Intervista a Roberta Mancino: quando lo sport estremo incontra la moda

C’è chi decide di affrontare la vita lasciandosi prendere dall’onda comoda dell’abitudine e della quotidianità, aspettando che le cose accadano da sole e che il destino cerchi in qualche modo di dare un senso alle giornate che vanno e vengono sempre uguali e monotone, e chi invece chiude gli occhi, fa un respiro profondo, conta fino a tre e si butta giù da una scogliera altissima, aspettando che al brivido e all’adrenalina iniziale si sostituisca la gioia e la sensazione di libertà che solo chi osserva il mondo dall’alto può comprendere fino in fondo.

È proprio così che immaginiamo Roberta Mancino: bellissima ed estremamente femminile persino indossando un casco e una tuta alare, con tanto di cielo sullo sfondo e braccia aperte, con la serenità di chi si sente a proprio agio anche a centinaia di metri da terra.

Roberta è un’atleta professionista di sport estremi: pratica il paracadutismo, il base jumping, il lancio in tuta alare, lo scuba diving e molto altro. Ma tutto questo non basta: oltre l’atleticità e il talento, a Roberta non manca di certo la bellezza, che le ha permesso di diventare persino una modella di fama internazionale.

Tra un servizio fotografico e un lancio le abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande e di spiegare soprattutto da dove nascono queste sue passioni appartenenti a due mondi a prima vista così differenti, quello della moda e dello sport estremo.

Partendo dalle origini, come nasce la tua passione per il paracadutismo?

 Ho sempre desiderato volare. Nel 2000 ho fatto il mio primo corso di paracadutismo. Ho iniziato molto giovane e da allora non ho mai smesso. Avevo già deciso che mi sarebbe piaciuto diventare un coach. Guardando poi un video di freestyle, subito dopo il corso, è nata in me la passione per il volo acrobatico e la danza in aria.

Cosa hai provato quando ti sei buttata nel vuoto per la prima volta?

Ovviamente ho avuto paura come tutti, ma una volta che si è in aria ci si sente veramente liberi. Diciamo che la paura passa appena si esce fuori dall’aereo.

Dopo così tanti lanci, la sensazione che provi prima di buttarti è sempre la stessa o un po’ ti ci sei abituata?

Sì, diciamo che con il tempo mi ci sono un po’ abituata. Nei lanci di paracadutismo non provo la stessa sensazione di paura e adrenalina che provavo durante i primi lanci, a meno che non si tratti di una gara o di uno stunt.

Ti sei destreggiata in una serie di attività estreme, dal BASE jumping ai servizi fotografici con gli squali. Non pensi mai a quanto sia pericoloso quello che fai? Non hai mai paura di mettere a rischio la tua vita?

Sì, è una cosa a cui penso spesso e ho anche molte paure, ma il mio lavoro mi piace troppo, è davvero la mia grande passione. Il base jumping in particolare è abbastanza pericoloso e bisogna fare sempre molta attenzione. Per quanto riguarda gli squali non credo siano poi così pericolosi, si rischia di piu’ stando vicino ad un cane. Alcuni di loro mordono più degli squali!

Qual è stata l’impresa che hai considerato più rischiosa in assoluto?

 Quando ho fatto base jump con la tuta alare volando vicino a delle pareti rocciose, ma diciamo che saltare da una montagna in generale può essere molto rischioso. I primi secondi sono i più importanti, dato che se si sbaglia e ci si mette in una posizione non corretta poi durante il volo con la tuta alare non ci si allontana abbastanza dalla parete rocciosa.

Quando sei lì sospesa tra scogliere, rocce e montagne, riesci a godere dei magnifici panorami oppure rimani concentrata su quello che stai facendo perdendo di vista ciò che ti sta intorno?

Godo sempre di tutti i panorami e delle bellezze naturali che vedo sotto di me, cercando ovviamente di rimanere concentrata.

Molti ti ricordano soprattutto per i tuoi lanci in topless o completamente nuda e alcuni ti hanno nominato “la paracadutista più sexy del pianeta”. È una cosa che ti infastidisce o, al contrario, la trovi divertente? Qual è il messaggio che vuoi lanciare attraverso queste imprese “estreme e provocatorie” allo stesso tempo?

No, non mi infastidisce assolutamente, anzi, mi fa molto piacere. Una donna è sempre una donna e essere sexy è in ogni caso una buona qualità. L’unica cosa che un po’ mi infastidisce è che tutti pensano che il lancio nuda sia uno stunt pericoloso, quando invece è solo un lancio normalissimo di paracadutismo e può farlo anche un allievo, mentre ci sono altri stunt che hanno bisogno di anni e anni di preparazione.

Skydiver, BASE jumper, wingsuit flyer, ma anche modella: hai posato per Max, Vanity Fair, Play Boy e altre riviste, specialmente di moda. In che modo sei riuscita a far coincidere questi due mondi così distanti tra loro? Ma soprattutto qual è il mondo a cui senti di appartenere di più?

 Appartengo di più al mondo sportivo. Far coincidere le due cose non è stato facile ma ho sempre voluto dimostrare la mia femminilità anche in uno sport principalmente maschile. Il fashion è stato un modo per fare dei progetti veramente creativi e tecnici allo stesso tempo.

Credi che la voglia di volare ti accompagnerà per sempre o pensi che un giorno appenderai il paracadute al chiodo?

Credo che in qualche modo volerò per sempre, anche pilotando un aeroplano. Le vere passioni restano, oramai sono già 17 anni che lo faccio e non sono ancora stanca.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? O meglio, qual è il prossimo rischio che correrai?

Di progetti ne ho un paio, ma al momento non posso parlarne. Per gran parte di questi non correrò nessun rischio, dato che ci alleniamo sempre molto, quasi tutti i giorni prima di fare uno stunt o un qualsiasi progetto. Farò anche un fashion video nel windtunnel di Milano Aero Gravity e un altro video, sempre con loro, per Gopro con un’idea molto originale.