Intervista Luca Madonia – Il cantautore che gioca col tempo, a suon di musica

Il tempo è una variabile affascinante, inafferrabile. Per i fisici è materia di studio, per i poeti una fonte di ispirazione. Per il resto del mondo il tempo è prezioso come l’oro, e così come l’oro non basta mai. A volte, quando abbiamo i minuti contati, vorremmo strizzarlo, allungarlo e dilatarlo, altre invece cristallizzarlo, come quando scattiamo una foto.

Luca Madonia, come ogni musicista, con il tempo ci lavora, e da buon poeta anche lui ne ha tratto ispirazione. Il tempo nella musica è tutto, scandisce il senso di una canzone e di una rima, sul tempo costruisci un’intera vita.

Perché il tempo è dalla parte di Luca Madonia? La risposta è semplice: 60 anni di cui 35 di carriera vissuti con tutta la serenità di chi è in equilibrio con se stesso. Il passato è in linea con il suo presente, e il tempo è un inno alla capacità di saper cogliere gli aspetti positivi della vita. Tutti questi concetti sono racchiusi nel suo nuovo album “Il tempo è dalla mia parte”. Luca Madonia vive il suo rapporto con lo scorrere del tempo serenamente. Se nella vita è controproducente perdere tempo, d’altra parte non dobbiamo farci sopraffare dal tempo. Il disco è una sorta di concept album sul ticchettio delle lancette.

Complice fondamentale in questo progetto, il giovanissimo Denis Marino (Carmen Consoli, Le Malmaritate, Gabriella Grasso…) che firma, assieme a Luca, la produzione artistica del disco e tutta l’orchestrazione dei brani. “Il tempo è dalla mia parte” è una conferma e insieme un nuovo punto di riferimento, come l’artista che lo ha generato. Così come Catania, la sua città, che secondo una abusata quanto azzeccata figura retorica giornalistica è da anni la Seattle d’Italia. Madonia ha contribuito alla creazione di questo mito, e oggi con questo disco si rinnova punto di riferimento anche della nuova scuola di cantautori catanesi.

Ma facciamo qualche passo indietro ai tempi dell’esordio, Luca è un catanese dall’aplomb inglese, esile ed elegante nell’aspetto ma con una voce possente, intensa e vibrante. Inizia il suo percorso artistico negli anni Ottanta fondando i Denovo insieme al fratello Gabriele e ai musicisti Mario Venuti e Toni Carbone. In breve i Denovo diventano una delle realtà più interessanti e in vista in quegli anni densi di eventi e nuove prospettive e partecipano al Festival di Sanremo del 1988. La band pubblica cinque, fortunatissimi album fra il 1984 e il 1989: “Niente insetti su Wilma”, “Unicanisai”, “Persuasione”, “Così fan tutti” e “Venuti dalle Madonie a cercar Carbone”, prodotto da Franco Battiato.

Quando nel 1990 il gruppo si scioglie, Luca prosegue il suo percorso artistico approfondendo la vena cantautorale e intimista che gli è propria. Pubblica quindi “Passioni e manie” (1991), prodotto da Mauro Paoluzzi (produttore anche di Vecchioni), che ha prodotto anche i due album successivi: “Bambolina” (1993) e “Moto perpetuo” (1994), suonato insieme a Toni Carbone, bassista dei Denovo, in cui si respira tutta la complicità tra i due musicisti.

Nel 2003 esce un nuovo mini CD dal titolo “5 minuti e poi” liberamente ispirato alla colonna sonora del film “Perduto amor” di Franco Battiato. Nel 2006 il nuovo album di canzoni inedite, “Vulnerabile”, prodotto da Federighi, un disco nel quale Luca racconta senza reticenze la sua fragilità, il suo senso di estraneità rispetto a un mondo che ostenta sicurezza. Il disco include un nuovo duetto con Franco Battiato nel brano “Quello che non so di te”.

Una carriera costruita con il talento e la costanza di chi la musica la sente e la vive come parte imprescindibile del proprio essere. Abbiamo avuto il piacere di scambiare due battute con lui, per cercare da ragazzi quali siamo di imparare da chi può solo ispirarci e spronarci a migliorare.

Una carriera che inizia negli anni ’80. Come si è evoluta la tua musica nel corso degli anni?

Ho attraversato gli anni 80 con i denovo, quindi un sound da gruppo e in quegli anni le composizioni erano al servizio di quel suono, poi crescendo sono arrivate nuove esigenze, maggiore attenzione ai testi e musicalmente un allargamento sul piano armonico e melodico, in poche parole ho maturato ciò che nei primi anni era in incubatrice! Spero mantenendo la mia cifra stilistica.

I tuoi testi sono sempre ricchi di significato, parli di sentimenti, utilizzi parole graffianti ed incisive. Cosa rappresenta per te la musica?

La musica per me è un’esigenza, il modo di esternare ciò che sento e che forse, senza di essa, non riuscirei a tirare fuori

Tanti traguardi e collaborazioni importanti. Qual è il momento della tua lunga carriera che ricordi con maggior affetto?

Ci sono tanti momenti che ricordo con particolare affetto…. sicuramente un concerto a Messina nei primi anni 80 con i denovo quando, dopo aver fatto le prove, eravamo andati a mangiare qualcosa e tornando al palazzetto dove avremmo suonato dopo poco abbiamo trovato 3000 persone! Lì abbiamo capito che il gioco diventava serio!.. poi ti direi il Sanremo del 2011 con Battiato perché l’ho vissuto da adulto con un pezzo giusto e poi anche l’entusiasmo che ho messo per lavorare l’ultimo disco col quale festeggio trentacinque anni passati in musica

Nuovo album, nuova avventura musicale: raccontaci di questo lavoro.

Un disco importante per me, come ti dicevo festeggio trentacinque anni di carriera e 60 anni di età… volevo un disco più solare con sonorità più moderne, un disco che contenesse canzoni ritmate come episodi più intimi ma tutto legato da una positività di fondo, forse la consapevolezza che questo mestiere ancora mi regala piacevoli emozioni

Per i tuoi 60 anni ti sei regalato un disco: che rapporto hai con il tempo che passa?

Il tempo accompagna la nostra esistenza, bisogna usarlo bene e non farsi usare….ho avuto il privilegio di attraversare tante stagioni musicali e mi reputo fortunato ad avere ancora la voglia di andare avanti

Talento e pazienza sembrano due costanti della tua carriera. Che consiglio daresti ad un ragazzo che come te vuole avvicinarsi al mondo della musica?

A volte non so consigliare neanche me stesso, mi guida l’istinto… consiglierei solo di credere fermamente nelle proprie idee confrontandosi con quelle degli altri, solo così si cresce!

Claudia Ruiz