In vacanza con un libro: c’è sempre tempo per “Le cose che bruciano”

Conosciuto per essere da anni una penna dissacrante e dissacratoria intrisa di sarcasmo ed ironia nella sua rubrica quotidiana “L’amaca” su “La Repubblica”, Michele Serra è tornato in libreria con “Le cose che bruciano”, edito da laFeltrinelli.

Giornalista, autore e scrittore Michele Serra stavolta ha scelto di raccontare l’attualità per dedicarsi ad un romanzo in cui la politica fa da sfondo o meglio da ex per il protagonista.
Attilio Ciampi – protagonista del libro – è un politico che ha abbandonato il suo ruolo da parlamentare e si è ritirato in campagna con l’intenzione di imparare a lavorare la terra. La scelta di allontanarsi dalla politica è stata necessaria quando la sua proposta di reintrodurre le divise nelle scuole è stata derisa, boicottata e ben presto accantonata.

Attilio non ha dubbi sulla valenza della sua proposta che sarebbe servita a rimettere ordine e anche a ben distinguere i ruoli all’interno di un sistema scolastico spesso agli onori della cronaca per mancanza di disciplina ed educazione tra allievi ed insegnanti.
Sentendosi quindi inutile ed incompreso, si rifugia presso la casa natale in campagna per passare un periodo a conoscere il territorio e riflettere sul suo percorso politico ma anche sulla sua vita.

È nell’estraniarsi dai social e dalla società così come la conosceva prima che Attilio sente il bisogno di arrivare alle cose primarie della vita e di interrogarsi talvolta confrontandosi con la Bulgara, talvolta conversando con la sorella Lucrezia dall’animo nettamente opposto al suo.
Sarà durante una conversazione con la sorella, però, che scoprirà quanto l’aver scelto di dare fuoco a documenti ed oggetti di famiglia lo abbia limitato nell’apprendere un segreto che da anni gli è stato celato e che avrebbe potuto cambiare le sue sorti.
Il lettore, quindi, si trova a doversi confrontare con una delle domande più importanti dell’esistenza umana: “Ciò che bruciamo o eliminiamo è fonte di un danno o è solo un sollievo?”
Perchè Michele Serra con “Le cose che bruciano” non fa che insistere sull’importanza di essere capaci di abbandonare chi si è per ritrovare una dimensione nuova e antitetica e, mentre si prova a farlo, comprendere se chi eravamo e chi potremmo diventare hanno inevitabilmente generato il dover fare a meno (bruciare, appunto) delle cose, degli affetti, delle verità che se conosciute avrebbero capovolto il nostro destino.

L’autore non ha fatto mistero che c’è dell’autobiografico nel suo libro: “E’ proprio il mio rapporto molto intenso con la natura e con la vita nei campi. Invidio ad Attilio i suoi 48 anni e la sua vigoria fisica. Non riuscirei a stargli dietro. Quanto ai profumi e alla produzione di olii essenziali, quello è il lavoro di mia moglie. Sono suo tifoso e sodale, non suo socio, ho già troppo da fare per mio conto”.

Il lettore, inoltre, troverà piacevole tale lettura perché si troverà a far i conti con un protagonista che è molto simile all’uomo italiano medio pieno anche di rancore e di ricordi che non lo fanno dormire, ma apprezzerà anche la tenacia e la voglia di ricostruirsi un futuro ricevendo slancio e voglia di fare.

La storia è arricchita dall’impareggiabile bravura del Serra nel saper raccontare tra passato e presente senza mai annoiare.

Gli ingredienti ci sono tutti per conoscere Attilio Ciampi e decidere di scoprire il suo segreto.
Buona lettura!

Sandy Sciuto