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Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte: la nostra recensione

Al teatro Elfo Puccini di Milano dal 4 al 16 maggioLo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è l’omonimo adattamento per la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, del romanzo di Mark Haddon.

Si tratta di uno spettacolo in coproduzione tra Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Torino: lo spettacolo più visto nella storia del Teatro Elfo Puccini.

Con la riapertura dei teatri anche noi di Social Up abbiamo avuto l’occasione di assistere alla sua rappresentazione.

La storia raccontata è quella di Christopher (Daniele Fedeli), un quindicenne autistico, il quale, dopo aver scoperto l’uccisione di Wellington, il cane della vicina, decide di indagare cominciando a fare domande in giro.

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte - La Recensione dello spettacolo | Teatro.it

Nonostante le sue resistenze nell’avvicinarsi agli estranei e diverse difficoltà, tra cui i divieti del padre, Christopher è più che mai deciso a fare luce su questo mistero…Ben presto la sua caparbietà e la sua stringente capacità analitica lo porteranno a scoprire molto di più e a comprendere che il caso di Wellington si intreccia con vicende che gli sono molto vicine…

Spettacolo di indubbia qualità registica e attoriale, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte ha il grande merito di riuscire a far immedesimare lo spettatore, di farlo immergere con consapevolezza, tramite un intrattenimento leggero, ma anche profondo, lì dove indaga l’emotività, nella peculiare dimensione del protagonista Christopher: una dimensione unica, caratterizzata da intransigenti regole da rispettare, al punto da diventare facilmente una barriera, non facile da oltrepassare per avvicinarsi al ragazzo, che non tollera il contatto fisico e ha difficoltà a rapportarsi con gli estranei.

Il mondo di Christopher è disvelato sul palco non solo grazie alla grande interpretazione dell’attore protagonista e di tutto il cast, ma anche per mezzo di un allestimento scenico essenziale nella forma, ma molto ben congeniato, di grande impatto sullo spettatore.Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (Teatro dell'Elfo) | Teatro.it

Come fosse una grande pagina di diario, lo stesso in cui il protagonista scrive la sua storia su suggerimento dell’insegnante (Elena Russo Arman) il palco si anima attraverso le indagini di Christopher e i suoi dialoghi con i personaggi coinvolti nello strano caso.

Il tono è giocoso, come quello di una storia d’avventura di un ragazzino in cerca della verità (emblematica la scena in cui l’interrogatorio dei personaggi è gestito come una giostra di “maschere”, pronte a rispondere alle sue domande); ma, soprattutto nella seconda parte della rappresentazione, non mancano toccanti nodi cruciali drammatici che sono enfatizzati con grande cura dalla regia e dalla recitazione degli attori.

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte - Elfo Puccini

L’ironia presente non sminuisce la verosimiglianza nel descrivere cosa si provi ad essere autistici e ciò è un gran merito.

Tra le caratteristiche “vincenti” dello spettacolo vi è senza dubbio l’approccio multimediale e interattivo, lì dove si utilizzano degli schermi laterali e uno centrale, che circondano il palco, in cui prendono vita disegni e animazioni, che sono un po’ il riflesso e l’esemplificazione dei pensieri, dei sogni, dei ricordi e delle connessioni mentali adottate dal giovane detective.

Diviso in due parti: nella prima Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte ci dà uno spaccato delle abitudini di Christopher, della sua routine, dei suo sogni e delle sue “certezze”: la casa, la scuola, le abitudini. L’uccisione del cane è però una miccia che presto disintegrerà questa apparente equilibrio.

Nella seconda parte dello spettacolo, ben più ansiogena della prima, Christopher dovrà confrontarsi con ciò che gli è sconosciuto, con l’estraneità, che di per sè è il grande “spettro” dell’autismo. Brillante la resa scenica costruita dalla regia: segue l’idea di una realtà trasfigurata, popolata da maschere buffe ma anche inquietanti, che è il modo in cui il ragazzino autistico percepisce il mondo intorno a se.

Così, una semplice corsa in metropolitana può trasformarsi in un vero e proprio incubo per lui. Costruzione scenica che ha del fantascientifico (in continuità anche con la passione di Christopher per i viaggi spaziali e i segreti del cosmo), è attenta alla sensibilità del protagonista, ma anche a quella delle figure familiari e non che lo circondano. Il tema dell’autismo è affrontato con verosimiglianza mostrando come possa portare ad un’attenzione smisurata per i dettagli, al contempo, affiancata dalla difficoltà di comunicare con gli altri e di rapportarsi con loro (enfatizzata simbolicamente dalla figura del cerchio che più volte si delinea intorno a Christopher).

Di pregio anche la velocità dei cambi di scena e il dinamismo dei personaggi sul palco: i loro movimenti “fumettistici” replicano sempre il modo in cui il ragazzino li percepisce, oltre a rendere lieve lo spettacolo, provocando non di rado il riso dello spettatore.

Spettacolo vivamente consigliato come si diceva, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte fa parte della stagione teatrale del 2021, ripresa con la riapertura dei teatri.

 

 

Francesco Bellia