malifesto di malika ayane

Malifesto di Malika Ayane insegna che si può fare ancora pop di qualità

Il primo ascolto di Malifesto di Malika Ayane è una gioia da concedersi a fine giornata davanti ad un avvolgente calice di vino. Il nuovo album della Ayane è un’intensa immersione vortiginosa di emozioni calde che rispolverano tratti dell’animo e la necessità di manifestarle. Dieci tracce in cui riconoscersi anche quando intorno tutto è frenetico, tutto cambia e gli stati d’animo restano assopiti, ma uguali.

Malifesto di Malika Ayane può paragonarsi ad un vernissage di stati d’animo che l’autrice ha deciso di manifestare cantando. Se tutto questo può sembrare troppo sofisticato, bisogna ammettere che è vero. Al Festival di Sanremo con “Ti piaci così”, traccia contenuta in Malifesto, la cantante ci aveva dato un forte indizio su quale sarebbe stata la direzione di quest’album. Diffidate, però, da tutti coloro che vogliono connotare quest’album sofisticato come qualcosa di negativo. Malifesto riconferma la capacità di Malika di chi in Italia sa fare pop di qualità, riuscendo anche inaspettatamente a portare in cima alle classifiche brani che si trasformano in dischi di platino. Vi ricorda qualcosa il suo ultimo tormentone “Senza fare sul serio”?

Nel suo sesto lavoro discografico Malike Ayane sposta lo sguardo verso una strada poco battuta. Si avvicina a riferimenti di cantautorato contemporaneo dalle sonorità ricercate e dai toni diversi dalle scelte dei più. Una combinazione che insieme alla sua voce si amalgama e inevitabilmente scalda all’ascolto.  Scopriamo o riscopriamo quel tocco della scena francese e belga che ben si adattano al backgrounf dell’Ayane. Una produzione volutamente minimale che rispettasse l’estetica elegante prefissata e lasciasse spazio alla voce di Malika Ayane, che ha una timbrica unica, calda.

Il suono è principalmente composto da batterie strette registrate con pochissimi microfoni, filtrate nei simulatori di nastri e Vinile e Drum Machine come la Linn o la CR78 che creano il tappeto ritmico. Il basso Hofner crea un disco “bassocentrico”. Pochissime chitarre elettriche, mentre viene dato più spazio a strumenti acustici a corda come la chitarra classica, l’ukulele, la chitarra acustica e l’AutoHarp. Per i tasti la scelta è caduta su pianoforte verticale, Clavi, Rhodes e synth come Juno 60, Jupiter, il tutto abbracciato da tappeti di Mellotron e Archi.

Malifesto di Malika Ayane si compone di 10 brani scritti e composti insieme a nomi ricercati del panorama italiano: PacificoAntonino Di Martino, Alessandra Flora, Leo Pari, Colapesce, Antonio Filippelli, Daniel Bestonzo e Rocco Rampino.

Il viaggio di Malika Ayane parte da “Peccato Originale”, l’amore irrazionale. Prosegue con “Ti piaci così”, brano sul riconoscersi e celebrarsi per essere al mondo. Da “Telefonami”, il sapore malinconico di un amore appeso nonostante il tempo e la distanza. La tracklist continua con il racconto della maturità in “Come sarà” e la celebrazione dell’agire nonostante le avversità in “Per chi ha paura del buio”. Sesto brano del disco è “Mezzanotte”. Seguono il bisogno di vivere senza sovrastrutture descritto in “A mani nude”, la necessità di splendere raccontata in “Brilla”, il bisogno di sciogliere le catene in “Formidabile” e, infine, la consapevolezza di esserci raccontata in “Senza Arrossire”.

Con testi molto forti ed intensi c’è da chiedersi come mai la scelta per Sanremo sia ricaduta su “Ti piaci così”!

Benito Dell'Aquila