Ph. Alan Francis G

Intervista Maredè: il singolo “Settembre” tra la nostalgia e nuovi inizi

Maredè, all’anagrafe Luigi Bevilacqua, è un giovane artista originario di Senigallia che ha pubblicato il suo nuovo singolo intitolato “Settembre”. In questo pezzo racconta tutta la tristezza e la malinconia che questo mese porta con sé: l’estate è finita, le spiagge adriatiche si svuotano e vi restano solo i fortunati abitanti del luogo a godersi gli ultimi raggi di soli. La fine dell’estate segna anche la fine degli amori estivi che tanto ci scaldano il cuore quanto ci lasciano a bocca asciutta una volta tornati alla solita routine. Maredè ha voluto racchiudere tutte queste sensazioni in un brano che fotografa perfettamente la realtà e che è ambientato nella sua città natale, Senigallia. Non perdetevi questa intervista che vi riporterà almeno con la mente ai ricordi di un’estate che sembra già così lontana.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Da piccolo in famiglia si ascoltava tantissima musica. Ricordo che mio padre era fissato con Celentano, al punto che “Il ragazzo della via Gluck” era tipo l’Ave Maria a casa nostra. Mia madre, invece, mi metteva sempre Vasco Rossi: “sai che cosa penso, che se non ha un senso, domani arriverà…”.

Maredè significa chiocciola, come mai hai scelto di chiamarti così?

Ho scelto questo nome perché mi rievoca allo stesso tempo il mio passato e il mio futuro. Quello che sta dentro al guscio della chiocciola sono le origini, la mia infanzia, la mia città natale; quello che sta fuori, invece, sono i sogni e gli orizzonti del domani. «Maredè» è una parola tratta da un’antica filastrocca, riportata dallo scrittore Luigi Meneghello: è una sorta di invito rivolto a questa chiocciola ad uscire fuori dal guscio e farsi vedere per ciò che realmente è.

In “Settembre” racconti una storia d’amore estiva che volge inesorabilmente al termine con la fine di agosto, è un’esperienza autobiografica?

Sì. Nasce da un ricordo di qualche anno fa, da uno di quegli amori adolescenziali super emotivi e folli, che ti fanno sollevare i piedi da terra. Poi, in realtà, la canzone raccoglie anche tante altre sensazioni, che da quel ricordo specifico arrivano al presente. Ad esempio, c’è tutta la malinconia di quando, a fine estate, saluto la mia città natale e la mia spiaggia adriatica…

Art Work di Lorenzo Matteucci

Cosa rappresenta per te il mese di settembre? Come stai a settembre?

Settembre, per me, rappresenta una fine e un inizio. Mi sento sempre un po’ instabile in questo periodo, con i piedi in due scarpe. Quest’anno, poi, è ancora più particolare: ho concluso da poco l’università e mi sto buttando a capofitto nella musica, chissà…

Parliamo un po’ del videoclip, come nasce questa idea? Dove l’hai girato?

L’abbiamo girato a Senigallia, tra il Porto e la Spiaggia di Cesano. Il video nasce dal proposito di dare corpo e immagine alla nostalgia, con l’obiettivo di portare nell’autunno una canzone dell’estate, per restituire l’idea di una “mancata accettazione “del presente… con lo sguardo diretto, un po’ prepotentemente, al passato.

C’è molta Senigallia in questo progetto artistico, sia nel testo del brano che nel videoclip, che rapporto hai con la tua città natale?

Adesso sento di avere un bel rapporto con Senigallia. Ci ho messo un po’ a conquistarlo, perché all’inizio il trasferimento a Roma è stato come una fuga necessaria per respirare nuove arie. Ora, invece, sento di aver ritrovato il bello del mio rapporto interiore con la mia città, come il legame viscerale col mare, mi serviva solo un po’ di distacco.

Un sogno nel cassetto musicalmente parlando?

Sicuramente l’Ariston è il sogno più grande e ingenuo che ho da quando sono bambino. Mi ricordo che guardavo Sanremo con mia nonna e un po’ mi sentivo un outsider, perché era considerato una cosa “da vecchi” e io ero così bambino. Cantavo sempre “Papaveri e papere” di Nilla Pizzi: lo sai che i papaveri son alti alti alti e tu sei piccolina, che cosa ci vuoi far… Chissà!

Quali sono gli artisti presenti nelle tue playlist Spotify? A chi ti ispiri?

Ascolto tantissima musica e anche molto diversa: per dirti, passo da De Andrè a Myss Keta con molta facilità. Però, sicuramente, il mio cantautore del cuore è Lucio Dalla. Invece, per farti qualche nome nella musica contemporanea, mi piace tanto Levante e apprezzo molto la scena milanese attorno a Mahmood, Ginevra e gli artisti della AsianFake: mi sembra super fresca e in linea col futuro…

Eleonora Corso