Le migliori collaborazioni di H&M da Angel Chen a Moschino

H&M potrebbe essere la regina delle collaborazioni e da molti anni va oltre la semplice moda low cost usando i grandi nomi della moda internazionale, proponendoci un acquisto differenziato.

Le collaborazioni di H&M sono molte e variegate. Spaziano dalla moda green e sostenibile a quella eccentrica e leggermente meno etica. Il brand di fast fashion ha iniziato a collaborare con grandi nomi della moda dal 2004 e da lì non si è più fermato. Ha collaborato con stilisti italiani come Versace, Giambattista Valli, Roberto Cavalli e Anna Dello Russo. Ma non solo, ha portato anche la grande moda internazionale nelle case dei sui clienti. Un cliente H&M appassionato di moda oltre ad avere i capi delle capsule collection firmate dagli stilisti italiani, ha potuto sfoggiare anche capi firmati Alexander Wang, Maison Martin Margiela, Marnie, Sonia Rykiel, Comme de Garçons, Viktor & Rolf, Karl Lagerfeld.

In tutti questi anni H&M ha collaborato con chiunque contasse qualcosa, chiunque fosse qualcuno nel palcoscenico della moda, ma quali saranno le collaborazioni riuscite meglio? Scopriamolo insieme.

Angel Chen (2019)

https://www.instagram.com/p/B0NFJ6mg_ah/

Una recentissima collaborazione, che sarà disponibile da settembre in Cina, H&M l’ha fatta con un’ex allieva della Central Saint Martins: Angel Chen. Per la prima volta il colosso svedese si confronta con la Cina con una capsule collection tra oriente e occidente che rispetta il pianeta. La collezione proposta da Angel Chen è green e completamente ispirata all’oriente e al kung fu.

Quando stavo disegnando la collezione, la mia priorità era quella di mettere l’una di fronte all’altra la cultura cinese e l’identità del mio brand. Ho scelto alcuni look iconici del mio archivio e li ho aggiornati, modificando colore, materiali e dettagli. Ho riservato poi grande attenzione al tema sostenibilità, utilizzando per lo più tessuti riciclati. La tuta per esempio è fatta in rete di nylon riciclato al 100 per cento.

Giambattista Valli (2019)

Lo stilista italiano ha creato un total look perfetto per il Festival di Cannes. Ha usato colori tenui e sui toni pastello e colori shocking come il fucsia acceso. Naturalmente non si è smentito e ha usato metri e metri di tulle delicato per avvolgere i corpi delle donne e renderli femminili e anche un po’ fiabeschi.

Moschino (2018)

Una delle capsule collection che ha fatto impazzire le commesse degli store di tutto il mondo. Quello di Moschino x H&M è stato un vero e proprio successo che ha coinvolto ogni fashion victim. Poi insomma, quale appassionato di moda non avrebbe voluto un vestito in eco pelle firmato Moschino?

Maison Martin Margiela (2012)

Gli opposti si attraggono, ed è proprio questo il caso di dirlo. H&M in collaborazione con Maison Margiela è stato uno shock. L’antiform che incontra il commerciale del fast fashion reinventandosi. Infatti i capi proposti erano una reinvenzione delle vecchie collezioni e volete sapere il fatto curioso? Ogni capo aveva un’etichetta che specificava da quale capo prendesse ispirazione in origine.

Sonia Rykiel (2010)

https://www.instagram.com/p/Boy7Y1alZL3/

Sonia Rykiel con la collaborazione per H&M sperimenta e disegna la sua prima capsule collection di lingerie. La collezione è stata venduta in 34 stati a un prezzo medio di 44€.

Comme de Garçons (2008)

Rei Kawakubo con H&M ha deciso di vendere abiti in luoghi del tutto inaspettati, dove probabilmente, ancora oggi, non sanno comprendere appieno l’animo di Comme de Garçcons.

Viktor & Rolf (2006)

Le commesse dei negozi di H&M dovevano essere scortate dalle guardie del corpo per riempire gli scaffali vuoti. Osate solo immaginare il successo di questa collaborazione del tutto innovativa e inaspettata. Inoltre, per la prima volta H&M ha venduto un abito da sposa nei suoi store.

Karl Lagerfeld (2004)

La prima collaborazione in assoluto quella di H&M con Karl Lagerfeld che andò sold out nel giro di poche ore. Spettacolare come un nome possa influenzare così tanto le vendite e gli acquisti del consumatore.

Silvia Menon