Intervista Eugenio Santoro: MuseOrfeo la palestra per giovani artisti e curatori

Fin dal primo incontro si intuisce immediatamente che il direttore e fondatore del MuseOrfeo, Eugenio Santoro, è una persona estremamente pragmatica, dedita con tutta la passione e l’impegno possibile ad un progressivo lavoro di “avvicinamento” delle persone all’arte. Con la brillante trasformazione della propria dimora in una “HomeGallery”, Eugenio ha sensibilmente ridotto e gradualmente distrutto tutte quelle superficiali quanto infruttuose barriere tra il mondo dell’arte e chiunque abbia voglia d’avvicinarsi.

Il MuseOrfeo è diventanto col passare degli anni  un prezioso ed accogliente luogo d’incontro, di passaggio e di dibattito attraverso cui chiunque, dal professionista nel mondo dell’arte al semplice appassionato, si può trovare a discutere e ad accrescere la propria cultura, circondati da un’atmosfera calorosa e suggestiva.

Inoltre il MuseOrfeo è divenuto sin dai primi anni, luogo di  altissima formazione, con la preziosa possibilità di partecipare al Workshop per diventare gallerista, curatori e poter successivamente organizzare una propria mostra in totale libertà; tutto questo in centro a Bologna.

Ecco a voi cari amici di Social Up una breve intervista al direttore Eugenio Santoro, fondatore di MuseOrfeo – HomeGallery:

Direttore Santoro ci racconti come è nata l’idea dell’HomeGallery e in particolar modo del MuseOrfeo e cosa l’ha spinta verso un tipo di percorso indipendente?

L’Idea di HomeGallery è nata dalla necessità di riavvicinare le persone all’Arte, dal bisogno di ricominciare tutto dal basso, dall’inizio. Quale luogo migliore di un appartamento privato per trasmettere il messaggio che l’Arte è alla portata di tutti? Quale location migliore di una casa in cui magari i frequentatori e gli inquilini sono proprio studenti d’Arte per gustarsi tranquillamente una mostra? E quindi, eccoci qua.

 

Qual è l’obiettivo che si è posto fin dalle primissime prove e quali sarebbero i vantaggi di una HomeGallery?

L’obiettivo fondamentale è quello di abbattere i muri che sono stati innalzati negli ultimi 30 anni da vecchi critici, funzionari e burocrati del mondo artistico (retori, soloni, ecc.), innalzati, dicevo, tra l’Arte e le persone; questi muri non hanno fatto altro che creare questo fantomatico “mondo dell’Arte” e precludere l’accesso a moltissimi giovani. Quante carriere di giovani sono state stroncate, troppe! I vantaggi sono molteplici: informalità, esperienza conoscitiva, innesco di dinamiche sociali, progettualità diffusa e condivisa, sperimentazioni.
Quale messaggio intende comunicare soprattutto ai giovani che vorrebbero imboccare la sua stessa strada?
 
Fare. Tutto. Subito. Anzi, chiedere consigli ai cosiddetti professoroni, critici, benpensanti, per poi fare l’esatto opposto. I falsi maestri, i cattivi maestri sono estremamente pericolosi. Le persone si riconoscono dai fatti, non dalle parole. Inoltre, consiglio ai giovani di contattarmi, di organizzare incontri nei quali io spiegherò nella pratica cosa fare. Voglio salvarvi, ragazzi. Prima che sia troppo tardi. Ci sono passato anch’io, so cosa sto dicendo.
Oggi come intende il Museo e il messaggio da esso comunicato?
I Musei sono finiti. Sono la noia estrema. Non hanno più senso d’essere. Servono solo a spendere tonnellate di denaro pubblico che invece dovrebbe essere investito sui giovani. Aggiornamenti, viaggi, meeting. Invece no! Viene speso per tenere aperto delle cattedrali nel deserto, luoghi in cui vanno sempre le stesse persone, senza un minimo di ricambio.
Con la sua HomeGallery si vuole porre in contrasto o relazionarsi positivamente?
Il contrasto è sempre positivo, ognuno si riconosce nel proprio antagonista. Ben vengano nuove idee e proposte. La mia HomeGallery è tuttora una palestra per giovani artisti e curatori, le mostre hanno un ritmo vertiginoso, pazzesco. Tempo fa, ne inauguravamo una ogni 10 giorni. Fatti, non parole al vento.
Cosa intende con la frase “tutto il resto è teoria” applicata al suo Workshop full time per curatori?
Questa frase me la disse una ragazza iscritta al workshop, la quale non poteva farmi apprezzamento migliore. Parole semplici, nette, precise. Tutto ciò che è fuori dalle esigenze di voi giovani, secondo me è pura teoria. Inutilità, ai fini pratici.
Cosa vuole insegnare nel suo corso e soprattutto come intende approcciarsi?
 
Insegno a curare una mostra o evento artistico, nella pratica. Ovviamente, in un giorno non si diventa curatori, ma in un giorno si apprende un piano lavorativo e le relative basi, che si potranno applicare come e quando si vorrà.
Grazie alla sua lunghissima esperienza nel settore cosa migliorerebbe all’interno del percorso universitario? Secondo lei come si potrebbe modificare l’attività del tirocinio curriculare?
 
La cosa incredibile è che praticamente non vengono MAI invitati a parlare all’Università curatori, direttori di musei, commercialisti, manager dell’arte ecc. ecc. Non ne ho capito il motivo. Ora, invece, lo so. Per quanto riguarda il tirocinio curriculare consiglio agli studenti di scegliere con estrema cura a chi rivolgersi, e non di farlo solamente per i CFU.
 Perché, rimanendo all’interno della sua linea di pensiero “pratica”, si sente di consigliare il suo Workshop per curatori?
 
Be’, bisognerebbe chiederlo a chi lo ha frequentato e lavora già in Gallerie, Musei, Fondazioni, oppure ha poi aperto uno spazio espositivo personale.
In una società come la nostra, apparentemente senza limiti insormontabili e considerando la prepotenza quasi inarrestabile del “mondo web” sulla cultura come intende oggi l’arte e come si potrebbe evolvere in connessione alle mostre?
L’Arte non c’entra nulla con le mostre, al massimo ne è una componente. Ma non quella principale. Il curatore è il vero artista, ogni evento o mostra è differente da quello precedente e successivo. Invece, le opere d’arte attualmente sono tremendamente prevedibili, scontate e banali. Ed è qua che il curatore deve intervenire: rendere interessante il nulla. Curare, appunto.
In conclusione come intende tra dieci anni il MuseOrfeo e la sua HomeGallery?
Spero che esisteranno decine di HomeGallery, questa sarebbe una vera “sveglia” per il mondo delle mostre. Forza ragazzi, cosa aspettate? Aspettate forse di vincere il concorso per due posti fissi in museo? Allora, tanti, tanti auguri.
Per chiunque volesse partecipare al Workshop di Eugenio Santoro non dovrà fare altro che scrivere un’email ad [email protected]  per ulteriori informazioni.
Alfonso Lauria