La privacy è l’ultimo dei lussi

Di Sebastiano Mura per Social Up!

Non solo case superaccessoriate, enormi ville nelle quali ci si potrebbe perdere, ettari ed ettari di bosco a rappresentare il giardino di casa, piscine o terrazze che, da sole, potrebbero valere quanto le nostre case e quelle di amici e parenti messe assieme. Beh forse non proprio niente più; diciamo che ai ricchi continua a piacere l’idea di vivere in questa sorta di castelli del ventunesimo secolo, ma secondo un recente studio realizzato da un importante azienda di costruzioni, la Luxury Porfolio, in collaborazione con l’istituto di ricerca YouGov, è un altro l’elemento principale che le persone, anche le più amanti della bella vita e del lusso, ricercano oggi: e questo elemento è la privacy.

Costantemente spiati e sotto l’occhio di un grande fratello che ci segue di continuo: dalle ore passate a lavoro, alle nostre abitudini alimentari, dal nostro gusto per le vacanze, alle nostre amicizie virtuali, se c’è un elemento che sicuramente manca alla nostra vita è quello di poterci sentire almeno a casa, al centro di un luogo totalmente nostro, in cui essere noi stessi appieno, senza cadere vittime, anche qui, delle infrastrutture che spesso, invece, condizionano le nostre vite quando non siamo nelle nostre, tanto amate, quattro mura domestiche.
Lo studio in questione, pubblicato su The Agency e riportato dal Business Insider, ha preso in considerazione le interviste (realizzate sia faccia a faccia che attraverso dei moduli online) realizzate a 5000 persone facoltose, al fine di chiedere loro cosa, in linea assolutamente generale, potesse essere un qualcosa da ricercare ed avere assolutamente, nelle loro case.

Ben il 61% degli intervistati fa riferimento alla privacy e alla sicurezza delle proprie dimore. Privacy e sensazione di sicurezza all’interno della propria casa sono aspetti che sicuramente spesso viaggiano insieme: difficile sentirsi sicuri in un ambiente nel quale si è costantemente seguiti, notati e spiati. Pensate per esempio alla notizia della rapina ai danni di Kim Kardashian: in una sola “botta” i ladri sono stati capaci di portarsi via più di 10 milioni di dollari in gioielli e beni di lusso.
Ecco che allora si va di ingegno e si finisce per scegliere misure che possono rasentare l’assurdo per la loro drasticità. C’è chi sceglie di mandare in giro sosia di sé stesso (che verranno inseguiti, disturbati e spiati al suo posto) per avere la possibilità di godersi qualche ora di assoluto relax a casa o nel proprio giardino. Il tutto funzionerà almeno fino a quando i disturbatori si renderanno conto di stare seguendo la persona sbagliata.

C’è chi invece non si accontenta di qualche ora al giorno e sceglie, portafoglio alla mano, di pagare per il proprio diritto di privacy e pagare pure caro. Migliaia di dollari vengono dedicati ogni anno alla sicurezza e alla prevenzione nelle case. Allarmi, sistemi di videosorveglianza, riconoscimento facciale e chi più ne ha più ne metta. E ancora: assoluto controllo di tutti i movimenti che avvengono all’interno della propria abitazione e diversi corpi di sicurezza che lavorano a pieno regime, giorno e notte.
Per chi poi ancora non volesse essere disturbato si può invece fare come Justin Bieber, Jennifer Lopez e gli altri abitanti della zona di Los Angeles conosciuta come Hidden Hills (colline nascoste) che pagano profumatamente non solo per chiudere il traffico nella zona adiacente alle loro case, ma anche per vietare che la zona venga fotografata e ripresa, anche da Google. Esatto persino al colosso del Web è stato impedito di monitorare e caricare le fotografie del progetto Street View, e nessuna delle quasi 700 case presenti nel sito compare nelle mappe di Google.

Ma di soluzioni ce ne sono anche tante altre: case costruite per svilupparsi sotto terra. Dal di fuori sembrano dei semplici trilocali ma in realtà il loro vero potenziale si esprime al di sotto della soglia del visibile: camere da letto extralusso, sale cinema per intrattenere gli amici, piscine sotterranee. Si può avere tutto, l’importante è che non si veda. O che dire delle “case specchio”, nelle quali tutte le mura esterne sono, per l’appunto, realizzate con degli specchi che impediscono di comprendere quale sia l’effettiva grandezza e struttura dell’edificio. Ma se anche questo non dovesse bastare e si ha qualche decina di milioni di dollari da investire, si può fare come Mel Gibson, Richard Branson (il fondatore della Virgin) o Larry Ellison (fondatore della Oracle) e decidere di comprarsi un intera isola e decidere di frapporre tra sé e gli eventuali disturbatori non qualche cancello o qualche isolato chiuso, ma giusto un oceano.

Se non si vogliono però raggiungere certi limiti, si potrebbe, come ha fatto il re dei social network, Mark Zuckerberg, optare per una soluzione bizzarra, ma non più di altre già viste: comprare non una casa, ma cinque case diverse. “Una per sé e le altre per ospitare amici e parenti” direte voi. Beh, non proprio. L’idea di Zuckerberg era invece quella di assicurare a lui e alla sua famiglia, la tranquillità di cui avevano bisogno. Per questo oltre che la casa nella quale effettivamente vive, assieme alla moglie e alla figlia, ne ha comprate altre quattro che stanno attorno ad essa. Dopo tutto con i vicini non si sa mai. E questi casi sembrano di certo dire che i migliori “vicini” sono quelli che in effetti stanno abbastanza lontani.

redazione