L’inverno di Frederik Buyckx ai Sony World Photography Awards

E’ Frederik Buyckx ad essersi aggiudicato la nomina di fotografo dell’anno ai Sony World Photography Awards 2017, il concorso fotografico più rinomato a livello internazionale.  Sono stati i paesaggi innevati del reportage “Whiteout” a convincere i giudici ad assegnare l’Iris d’or, il titolo di Fotografo dell’anno e un premio dal valore di migliaia di dollari, a Frederik Buyckx. “Whiteout” è un reportage interamente dedicato alle trasformazioni degli ambienti ricoperti dalla neve.

Le bellissime immagini del fotografo belga hanno fortemente colpito la giuria, soprattutto per il grande impatto. La serie “Whiteout” descrive la forza dominatrice della natura e la lotta che uomini e animali intraprendo per vivere in condizioni climatiche estreme. Gli scatti fotografici testimoniano la trasformazione invernale della Scandinavia, dei Balcani e dell’Asia centrale. Si tratta di aree remote, in cui gli uomini vivono a contatto con la natura e in situazioni di isolamento.

Con questa serie di immagini Frederik Buyckx ha sbaragliato gli altri 227.000 candidati, provenienti da 183 paesi. “Whiteout” secondo la giuria del concorso, rappresenta un ritorno ad un approccio fotografico improntato all’essenza. Inoltre i paesaggi che spesso sono snobbati, ritornano ad avere un ruolo chiave nella nostra esistenza.

A Londra, durante la premiazione, sono stati assegnati i vincitori delle altre categorie del concorso. Martin Parr ha ottenuto il premio Ourstanding Contribution to Photography. Per la categoria “Attualità”, l’italiano Alessio Romenzi ha sbaragliato i rivali con la serie “We are taking not prisoners”. L’opera di Romenzi documenta la tragica occupazione di Sirte in Libia. Si evince l’orribile volto della guerra, la sofferenza delle madri per il martirio dei proprio figli e l’immagine dell’Isis e dei suoi guerrieri. La decadenza di una città divenuta l’ultima dimora per centinaia di uomini seppelliti sotto le macerie.

Per la categoria “Architettura” la nomina di vincitrice è stata assegnata alla cinese Dongni. La fotografa cinese è riuscita a catturare l’intricato gioco di curve e gli spazi cittadini delle metropoli cinesi. Sabine Cattaneo ha ricevuto il premio per la sezione dedicata ai suicidi assistiti. La delicatezza della fotografa svizzera è stata quella di rappresentare i luoghi in cui hanno vissuto gli ultimi giorni coloro che hanno scelto tale pratica, senza alcun volto né di pazienti né degli accompagnatori. La totale assenza di figure umane induce lo spettatore a riflettere su tale vuoto e pone l’attenzione su un tema quale l’eutanasia, sempre più sentito da molte società. La sezione “Contemporary Issues” è stata assegnata alla saudita Tasneem Alsutan. La sua serie è improntata sui matrimoni. Un reportage che nasce dall’autobiografia di sposa e genitore single in un matrimonio durato 10 anni. Per il lavoro, Alsutan ha incontrato donne che hanno condiviso la stessa esperienza, esplorando il concetto di amore e matrimonio.

Sandra Hoyn ha ricevuto il premio per la sezione “Daily life”,  con immagini che documentano la prostituzione minorile in Bangladesh.  Il russo George Mayer ha ottenuto la nomina per la sezione “Ritratti”Will Burrard-Lucas ha sbaragliato i rivali nella sezione “Natural World” con gli scatti in Zambia. Il colombiano Henry Agudelo ha vinto per la sezione “Still Life”, mentre il cinese Yuan Peng in quella “Sport”. La sezione “Open Photographer of the Year” è stata aggiudicata al russo Alexander Vinogradof con il ritratto della giovanissima “Mathilda”.

Benito Dell'Aquila