Intervista ad Einar: “La musica unisce non crea divisioni”

Dopo la kermesse sanremese, Einar arriva, finalmente, al suo debutto live con due date: il 20 Maggio a Roma al largo Venue e il 22 Maggio a Milano ai Magazzini Generali. Un appuntamento imperdibile, non solo per i fan di Einar, che finalmente potranno godersi i suoi primi live, ma anche un’occasione unica per scoprire il talento e la travolgente energia di questo giovane artista.

Il suo album, Parole Nuove, lascia poco spazio a dubbi e perplessità. Una tracklist di canzoni che si ascolta con piacere, ritmi piacevoli e testi ben confezionati con l’aiuto di autori navigati come Tony Maiello, Enrico Palmosi e Nicola Marotta. I due live assumono un ruolo importante per la carriera di Einar, non solo come debutto su due palchi soltanto suoi, ma anche come momento d’incontro e sodalizio per ringraziare tutti i fan che lo hanno sostenuto fin dal suo esordio.

Einar Orti è un ragazzo con tutte le carte in regola: con i suoi tratti latini e gli occhi troppo azzurri, con la voce che riempie i silenzi e che ricorda quell’amico più caro con cui i pomeriggi trascorrono sereni a parlare di tutto. E’ stata soprattutto quella sua capacità di trasmettere familiarità a rendere la sua intervista un momento di piacere.

La verità è che chi, come me, ama note malinconiche e testi struggenti firmati Lana del Rey, trova difficile apprezzare tutto il resto. Si cerca di cogliere quella frase che possa colpire, quella sensazione che può nascere dal profondo delle viscere e fermarsi dirompente in una pugnalata di pungente emozione. Eppure, ascoltare i brani di Einar prima dell’intervista è stato un momento di piacere del tutto inaspettato. Einar Orti, con le sue canzoni, riesce a raccontare una storia, uno spaccato di vita che coinvolge un po’ tutti, una sua verità dei fatti che però, innesca quel trip chiamato viaggio mentale. Per questo i due live si preannunciano, a mio avviso, come un momento di forte emozione, innanzitutto la sua, per il suo debutto, ma anche per chi sarà sotto il palco ad ascoltare la sua straripante voglia di fare musica.

Il tuo debutto con le date di Roma e Milano, come ti stai preparando, ma soprattutto quali sono le emozioni che si provano per eventi di questo tipo?

Le emozioni sono tante, saranno i miei primi e veri live. C’è sempre quest’ansia per la quale ti chiedi se ci sarà gente o meno, oppure se farai bene o meno. E’ un’ansia un po’ strana, ma è comunque bello, perché canterò davanti tutti coloro che mi seguono, quelli che mi hanno portato avanti. Credo sia una cosa bellissima e non vedo l’ora. Sono teso, ma veramente contento e carico e finalmente capirò e sentirò cosa si prova a stare su un palco che puoi sentire solo tuo davanti alla tua gente.

Il tuo album Parole Nuove sta riscuotendo successo e apprezzamento. Chi o cosa ti ha ispirato per questo lavoro?

Ho raccontato alcune mie storie, ho raccontato chi sono io. Ho cercato e cerco di essere me stesso, quello che penso, senza fingere. La verità, l’essere vero, penso sia la cosa più bella che ci sia. Con la finzione, invece, credo che non si ottenga niente. In questo album c’è Einar, come ho sempre fatto.

Einar, nei tuoi brani compare spesso la collaborazione con Tony Maiello, sembrate un po’ Battisti e Mogol, com’è lavorare con lui?

Molto bello, è un ragazzo molto tranquillo, sensibile, ti prende subito. Riesce a capire quello che provi, quello che vuoi dire e cosa vuoi scrivere. Ti veste addosso un vestito perfetto. Con lui mi trovo davvero bene, sono contento. Abbiamo un bel legame.

Parentesi Sanremo, com’è stato stare tra i big?

Sanremo è stato un bel passo, un bel punto di partenza. Per me che sono giovane, ho 26 anni ed essere già stato lì, dove sono passati i più grandi della musica, è stata una cosa enorme. La prima serata pensavo di morire. L’ansia era tanta e pensavo dovesse venire un’ambulanza a recuperarmi. E’ stata una cosa enorme, cavoli! Il pubblico, il palco, e tu sei lì e ti chiedi cosa farò? Anche se avevo già fatto un po’ di televisione, credo che l’Ariston non abbia rivali. Dopo la prima serata, mi sono detto di star tranquillo e mi sono concentrato per dare il massimo e fare sempre meglio. E’ un palco che ti da tanto, un’emozione unica. Lì poi le giornate sono frenetiche e impegnative, ma per me che amo tantissimo farle… Un vortice.

La vittoria di Mahmood e le polemiche assurde che ne sono derivate come l'”italianità” del festival. Che idea ti sei fatto a riguardo?

Mahmood è nato in Italia, già questo… Poi fosse anche venuto da qualsiasi altra parte del mondo, credo che la musica non abbia colore, etica, politica. La musica è una cosa che unisce, non crea liti, distinzioni. Quindi queste affermazioni le lascio perdere, non mi soffermo a fare commenti voglio far musica. Credo che Mahmood abbia meritato di vincere. Ho avuto anche modo di confrontarmi con lui, mi piace, ci ho parlato è un ragazzo perbene, tranquillo, carismatico. Mi piace ciò che fa. Dunque ha meritato di vincere. Tutto il resto, italiano o no, credo che la musica non sia questo.

Facciamo un passo nel passato. Tra tutti i programmi a cui hai partecipato, X-Factor, Amici e in ultimo Sanremo, quale ti è piaciuto di più? E.. Amici, lo guardi ancora?

Da quando è ricominciato sono riuscito a vedere poco, forse tre puntate, ma a pezzi. Ho visto ad esempio quando c’era Biondo come ospite.
Non so dirti come mai, forse dopo averci vissuto un anno intero in quella scuola, guardare sempre il programma non è facilissimo, è quasi strano…
Tra tutti comunque mi ha colpito di più l’Ariston, è stato il momento più bello, per me che sono giovane, ti lascia delle emozioni incredibili.

Hai guardato quando c’era Biondo per il legame e le collaborazioni con lui?

Sì, e guarda per la prima volta ho visto Biondo farsela sotto all’Ariston. Lui che di solito è uno… L’Ariston è una cosa potente, un vortice molto bello e che ti dà tanto.

Sguardo al futuro. Oltre ai due Live di Roma e Milano, cos’altro bolle in pentola? Sorprese?

Sì, quello che bolle in pentola è principalmente fare i due live e ritrovare i miei fan per ringraziarli. E’ grazie a loro che riesco a far questo, con il loro sostegno. Voglio provare le emozioni di un palco e condividerlo con i miei fan, questo momento voglio viverlo con loro. Per le sorprese…Beh, seguitemi vi terrò aggiornato io sui miei profili social.

Domande terminate e momento libero! Vuoi aggiungere qualcosa, ringraziare qualcuno?

Sì, assolutamente, vorrei ringraziare i miei fan e tutti coloro che mi hanno sempre sostenuto ed aiutato! Seguitemi sui social, che aggiorno frequentemente, per restare sempre aggiornati!

Benito Dell'Aquila