Like pronti a scomparire anche su Facebook: qual è l’obiettivo finale?

Da qualche settimana i like su Instagram sono completamente scomparsi, su qualsiasi device e per ogni account.

La decisione è stata presa dall’azienda per evitare la dannosa ed annosa ricerca del like ad ogni costo, che negli ultimi tempi aveva distolto gli utenti dalla vera essenza di Instagram: i contenuti.

Il numero di test per nascondere i like, visibili solamente al creatore del post, aveva subito un’impennata a luglio, solamente per alcuni utenti, anche in Italia, per focalizzare nuovamente l’attenzione sulla qualità delle foto e dei messaggi pubblicati.

I test di Facebook

È della scorsa settimana l’annuncio che anche Facebook, proprietaria di Instagram, ha avviato i test per introdurre la funzione dei like nascosti per i post dell’anziano social network.

I test sono iniziati in Australia e la funzione è stata notificata sul web dall’esperta Jane Manchun Wong, che ha annunciato la notizia tramite Twitter.

Facebook ha confermato le voci, affermando di aver deciso di avviare i test relativi alla nuova funzionalità in risposta al disagio avvertito da buona parte dei teenager, spesso scontenti per l’utilizzo dei social network, alla costante ricerca di popolarità.

È sotto gli occhi di tutti che l’utilizzo di Facebook sia cambiato ed in continua evoluzione.

Il social network, come tutti sanno, era nato con l’obiettivi di mantenere o riprendere rapporti con i legami della propria vita, anche se distanti fisicamente.

Negli anni si è assistito ad una evoluzione in chiave business dei social network, utilizzati non solo come luoghi di comunicazione per aziende, ma anche come strumento per costruire nuove professioni.

La diffusione degli influencer ha avuto lati positivi e negativi, valorizzando che cosiddette soft skills di alcuni, capaci di costruire veri e propri imperi da zero.

Una nuova forma di protezione

Tuttavia, spesso si sono tralasciati i possibili effetti distruttivi dei social sulle giovani generazioni. Infatti, proprio i più piccoli sono le vittime più vulnerabili della ricerca esasperata dell’apparenza, che porta i più a dire da grande voglio fare l’influencer.

Per evitare questa deriva è necessario cercare nuove forme di educazione per i più piccoli, perché diciamolo chiaramente: non tutti possono essere influencer e il mondo non ne sente tutto questo bisogno.

La scelta dei due social network è super condivisibile, per far tornare in riga anche gli influencer, spesso fuori dalle righe e ossessionati dalla ricerca di nuovi sponsor.

È necessario tornare a perseguire il fine primario dei social: mantenere i rapporti per Facebook, ammirare belle foto per Instagram, paesaggi, auto o qualunque cosa si voglia.

Paride Rossi