ItaliaCheVale: dagli scarti dell’uva alla skincare, ecco la storia di Grapey

Per il nuovo appuntamento di #ItaliaCheVale, rubrica dedicata al Made in Italy emergente di Social Up, vi raccontiamo un brand beauty che dagli scarti dell’uva, riesce a realizzare skincare 100% naturale e no gender.

La salute della pelle è una cosa seria.

Altrettanto seria è, però, la ricerca che ogni giorno siamo costretti a fare per trovare prodotti naturali, di qualità, in grado di proteggere e coccolare la nostra pelle, giorno dopo giorno. E in un mercato sempre più fitto, complesso e ricco di offerta, destreggiarsi tra i prodotti e riuscire a capire quali siano quelli giusti per noi, diventa sempre più complicato. 

Un’attenzione sempre maggiore, però, è riservata ai prodotti di skincare naturali e sostenibili.

Se guardiamo ai dati, grazie ad un’ indagine di Cosmetica Italia, un quarto dei consumi cosmetici del nostro Paese è generato proprio dai prodotti green. E nel 2021, anche la spesa per questo tipo di prodotti ha registrato un valore superiore ai 2,6 miliardi di euro, in aumento se consideriamo il 12,6% dei due anni precedenti. 

I cosmetici realizzati con ingredienti naturali, dunque, piacciono sempre di più non solo perché più rispettosi della pelle e altamente performanti, ma anche e soprattutto per l’impatto positivo generato sull’ecosistema.

Ed è dal connubio di questi valori che nasce Grapey, brand che realizza cosmetici di alta qualità sfruttando gli infiniti benefici dell’uva grazie a un processo di upcycling cioè dando nuovo valore agli scarti di produzione della catena enologica, come ad esempio vinacce e uva acerba, avanzi produttivi ancora ricchissimi di proprietà.

La skincare? Con Grapey è no gender

Nato da un’idea di Luca e Sara Menato, già fondatori di Sommelier Wine Box, il club online del vino, Grapey è un nuovo progetto che rompe il tabù della cosmetica di qualità come “esclusivamente femminile” e presenta subito due linee dedicate: una per la donna e una per l’uomo.

Che l’uva abbia tantissime proprietà lo si studia fin dall’Ottocento. Sono tanti i ricercatori che nei secoli hanno sempre più approfondito le caratteristiche benefiche di questo frutto. In tempi recenti si è distinta una ricerca dell’Università di Padova, guidata da Anna Lante e incentrata sulle proprietà antiossidanti delle vinacce, che ha portato alla pubblicazione di varie novità. L’idea di Grapey è nata proprio dallo stimolo offerto da questi e da altri studi” spiega Sara Menato, co-fondatrice di Grapey.

Uva e skincare: il connubio che non sapevi di volere 

Dell’uva, si sa, non si butta via niente: il frutto della vite è un perfetto esempio virtuoso di economia circolare.

Dai grappoli raccolti nelle vigne non si ricava solo il vino, ma anche alcol, mosti. budini e tanti altri sottoprodotti, come lo zucchero d’uva che finisce nelle confetture o come sostanza che funge da colorante nelle bibite. Dalle vinacce esauste si producono, poi, le grappe.

Ma non solo.

L’uva in cosmesi trova la sua applicazione già da qualche decennio, come ingrediente principale di molti prodotti skin care. Grapey la elegge a elemento chiave e propone una linea di cosmetici di alta qualità con principi attivi estratti dall’uva di scarto.

I suoi punti di forza? I prodotti anti-ossidanti e anti-age, nei quali Grapey estrae valore da tutti gli elementi che durante la lavorazione dell’uva vengono generalmente scartati come l’uva acerba scartata, i vinaccioli, le vinacce alla fine del ciclo produttivo- ma ricchissimi di attivi.

Le proprietà benefiche dell’uva sono numerosissime: per fare qualche esempio, i polifenoli che vi sono contenuti svolgono un ruolo antiossidante e anti-età importantissimo, la presenza di importanti vitamine e aminoacidi è preziosa per ristabilire l’elasticità del tessuto connettivo, mentre i sali minerali migliorano il ricambio cellulare. Così come la buccia dell’uva protegge il grappolo dai raggi UV, allo stesso modo vogliamo che le creme Grapey facciano da scudo alla pelle, proteggendo e rivitalizzando l’incarnato di tutti, uomini e donneaggiunge Luca Menato, co-fondatore di Grapey.

Valentina Brini