Intervista a LowJohn : “Casa non è dove si vive ma come ci si sente”

LowJohn, all’anagrafe John Nociforo, classe 1997 nasce a Catania e cresce a “pane e hip hop”. Inizia ad appassionarsi al mondo della musica sin da giovane cimentandosi nella scrittura dei primi brani e partecipando a contest di freestyle. Nel 2016 pubblica l’Ep di debutto intitolato “Fine della strada”. Seguono singoli come “Cenerentola”, “Giulia”, “Balla” che raggiunge ottimi risultati e “Lulù” in cui racconta la sua storia d’amore. Il suo ultimo singolo si intitola “Atelier” e noi abbiamo avuto l’occasione di chiacchierare con lui riguardo questo pezzo e la sua carriera d’artista. in questa intervista vi sveliamo tutto quello che dovete su LowJohn per iniziare ad ascoltarlo.

Se dovessi scegliere tre parole per descriverti a chi non ti conosce, quali sceglieresti e perché?

Sognatore, perché’ fin da piccolo mi sono prefissato l’obiettivo di fare musica e di continuare fino a raggiungere il mio sogno. Perseverante, nonostante siano quasi dieci anni che faccio musica mi sveglio ogni giorno con la stessa voglia di quando ho iniziato e do il meglio di me stesso. Riconoscente, verso gli ascoltatori che ascoltano e supportano la mia musica e verso chiunque abbia contribuito alla mia crescita artistica

All’anagrafe sei John Nociforo, come artista sei conosciuto come Low John, come nasce il tuo nome d’arte?

Il mio nome d’arte durante i primi due anni della mia carriera era un altro, ho dovuto cambiarlo perché un artista diventò famosissimo con lo stesso nome. Quindi nel 2016 scelsi LowJohn, mio padre da bambino mi chiamava spesso “Piccolo Jo” e così decisi di fare un gioco di parole e usare “LowJohn” come pseudonimo artistico.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Iniziai ad avvicinarmi al mondo della musica nel 2010/2011 all’età di 13/14 anni. Ascoltavo artisti rap-hip-hop della mia città, Catania, che mi fecero avvicinare così a contesti street come il writing/freestyle. Infatti, iniziai a frequentare skatepark, contest di freestyle ecc. Con l’uscita poi di pezzi Pop/Rap mi appassionai ancora di più al mondo musicale ed iniziai a scrivere i primi testi.

Il tuo nuovo singolo si intitola “Atelier” e nel brano ripercorri la convivenza con la tua fidanzata, riavvolgendo il nastro e soffermandoti sui bei momenti trascorsi insieme. Un pezzo intimo in cui ti confidi con gli ascoltatori, come è nato questo brano?

“Atelier” nasce dall’idea di voler trasmettere il messaggio che non è importante ciò che si ha ma come ci si sente. Si può stare bene anche in uno squallido monolocale e si può essere infelici nella casa più lussuosa del mondo. Ci tenevo a trasmettere questo pensiero personale in quanto spesso non riesco a godermi ciò che ho perché penso sempre a ciò che vorrei e credo sia importante fermarsi ed apprezzare ciò che abbiamo.

 “casa non è dove si vive ma come ci si sente” e io ci credo davvero.

Chi sono i tuoi artisti fonte di ispirazione?

Ascolto tantissima musica, vecchia, nuova, italiana ed oltre oceano. Sicuramente in questi anni tra le influenze più importanti metto thasupreme che ha creato una corrente artistica in cui mi rispecchio moltissimo, oltre lui prendo ispirazione da moltissimi artisti emergenti stranieri.

Sogno nel cassetto musicalmente parlando?

Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di realizzare parte dei sogni che avevo musicalmente parlando; sicuramente ho molti “feat” dei sogni, per esempio con Franco126, del quale apprezzo moltissimo la penna. Un altro sogno che mi piacerebbe coronare è quello di poter fare da autore per artisti che stimo.

 

 

 

Eleonora Corso