L’Inquisizione: uno stile di vita

La Santa Inquisizione era un’istituzione ecclesiastica che aveva il compito di difendere la dottrina cattolica dalle eresie, ovvero movimenti religiosi che, a giudizio degli inquisitori, professavano credenze eterodosse che avrebbero potuto sviare i loro seguaci dalla fede cattolica. Compito dell’Inquisizione era punire e spesso torturare questi peccatori. Al novero delle eresie si aggiungono anche le famose streghe che erano accusate di avere poteri magici e la capacità di invocare il diavolo e accoppiarsi con lui. Ma come e soprattutto perché nasce la Santa Inquisizione?

In realtà forse non tutti sanno che l’Inquisizione non nasce come strumento di tortura. Sono state le circostanze storiche a fare dell’Inquisizione uno degli strumenti più crudeli di repressione del dissenso della storia. Storicamente, l’istituzione inquisitoria nacque nel Concilio di Verona del 1184 presieduto da papa Lucio III e dal famoso Barbarossa, l’imperatore che rase al suolo Milano, e viene ufficialmente istituzionalizzata nel IV Concilio Lateranense del 1215. L’Inquisizione prevedeva principalmente la ricerca – e la conseguente repressione – degli eretici (nel senso proprio del termine, dal latino inquisitio, ovvero “ricerca”) della quale venivano investiti i sacerdoti. Pochi anni dopo, la Chiesa venne sostenuta dalla collaborazione dell’Impero Germanico: le crociate infatti erano viste anche come strumento di repressione anticlericale e quale migliore supporto avrebbe potuto avere la Chiesa se non il “braccio armato secolare” quale era la potenza del Barbarossa? A seguito di questa collaborazione, la storia dell’Inquisizione prese sfumature di certo più inquietanti: infatti, papa Innocenzo IV arrivò a sancire la liceità degli strumenti della tortura. Il termine Inquisizione arrivò ad assumere il senso lato di “tribunale” e la gestione di questi ormai consolidati organi di giustizia sommaria era molto spesso affidata all’Ordine dei frati predicatori, fondato nel XIII secolo ad opera di San Domenico di Guzmàn.

Il Medioevo è stato visto sempre con sospetto dall’opinione comune anche alla luce della nascita di uno strumento di tortura come l’Inquisizione. In realtà molti storici smentiscono il fatto che il Medioevo sia stato solo “lotta agli eretici e povertà”: al contrario, il Medioevo è stato un periodo florido e non poco attivo in campo culturale, nonostante note dissonanti come le crociate, la peste e, appunto, l’Inquisizione. L’età di mezzo infatti non ha nulla da invidiare ai terribili processi inquisitori di fine 1400 e soprattutto del 1600. Cosa è successo in questi anni? Intorno agli anni ’70 del 1400 vengono unite le corone di Castiglia e di Aragona dando così origine al Regno di Spagna (che con la conquista di Granada del 1492 acquisirà il territorio dell’attuale stato spagnolo) e il 1600 è il secolo della Controriforma Cattolica. Cosa è successo durante questi secoli? State un po’ a sentire…

Personaggio chiave della storia del neonato stato spagnolo è stata Isabella di Castiglia, regina di Spagna fino al 1504. Fu la sostenitrice delle spedizioni di Colombo nelle Indie Orientali (rivelatesi poi America, come tutti sanno) e intransigente sovrana nel riportare ordine in una Spagna scossa dall’improvvisa unione; in più il suo operato permise di arricchire economicamente il neonato stato. Sovrano dunque ineccepibile che allo stesso tempo si è fatta sostenitrice dell’istituzione dell’Inquisizione Spagnola, supportata dal principe Arcivescovo di Ecija, favorendo così l’ascesa al potere del terribile inquisitore Torquemada, inquisitore supremo colpevole di aver condannato al rogo più di 10 000 persone. Da questo periodo in poi infatti la Spagna fu chiamata “la Cattolicissima”, grazie soprattutto alle forti repressioni che vennero perpetrate contro gli Ebrei e i Mori della penisola.

A macchia d’olio, il fervore dell’Inquisizione dilagò in tutta Europa, soprattutto in Italia, sede del papato dove a Roma, nel 1542, venne istituito il Sant’Uffizio dell’Inquisizione Romana, tribunale incaricato di processare gli eretici, responsabile fra l’altro del famoso processo a Galileo Galilei che fu costretto ad abiurare le sue tesi scientifiche perché contrarie all’ideale cattolico. Nato con l’idea di contrastare la penetrazione capillare in Italia delle idee protestanti, il Sant’Uffizio dal 1580 si concentrò sulla difesa della dottrina cattolica, sopprimendo le filosofie averroiste, panteistiche, atomistiche e la negromanzia. La famosa “caccia alle streghe” non fu però un fenomeno peculiare del Sant’Uffizio, ma fu largamente diffuso soprattutto nel resto dell’Europa tanto che si contarono ben 100 000 esecuzioni fra ‘500 e ‘600.

Nonostante la cattiva fama, l’Italia deve riconoscere un’Inquisizione molto più blanda di quella spagnola, sicuramente più intransigente. Gli inquisitori italiani provenivano spesso dalla scuola di diritto romano, configurandosi come giurisperiti coscienziosi, all’altezza dei processi a loro sottoposti, rifuggendo da qualsiasi fanatismo di tipo spagnolo, sebbene le finalità dei tribunali dell’Inquisizione erano comunque le stesse. Può infatti sembrare assurdo, ma in Italia, rispetto al resto dell’Europa, la diffusione della caccia alle streghe fu di gran lunga minoritaria proprio grazie all’Inquisizione Romana che voleva difendere chi era potenzialmente sospettato per evitare che venisse consegnato ad una giustizia popolare sommaria: il popolo infatti si accaniva contro le presunte streghe se i raccolti andavano male o se le bestie si ammalavano, giustiziandole anche piuttosto brutalmente.

L’attenzione e il rispetto per le procedure giudiziarie infatti prevedeva che gli strumenti di tortura venissero utilizzati solo in seguito al processo e non immediatamente come ordinario e rapido strumento per estorcere in breve tempo la verità dalla bocca del’accusato. Quello che dunque può sembrare ai più come la prima risorsa dell’Inquisizione Romana fu in realtà costituente accessorio, una parte secondaria di un processo che, privo di sadismo, non era certo finalizzato a torturare, ma semplicemente a far rinnegare idee considerate controcorrente, usando la tortura quando la giurisprudenza del tempo lo richiedeva. Anche le pene infatti erano conformi alle leggi dell’epoca: si passava da qualche pratica di devozione (come se i peccatori fossero usciti fuori dal confessionale, insomma) alla pena di morte nei casi più estremi che, in realtà, erano comunque meno frequenti di quanto sembrano (4 pene di morte su 200 processi fra il 1580 e il 1582, stando ai documenti in nostro possesso).

La storia dell’Inquisizione (Spagnola e non) è di certo molto più oscura, molto più tortuosa di quanto qui, succintamente, si è scritto. E’ una storia fatta di nefandezze, di ingiustizie? Oppure solo uno strumento propagandistico come tanti per imporre il proprio pensiero ad una comunità? Una cosa è certa: abbiamo voluto essere trasparenti il più possibile, rivelandovi cosa sia stata l’Inquisizione che, oggigiorno, è un mito che stenta ad essere sfatato. La “storia nera” della cristianità, qualcuno l’ha definita così: ma ad essere sinceri, quanto è vera questa affermazione?