncane, Pop X, Izi, quest’anno troviamo qualcosa in meno.

La presenza di Miss Keta, Coma Cose, Franco 126, Giorgio Poi, Eugenio in Via Di Gioia, Nitro, Luca Carboni, Motta, Venerus, Frenetik&Orang3, Mahmood certifica qualità, ma sono solo una goccia nell’oceano dell’intera line up.

Il risultato è il seguente: venerdì 24 si trasforma in un giorno bomba, da non perdere, mentre sabato e domenica rimangono in piedi solamente per Miss Keta, Nitro, Mahmood e Luca Carboni, con tutti il rispetto per la restante line up.

Sarà presente anche Riccardo Sinigallia, riempito di complimenti per aver curato magnificamente la colonna sonora del film Netflix Lo Spietato con Riccardo Scamarcio.

Ogni festival indipendente, come è giusto che sia, viene strutturato chiamando 3 o 4 nomi di spessore, circondati da artisti emergenti per farli conoscere al grande pubblico, ma forse in questo caso si è un po’ esagerato.

Al MI AMI, dal 2006, è stato legato anche il MI FAI, uno spin off del festival in cui arte e musica si combinano tra loro, per dare voce e melodia ai disegni degli artisti, un’idea davvero geniale.

Da quest’anno si aggiungerà anche il MI PARLI, “il primo palco senza musica del festival”, uno spazio completamente dedicato allo storytelling, in cui prenderanno la parola gli scrittori del momento, ma anche gli artisti presenti e chiunque vorrà, essendo un palco open mic.

Insomma, se la line up non risulta al 100% convincente, l’edizione 2019 del Mi Ami si difende bene grazie ai suoi spin off, nati dalla menti poliedriche degli organizzatori, pronti sempre a fornire diversi canali d’espressione all’arte in tutte le sue forme.

Sarà una tre giorni da non perdere, perché probabilmente il Mi Ami è diventato l’appuntamento che lega la fine dei concerti primaverili con l’inizio dei caldi tour estivi e bisogna esserci assolutamente per prepararsi a tre mesi di fuoco.

Paride Rossi