McKennie in ascesa, tutto sul texano della Juventus

Calcio o football americano? Da questa domanda, parte la carriera di Weston Mckennie.

Texano, nato il 28 agosto del 1998, Weston da bambino era un ottimo prospetto del calcio così come del football americano. Poi la scelta, il trasferimento in Europa, la Juventus.

Dallas e Germania

Il legame tra Mckennie e la Germania c’è sempre stato, è forte. Weston infatti è costretto a lasciare il suo Texas all’età di cinque anni per motivi di lavoro del padre, diretto proprio in Germania. Da bambino il calciatore della Juventus era fortemente propenso ad una carriera nel football americano, ma qualcosa cambiò presto.

“Ci siamo trasferiti dove non c’era il football, e ho conosciuto il calcio. L’allenatore mi ha introdotto a questo sport”. Poi tornato in America dovevo scegliere tra il pallone e il football americano. A 11 anni ho preso la mia scelta definitiva, ho detto a mia mamma che avrei puntato sul calcio.”

La scelta è dunque ricaduta sul calcio e sull’FC Dallas Academy, una delle migliori franchigie calcistiche degli USA. Dallas, dove il texano mostra da subito le sue doti migliori. Lui è un ‘98, ma già in adolescenza giocava spesso con i ’96 perché era il migliore del suo gruppo.

Personalità, corsa, grinta: tutte caratteristiche che vediamo oggi nel calciatore della Juventus, ma che aveva già da bambino.

Mckennie si fa notare presto, tanto da entrare nel giro delle selezioni giovanili della Nazionale USA nel 2013. Tre anni più tardi per Weston si apriranno le porte dell’Europa, nuovamente in Germania. Per lui infatti inizia l’avventura Schalke 04.

                                                                                                                                                                                                          Ralf Treese / DeFodi Images / Getty Images

 

Notato dai talent scout tedeschi alla Slovakia Cup con l’U19 statunitense, Weston Mckennie colpisce immediatamente. Approfittando del mancato rinnovo del contratto con il Dallas, il texano torna nella “sua” Germania.

Per lui inizialmente lo Schalke riserva alcuni mesi nelle giovanili, fino all’esordio in Bundesliga, a fine campionato. Da quel maggio del 2017 Mckennie diventa sempre più importante per la prima squadra. Il ragazzo cresciuto nel Dallas si dimostra un vero e proprio jolly, risultando comodo in ogni ruolo. Nei suoi anni in Germania, nei casi di emergenza, Weston veniva infatti regolarmente impiegato anche da difensore centrale, terzino, trequartista. Lui che di ruolo sarebbe un mediano classico.

“Ho già dimostrato di poter giocare sostanzialmente in ogni ruolo. Posso giocare ovunque, a parte in porta. A meno che me lo chieda il mister.”

Negli anni di Domenico Tedesco sulla panchina dello Schalke, McKennie ha giocato qualche partita addirittura da punta. Sempre con la stessa disinvoltura che lo contraddistingue.

L’estate scorsa per Weston è molto particolare. Dopo anni intensi di Schalke, lo storico club di Gelsenkirchen riversa in condizioni economiche disastrose a causa della pandemia dovuta al COVID-19. Bisognava dunque vendere. Mezza Premier tratta per il texano, ma a sorpresa spunta la Juventus.

Dal nulla, al centro di altre voci di mercato, esce il nome di Weston McKennie. Trattativa lampo, ma in realtà la Juventus lo osservava da tempo. Prestito con diritto di riscatto e il ragazzo ex Schalke 04 arriva subito a Torino.

Voluto da Pirlo, Mckennie viene scelto dalla Juventus grazie ad una serie di parametri, racchiusi in una lista che conteneva nomi più altisonanti del panorama calcistico europeo (Thomas Partey). Il texano sembra essere il calciatore perfetto per l’idea di gioco del nuovo allenatore bianconero. Corsa, inserimento, recupero palla, cambio passo. In una serie di valori che comprendevano questi aspetti, McKennie risulta essere a sorpresa uno dei migliori in Europa, da qui la scelta della Juventus.

L’operazione che porta McKennie alla Juventus è molto criticata. In particolare, l’americano chiaramente occupa uno slot da extracomunitario, l’unico possibile per la Juventus. Da questo nasce l’impossibilità di tesserare Luis Suarez, e tutto ciò che ne deriva dopo.

Complice “il posto occupato”, ma anche la poca conoscenza verso il calciatore da parte dei più, McKennie entra alla Juventus in punta di piedi, quasi come fosse un anno di prova, come dirà lui stesso al momento dell’arrivo. Poi si inizia a conoscere meglio il calciatore, la corsa, gli inserimenti. Per quanto sia un calciatore di quantità, McKennie ha una qualità non comune per un mediano, oltre ad una discreta visione di gioco.

Intercetta velocemente, innesca, si inserisce. Andrea Pirlo ha capito rapidamente le sue qualità e nel giro di due mesi Weston ha ormai scalato le gerarchie:

“È un giocatore con grande corsa e voglia, ha ampi margini di miglioramento però l’inserimento è        sicuramente una delle sue doti principali”, dice Andrea Pirlo ai microfoni di JTV, e conclude: “Sta migliorando e può fare ancora meglio”.

L’inserimento, quella qualità che ha permesso a Weston di segnare un grande gol al Camp Nou, mandando in estasi l’ambiente Juve.

Ma non solo. Il gol, il più importante ad oggi nella carriera di McKennie, ha avuto un impatto notevole anche negli Stati Uniti, dove Weston è stato celebrato tramite i profili social di chi ha visto crescere questo ragazzo. In particolare il Dallas pubblica una foto di Mckennie bambino con la loro maglia, confrontato all’istantanea del gol al Barcellona.

“Come è cominciato, come sta andando”, chiude il post, dimostrando tutto l’orgoglio nel vedere un proprio giovane cresciuto nel vivaio fare così bene in Champions League.

 

 

Seppur giovanissimo, McKennie è un nome di assoluto rilievo per gli Stati Uniti. Già leader della propria Nazionale, Weston non è solo ammirato per le sue doti in campo. Il calciatore della Juventus è da mesi uno dei principali ambasciatori nella lotta al razzismo.

In occasione della partita contro il Werder Brema dello scorso 30 maggio, pochi giorni dopo la morte di George Floyd a Minneapolis, McKennie fu il primo sportivo a lanciare un messaggio antirazzismo. Weston scese in campo con una fascia nera, con la scritta emblematica: “Giustizia per George Floyd”.

Il gesto ha poi avuto molto seguito in tutto il mondo.

Personalità dunque, la stessa che mette in campo ad ogni partita. Tanto cuore, grinta, che a molti ha ricordato il primo Arturo Vidal. Ad altri addirittura Davids. Ci sarà tempo per valutarlo, i paragoni fatti sono importanti. Il suo riferimento è niente meno che Francesco Totti, suo idolo.

Certo è che la Juventus non se lo farà scappare. McKennie è infatti, come detto, attualmente in prestito fino alla fine della stagione. Occorrono 18 mln per riscattare dallo Schalke il primo calciatore americano della storia della Juve, una cifra che sta dimostrando di valere ampiamente.