La maledizione del colonnello Buck

Nello stato del Maine tutti conoscono la leggenda della tomba maledetta di Jonathan Buck, un colonnello nordista che nel 1700 era ritenuto quasi un eroe nazionale per le sue gesta durante la Guerra d’Indipendenza. Buck fu anche il fondatore della cittadina di Bucksport, ma dopo la sua morte il suo nome iniziò ad essere ricordato per la maledizione scagliata contro di lui da una donna, maledizione che era visibile agli occhi di tutti sulla sua tomba.

Jonathan Buck, pur avendo preso in moglie Lydia Morse da cui ebbe nove figli (in realtà solo sei sopravvissero e diventarono adulti), nei suoi molti viaggi alle sue piantagioni e agli insediamenti dei coloni ebbe numerose avventure, ma quella che gli costò la maledizione la ebbe in casa sua, con una delle cameriere nella sua magione di Bucksport. Dalla loro relazione clandestina (non tanto a dire il vero: Buck era noto per avere un debole verso tutte le giovani donne) ebbero un figlio, ma purtroppo la madre ebbe una gravissima febbre durante la gravidanza e il bambino nacque deforme.

Nonostante le dicerie sulle sue avventure extraconiugali, Buck aveva l’intenzione di imprimere il suo nome nella storia e così iniziò a comportarsi da puritano e a farsi largo tra gli alti ranghi della società. Quella donna, pur vivendo costantemente nascosta nella sua magione, rischiava di screditare il suo nome se avesse sparso al voce della sua relazione e del figlio illegittimo, così il colonnello ripudiò lei e il bambino e troncò la relazione dandole una grossa somma di denaro per lasciare la casa assieme al figlio e andare a vivere in Canada.

Fin qui la storia, poi inizia la leggenda che porta alla maledizione sulla tomba di Buck. La donna nel corso degli anni spese tutti i soldi ricevuti da Buck e quando il figlio aveva circa 7 – 8 anni tornò nel Maine per far pressione su Buck affinché si assumesse le sue responsabilità di padre e legittimasse il suo figlio: in quel modo anche parte delle proprietà sarebbero andate a lui e alla madre.

Il colonnello, notando che le parole della donna portarono a delle critiche pubbliche, decise di dare un taglio alla questione e inventò una scusa per farla accusare di stregoneria. Mise in giro una voce e pagò persone affinché sostenessero che la donna di notte usciva dal suo rifugio per incontrarsi con il diavolo e il bambino era il frutto di quella sua condotta immorale e sacrilega. Furono in molti a confermare quella versione dei fatti ed in poco tempo quella diceria divenne credenza, tanto che un giorno i cittadini decisero di prelevare la donna e condurla dinanzi al colonnello Buck per sottoporla a giudizio. Eh sì: nel frattempo Buck era diventato giudice della cittadina.

Il colonnello non aspettava altro che qualcuno si accollasse la responsabilità di ciò che voleva fare lui e così senza pensarci oltre emise la sua sentenza, condannandola a morte sul rogo per stregoneria e come se non bastasse, obbligando il figlio ad assistere al barbaro spettacolo. La donna poco prima di essere arsa maledì il colonnello dicendogli che avrebbe portato con se il marchio di quell’ingiustizia per l’eternità.

La donna venne arsa viva e mentre bruciava una gamba si staccò dal corpo rotolando fuori dal rogo, fermandosi proprio vicino al figlio che impietrito assisteva a quello spettacolo disumano. Il ragazzo raccolse la gamba della madre e scappò via e da quel giorno nessuno lo rivide più.

Nel 1795 il colonnello Buck morì all’età di 76 anni. Tutta quella storia era ormai lontana e le parole pronunciate dalla donna quasi dimenticate da tutti. Ma poco tempo dopo la sepoltura una strana forma apparve sulla lapide del colonnello, una forma che sembrava proprio una gamba di donna. A quel punto la gente, incredula e intimorita, cominciò a ricordare quanto accaduto durante il rogo e come a volersi pulire la coscienza lavarono subito la lapide, ma non servì a nulla perché l’immagine rimase li dove era apparsa e anzi, divenne sempre più netta e visibile.

I nipoti di Buck nel 1852 decisero di frantumare e sostituire il marmo, ma l’immagine della gamba riapparve anche sulla nuova lapide monumentale, dove ancora oggi ricorda la triste storia di una povera ragazza derubata dei suoi sogni di madre e della sua vita dal colonnello Buck.

redazione