Intervista a Maurizio Lastrico: la vita di ogni giorno nello stile di Dante

Si è tenuto il 19 settembre al Wincity Sisal di Milano l’incontro con Maurizio Lastrico, attore e comico, celebre per i suoi elaborati monologhi in terzine dantesche con cui descrive la quotidianità di ogni giorno rendendola epica, altisonante, iperbolica e per questo divertente, replicando ironicamente lo stile della Divina CommediaUna Commedia quella di Lastrico, che si fa spiccatamente Umana, sotto forma di divertente parodia letteraria. Tra i pezzi danteschi: l’autista dell’autobus, il dentista, la partita di Champions.

In scaletta anche monologhi non in terzine, tra cui quello sulla partita di calcio descritta da un allenatore di una squadra di ragazzini, mettendo in luce l’agonismo, la scorrettezza e le lagne dei genitori ; quello sul lavoro di un barista indaffarato in un bar dalla pessima organizzazione e dalla discutibile qualità; nonché l’imitazione degli ospiti dalla voce camuffata spesso presenti nella trasmissione di Barbara D’urso. Molto divertente anche il pezzo sulla “versatile” poesia del “celebre” poeta napoletano Tino Capuozzo, che riuscì a fare una poesia per ogni parola esistente nel vocabolario.

Dopo aver assistito al suo coinvolgente spettacolo, durato più di un’ora, in cui l’attore ha interagito attivamente col pubblico dimostrando grande capacità di stare sul palco, così come la capacità di improvvisare su spunti offerti dalla platea, facendo “entrare” gli spettatori dentro ai suoi monologhi, noi di Social up abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.Risultati immagini per maurizio lastrico

Buonasera Maurizio. Siamo qui al Wincity Sisal, in cui ci ha intrattenuti con il tuo spettacolo. Data la location è d’obbligo chiederti quale sia il tuo rapporto col calcio.

Per quanto riguarda le scommesse non ne faccio in realtà. Me ne guardo bene dal farle. Avendo una buona predisposizione per le dipendenze, preferisco starvi lontano (ride). Per quanto riguarda il calcio, mi piace. Lo seguo tanto. Amo molto la tattica. Seguo ancora l’Atalanta di Gasperini con grande grande trasporto e il Genova, che quest’anno mi sta coinvolgendo parecchio. Mi piacciono quelle situazioni tattiche in cui c’è un’idea di gioco e di calcio, più che prestare attenzione ai singoli calciatori.

Nei tuoi pezzi racconti un po’ l’odissea quotidiana di ognuno di noi tramite lo stile della Divina commedia, rivisitata. Come è nata quest’idea?

E’ arrivata alla Scuola di Recitazione. All’Accademia ci facevano fare la Divina Commedia tante volte. Primo anno, secondo anno, terzo anno. Un po’ come accade quando fai tante volte qualcosa, la ripetizione, nell’animo di un comico, finisce per spingerlo a prendere un po’ in giro quello che sta facendo, nonostante gli piaccia moltissimo. Un mix tra parodia e passione. Piano piano, prima per gli amici, poi per gli insegnanti ho cominciato a rielaborare la Divina Commedia a mio modo, con un fine chiaramente comico. E’ diventato un po’ un dialetto di Italia (ride).

Il tuo rapporto con il teatro? Quali sono i tuoi autori preferiti?

A teatro vado sempre. Sono andato a vedere Shakespeare la settimana scorsa. I miei autori preferiti sono i contemporanei inglesi: Pinter, tantissimo – mi sono diplomato con un pezzo di Pinter. Aspetto che ci siano anche degli autori italiani forti da seguire a teatro.

Cosa ha significato per te Zelig?

Zelig è stato una palestra fortissima. Una vetrina. Ha significato la mia vita, ha coinciso con la mia vita per un po’ di tempo. Non c’è giorno che io non ripensi ai quei tempi lì. Se sono dove sono, se la gente viene a vedermi lo devo senz’altro a quello. Credo di essere cresciuto tanto lì dentro. L’ho prima sognato, poi vissuto e adesso lo ricordo con piacere.

I tuoi prossimi impegni?

Made in Italy la Serie, una serie tv sugli anni 70′ a Milano, che andrà su Amazon e su Canale 5, poi Il processo, un film con Vittoria Puccini. Tutta la nuova stagione di Don Matteo che uscirà all’inizio 2020. Tournè teatrali e…vivere sereno (ride).

Grazie per questa intervista.

Francesco Bellia