Intervista a Munendo, “Mi sento bene” è il singolo d’esordio

“Mi sento bene” è il singolo d’esordio di Munendo, rilasciato lunedì 31 maggio, su tutte le piattaforme digitali. Accompagnato da un videoclip ufficiale, questo singolo descrive una condizione molto particolare dell’artista.

Incuriositi dalla canzone, abbiamo deciso di intervistare Munendo e farci raccontare proprio tutto: dall’inizio sino alla prima canzone.

“Mi sento bene” è il tuo singolo d’esordio, ma quando è iniziato il tuo rapporto con la musica e la scelta di farlo diventare un lavoro?

Il mio rapporto con la musica ha avuto diverse fasi, ma contrariamente alle storie d’amore l’innamoramento vero e proprio non c’è stato subito, anzi all’inizio le lezioni di piano erano troppo monotone per far scattare veramente un sentimento. Poi in adolescenza è arrivata la chitarra e là è sicuramente scattato qualcosa in più, che devo dire a parte un paio di fasi di riflessione non si è mai affievolito. Non c’è un momento preciso in cui colloco la presa di coscienza di far diventare la musica una cosa seria, è stato tutto abbastanza graduale. Devo dire che caratterialmente cerco di essere sempre serio e dare il massimo in qualsiasi esperienza, ma allo stesso tempo preferisco evitare di essere troppo serioso.

E’ un nome particolare Munendo, cosa significa per te?

E’ a tutti gli effetti un alter ego. Munendo è un gerundio del verbo “munire”, che è sinonimo del verbo “armare”, il cui gerundio è… Armando, il mio nome. L’idea di sottolineare il gerundio mi piace, qualcosa che è in continua evoluzione, un’identità non statica e nemmeno compiuta. E’ saltato fuori per caso, grazie a Word e al suo dizionario dei sinonimi e contrari… Molto tempo fa, in uno dei progetti di “band” che ho avuto, ci fu una lunghissima sessione di brainstorming insieme al produttore dell’epoca su che nome utilizzare e tra gli altri uscì anche questo “Munendo”… mi ci affezionai immediatamente, non per questioni di ego, mi piaceva proprio il suono e il senso di movimento.

“Mi sento bene” è una canzone in cui racconti di come hai vissuto il primo lockdown. A distanza di mesi, ci sono cose che avresti fatto in modo diverso?

Curiosamente nulla. Di solito non sono mai soddisfatto al 100% di ciò che faccio e di come lo faccio, penso sempre che si possa far meglio e, quando questo pensiero non diventa ossessivo, trovo che sia anche un continuo stimolo per superarsi. Ma per quanto riguarda il lockdown credo che rifarei tutto esattamente nello stesso modo. Il mio lockdown, a parte il trauma di non poter fare cose che il giorno prima erano totalmente quotidiane, è stato un lockdown vissuto con discreta tranquillità. Qui a Roma i numeri Covid di quei due mesi non hanno mai raggiunto livelli vertiginosi e forse questo ha aiutato alcune persone a vivere la situazione in modo leggermente meno drammatico, come in una bolla o comunque in presenza di qualcosa di assolutamente nuovo. Ovviamente questo non significa che non ci fosse apprensione o paura o dolore per tutto quello che accadeva nel mondo.

Per cosa devi dire grazie e per cosa no alla pandemia?

Grazie per avermi ricordato di trovare il tempo per fare tante cose che troppo spesso con i ritmi a 1000 della vita ci dimentichiamo di fare. Nel mio caso soprattutto suonare h24, ma anche la semplice scelta di dormire un’ora in più ha un valore che troppo spesso siamo portati a sottovalutare. Ovviamente però il prezzo da pagare è stato molto alto: la perdita della socialità a cui eravamo abituati e il totale ripensamento di concetto di contatto umano sono dei malus che alla lunga mi stanno pesando, soprattutto perché ormai li abbiamo assimilati come parte della vita di tutti i giorni.

“Mi sento bene” apre il tuo percorso artistico: perchè hai scelto questo brano come primo?

Perché mi sembrava un modo onesto e sincero per iniziare un percorso. E’ sicuramente uno dei brani più “nudi” che ho scritto e ho pensato che in un momento in cui l’immagine è tutto e qualsiasi cosa viene filtrata attraverso infinite lenti deformanti, amplificata, distorta e stravolta, mostrarmi nella maniera più diretta possibile potesse essere una scelta giusta, valida e soprattutto coerente con quello che sento di essere.

Cosa c’è in programma per i prossimi mesi?

Mi piacerebbe risponderti “suonare live per portare in giro un po’ il lavoro di quest’ultimo anno”, ma sappiamo bene che in questo momento non è un’opzione così semplice. Di sicuro non voglio farmi abbattere da questo periodo e anzi voglio sfruttarlo per non rimanere fermo. A breve uscirà il videoclip di Mi Sento Bene, scritto e diretto da NAST per la regia di Pierpaolo De Mejo (uno straordinario regista e attore che è in questi giorni nei cinema con Alida) e poi vorrei pubblicare un altro singolo un po’ meno intimo… la mia produzione è piuttosto diversificata e spero di poter continuare a mettere altre pietre nel mio percorso, spiazzando ma non deludendo… che comunque sono altri due gerundi…

Sandy Sciuto