Intervista ai Bisbetic – Quando la passione per la musica incontra il talento

Gabriele Calabrò per Social Up!

Immaginate qualcosa di strano,qualcosa che non ti aspetti qualcosa che fa sognare quando lo vedi e che ti manda in estasi quando l’ascolti…

Questo è ciò a cui punta Bisbetic!

Bisbetic è un gruppo di dj composto da Alfio e Riccardo, due amici provenienti da Catania che produce musica da oltre 3 anni,  riuscendo in poco tempo ad essere apprezzato sia in patria che oltralpe. La musica da ballo cambia costantemente e Bisbetic sono sempre lì, pronti per creare qualcosa di innovativo, il suono che la folla non si aspetta e che subito comincia ad amare.

È iniziato tutto nel 2012, quando sono entrati in punta di piedi sulla scena dance mondiale con la pubblicazione di “Lizard”. Da lì è stato un susseguirsi di brani che gli ha permesso di aggiungere nuovi fan alla tribù.

Grande passione per la musica e un tocco arguto nel riconoscere il potere e l’influenza del brano appropriato. Questo è Bisbetic: che ha visto la trasformazione del loro amore per la musica e DJ’ing in una carriera internazionale nel giro di pochi anni.

Noi di Social Up li abbiamo incontrati per voi.

Ciao Ragazzi, come prima cosa, ci incuriosisce il nome che vi siete dati: BISBETIC. C’è qualche episodio dietro questa scelta?

Ciao a tutti! Bè il nome è nato un po’ per caso. Erano le prime volte in studio e ciò che creavamo era qualcosa di strano/atipico ma allo stesso tempo deciso e divertente e l’unico aggettivo che ci venne in mente fu proprio “bisbetico” e da li nacque il nome.

Come e quali sono stati i vostri primi passi verso il mondo della musica?

Dopo tanto lavoro in studio il primo vero passo importante fu circa 4 anni fa quando David Guetta supportò sul suo radio-show la nostra traccia “Lizard” e dopo qualche giorno ricevemmo l’email dalla Spinnin’ Record che era interessata a firmare la traccia.

 Qual è la differenza tra Dj e Producer ?

Ne passano di differenze tra queste due figure: il dj è colui che svolge il ruolo di “intrattenere” il pubblico in discoteca passando della musica, mentre il producer passa molte ore in studio per creare la propria musica; anche se oggi, del resto come facciamo noi, ci sono i dj-producer che producono la propria musica per poi suonarla nei propri dj-set in giro per le discoteche, festival, clubs.

Di musica ne avete sentita e prodotta tanta. Cosa notate di diverso e cosa vi manca del sound dei primi tempi?

La musica è sempre bella, poi ci possono essere gusti più o meno soggettivi che ti portano a seguire un certo genere; da quando abbiamo iniziato noi ad oggi ci sono stati diversi cambiamenti, dalla progressive house, alla dubstep, alla big room, alla deep house che oggi è maggiormente in voga, anche se noi ci siamo sempre concentrati su un nostro stile cercando di migliorarlo, aggiornarlo ma mantenendolo sempre unico e nostro.

Il fenomeno elettronico di riferimento negli ultimi anni si chiama dubstep, con tutte le sue articolazioni. Vi siete ispirati a questa corrente musicale?

In Europa in fenomeno dubstep è stato già un po’ superato dalla deep-house ma bisogna dire che la dubstep con il suo principale mentore “Skrillex” e i suoi Grammy vinti, hanno portato la musica dance in generale ad inserirsi prepotentemente nella musica che tutti noi oggi ascoltiamo in radio. Bè si un po’ ci siamo ispirati a questa corrente ma senza farci influenzare troppo.

Riguardo il discorso dei supporti musicali, invece?

Il supporto musicale tra gli artisti è molto importante in quanto oltre ad essere gratificante, ti fa capire se stai lavorando sulla strada giusta e ti permette di rimanere in contatto con i vari djs/producer.

In questi anni siete stati molto apprezzati anche da noti artisti al punto da essere invitati da David Guetta in persona a suonare al famoso party al Pacha di Ibiza “Fuck me i’m Famous”. Come descrivete questa esperienza?

È stata una bellissima esperienza ad Ibiza questa estate, suonare dopo Guetta al Pacha è stato come un premio al lavoro svolto degli ultimi anni; sicuramente però un punto di partenza anche questo e non di arrivo.

 La più grande soddisfazione ?

Crediamo che la più grande soddisfazione sia l’affetto dei nostri fans che ogni volta che usciamo con una nuova release ci apprezzano per quello che facciamo.

Avete notato differenze tra la cultura musicale Spagnola e quella nostrana?

Diciamo che in Spagna ma soprattutto ad Ibiza, il pubblico che va a ballare è musicalmente “più colto” in quanto conosce gran parte dei dj’s, la musica che viene suonata, il testo delle canzoni, mentre magari in Italia una gran fetta di pubblico va a ballare soprattutto per fare nuove conoscenze.

Come vedete, oggi, il palcoscenico musicale italiano? Pensate che un artista abbia più possibilità all’estero piuttosto che in Italia?

Da un anno a questa parte il palcoscenico musicale italiano è in rapida ascesa,  festival come il Nameless hanno appassionato gente da tutta Italia per un evento davvero ben strutturato alla quale abbiamo anche avuto la possibilità di esibirci. Resta il fatto che magari un artista italiano abbia qualche difficoltà in più a crescere in Italia, forse per la mancanza di una cooperazione adeguata tra gli addetti del settore e per la mancanze di label / management che diano uno sguardo anche ai giovani produttori italiani.

Tra tutti i musicisti con cui avete avuto la possibilità di lavorare c’è qualcuno che vi ha veramente appassionato sia professionalmente che personalmente? Ci fate qualche nome?

Circa 2 anni fa abbiamo incontrato Afrojack e David Guetta negli studi ad Amsterdam, che ci hanno impressionato per la professionalità e dedizione in studio (abbiamo visto come sono rimasti una notte intera rinchiusi in studio alla ricerca del “suono giusto”) e soprattutto anche dal lato umano davvero gentilissimi e disponibili con noi.

Qual è il consiglio che rivolgete alla nuova generazione che sogna di intraprendere questo percorso?

Lavorare tantissimo in studio, farsi influenzare dal genere del momento ma crearsi il proprio sound che si differenzi da tutto il resto.

Esiste un progetto che ancora avete in cantiere ma che vi piacerebbe tantissimo realizzare?

Stiamo lavorando molto su delle tracce più radiofoniche che ci permettano di esprimerci al meglio e che speriamo presto siano nelle orecchie di tutti.

Progetti futuri?

Molti progetti ma la cosa più importante crediamo sia crescere ancora di più musicalmente e far conoscere la nostra musica ovunque.

Gabriele Calabrò