Le sigarette nella Nuova Zelanda di Jacinda Ardener, vietate a vita per i nati dopo il 2008

Come immaginate il mondo del futuro? Il governo neozelandese di Jacinda Ardener ha le idee molto chiare a riguardo: smoke-free. Nelle ultime settimane, infatti, ha fatto molto discutere la proposta della 40ª Primo ministro della Nuova Zelanda, la quale intende vietare a tutte le persone nate dopo il 2008 l’acquisto di sigarette. Anche l’Italia proibisce la vendita di prodotti contenenti nicotina, tabacco o suoi derivati ai minori d’età, ma cosa introduce nello specifico la legge neozelandese che potrebbe entrare in vigore dal 2023?

Non solo i 14enni non potranno più acquistare le sigarette, ma non lo potranno fare neanche quando saranno maggiorenni.

L’obiettivo della Nuova Zelanda è quello, quindi, di creare una generazione a cui sarà impedito in ogni modo iniziare a fumare. La laburista Jacinda Ardener è una giovane politica che gode di una notevole stima nel proprio paese.

Eletta per il secondo mandato di fila, ha sempre dimostrato interesse per le piccole e grandi battaglie. Con la sua empatia e dedizione ha saputo creare un governo tra i più inclusivi del Mondo con persone di diverso sesso, etnia e persino con una consistente rappresentanza indigena. Si è distinta, tra l’altro, per un forte pragmatismo e tempestività durante la gestione della crisi da covid-19.

Le sfide non la spaventano decisamente. Nemmeno quelle a lungo termine, che prevedono un divieto rigoroso per tutti i ragazzi dai 14 anni in giù di acquisto di sigarette. Lo scopo è quello di alzare ogni anno, sempre più, l’asticella fino ad arrivare ad un’illegalità totale per l’intero Paese. A conferma di ciò le parole di Ayesha Verrall, ministra per la Sicurezza alimentare e ministro associato alla Salute neozelandese:

Vogliamo fare in modo che i giovani non inizino mai a fumare, per questo abbiamo lanciato un’offensiva contro chi vende o fornisce tabacco ai giovani

La Nuova Zelanda non rappresenterà, in tal senso, un’eccezione. Già nel Buthan la vendita di sigarette è totalmente proibita per tutti.

Il paese che si trova  nella parte orientale della catena dell’Himalaya già da tempo vieta l’uso e l’acquisto di tabacco per motivi tanto salutari quanto culturali. Sin dagli anni ’80 e ’90 questo paese ha dimostrato particolare sensibilità verso il tema del fumo e dei danni ad esso associati. Una preoccupazione che è stata tradotta in iniziative e campagne contro le sigarette per eliminare totalmente la possibilità che un cittadino possa mai prendere tale vizio. La logica, inoltre, si sposa perfettamente con il buddismo che promuove una forte salvaguardia della salute dei fedeli.

Nel contesto neozelandese, sono proprio i numeri di morti a causa del tabacco, che hanno acceso una spia che ha portato a considerare una simile proposta di legge. Sono, infatti, 4.500 le persone in Nuova Zelanda che per via del fumo perdono la vita ogni anno.

La salute prima di tutto e ad ogni costo, questa è una delle prerogative del governo della Ardener.

Se da un lato la notizia è stata accolta bene da diverse organizzazione di sanità nazionale, dall’altro una legge così proibitiva intacca la libertà di scelta di ciascun individuo e per questo è stata oggetto di contestazioni.

“Il proibizionismo non ha mai portato a nulla di buono”

Questo è uno dei commenti pubblici ritrovati sotto il post di Will, pagina Instagram di informazione. In effetti, il giudizio sopra espresso propone un punto di vista da non sottovalutare. Tanto che esiste chi non esclude la possibilità che una tale rigidità potrebbe far fare alla Nuova Zelanda un passo indietro, piuttosto che due in avanti. Infatti, dinanzi ad una legge così severa c’è chi potrebbe agire per via traverse affidandosi alla clandestinità e al crimine organizzato.

Tuttavia, la proposta in questione è fortemente legata ad un contesto come quello neozelandese in cui le preoccupazioni maggiori riguardano i giovani, ma anche le popolazioni indigene. All’interno di queste, si legge dall’ANSA, il cancro per fumo è la causa principale di morte tra le donne Maori e la seconda per gli uomini.

Bisognerà, dunque, attendere che la legge venga ufficialmente approvata per capire come si evolverà la situazione. Ad oggi, una cosa è certa, vi è una forte maggioranza che la sostiene e che intende portare avanti questa proposta a lungo termine.

Paradossale è il fatto come nel Mondo contemporaneamente si susseguano, però, strategie opposte eppure così vicine. Da un lato il rigido divieto neozelandese, dall’altro Malta, il primo paese europeo ad approvare una legge sulla cannabis. La quale potrà essere consumata e coltivata dai cittadini a scopo ricreativo.

 

Giulia Grasso