Kissenger: quando per baciarsi basta un’app

Molto probabilmente i nostri antenati ci avevano visto lungo: la tecnologia è proprio quella che darà in colpo di grazia al genere umano, in tutti i sensi. Ma forse non c’era neppur il bisogno di sentirselo dire, ormai appare abbastanza evidente come ogni tipo di apparecchio elettronico sia entrato prepotentemente nelle nostre vite, estendendo la sua portata anche al campo degli affetti e delle emozioni. Siamo la generazione degli amanti di chat, dei sentimenti digitali e delle infatuazioni virtuali. Un paio di messaggi vocali, qualche cuoricino qua e là ed il gioco è fatto. Ma a quanto pare questo non era sufficiente e così ci si è resi improvvisamente conto che per esprimere queste benedette emozioni ci voleva altro. Così, manco a dirlo, qualche giorno fa alla conferenza dedicata al tema “Love & sex with robots” di Londra, palcoscenico di progetti e prototipi che fanno riflettere su come potrebbe evolversi l’erotismo nell’era dell’intelligenza artificiale, è stata presentata Kissenger, il dispositivo che, applicato allo smartphone, si occupa di trasmettere baci a distanza, sfruttando il più possibile il contatto.

L’apparecchio, il cui nome rappresenta la fusione tra “mobile-kiss-messenger”, non è altro che un mini materassino in silicone dotato di appositi sensori  grazie ai quali è possibile registrare e trasmettere i differenti livelli di pressione esercitati dalle labbra. Con questo marchingegno, almeno questo è quello che si sono promessi di perseguire gli ideatori, sarà possibile replicare in maniera fedele il bacio dalla bocca del mittente a quella del destinatario, richiedendo come necessaria la sola presenza dell’apposita applicazione che faccia da intermediario. Dopodiché, grazie alla presenza di un sistema basato sul processo di riconoscimento degli oggetti attraverso il tatto, Kissenger tradurrà la sensazione fisica del contatto in vibrazione e, anche se per il momento rappresenta un prototipo compatibile solo con iOS e che tra l’altro andrà subito aggiornato dal momento che sfrutta l’uscita minijack per le cuffie, eliminata sull’ultimo iPhone, non si esclude che l’indomani possa essere commercializzato.

Chi sa se il caro Henry Kissinger, ex segretario di stato americano degli anni 70, avrebbe mai immaginato che il suo nome sarebbe stato storpiato e associato a quello che, a ben vedere, si presenterebbe come un aggeggio a metà strada tra gadget elettronico e sex toy.

Erminia Lorito