Il suicidio di massa di Jonestown

Tutti noi sappiamo dell’esistenza delle sette. Alcune sono molto tranquille e pacifiche, altre sono assurdamente esagerate ed estreme. Sappiamo di sette che attuano dei veri e propri lavaggi del cervello sui loro adepti. Ma quanto può essere efficace un lavaggio del cervello? Quanto una persona può essere influenzabile? Quanto un leader di una setta può imporsi sulla vita dei suoi adepti, condizionandoli e spingendoli ad atti estremi e disumani?

Nell’anno 1978 il mondo ebbe un terribile esempio di tutto questo.

Il pastore autoproclamato Jim Jones fu il leader di una setta chiamata il Tempio del Popolo.

A guardarla con gli occhi dell’uomo moderno, senza conoscerne la storia, questa setta ci parrebbe meravigliosa e molto avanti rispetto al tempo in cui nacque, negli anni 50. Jones infatti proclamava che tutti gli uomini erano uguali socialmente e disprezzava molto apertamente il razzismo. Ricordiamo che gli anni 50 erano gli anni delle segregazioni razziali. Una particolarità della setta era che mescola cristianesimo e comunismo, fatto molto strano e singolare. Ma la setta, apparentemente utopistica, ben presto mostrò il suo lato oscuro. Tutte le dottrine proclamate dal Tempio del Popolo provenivano dal suo leader: Jim Jones.

Jones fece in modo che le vite dei suoi discepoli ruotassero intorno alla sua, al punto che ben presto, da semplice pastore vicino alla sua gente, si tramutò in una sorta di Messia. Una divinità irraggiungibile, superiore e intoccabile. Jones cominciò persino ad incentivare le nascite all’interno del tempio, impartendo ai bambini un’educazione completamente estranea alla normalità, sostituendo figure storiche e lo stesso Gesù Cristo a se stesso.

Jim_JonesIl culto cominciò ad imporsi in maniera sempre più preponderante nella vita dei suoi discepoli, al punto di convincerli ad abbandonare la propria vita passata ed a tagliare i contatti con le loro famiglie, per vivere una vita in comune. La vita del cultista doveva svolgersi solamente all’interno del culto. I suoi discepoli venivano privati di tutti i loro averi. Perdevano la loro individuaità. Erano pedine indifese nelle mani del pastore. Jones era solito inviare emissari della sua setta nelle zone più povere dell’america. La preda ideale del culto erano infatti i poveri, più predisposti ad inseguire un sogno. Per loro era più facile abbandonare quel poco che avevano in cerca del paradiso terrestre che Jones gli prometteva. Erano di gran lunga le persone più vulnerabili al suo lavaggio mentale. A questo punto vi chiederete perchè nessuno abbia fatto niente, perchè le persone continuassero a seguirlo. Il mondo non sapeva. Ciò che accadeva nel tempio, nel tempio restava.

Qualcuno tentò la fuga. Ma nessuno ci riuscì. Le punizioni inferte a chi metteva in dubbio la parola di Jones erano terribili. I disertori venivano picchiati, isolati dagli altri cultisti. La loro vita era resa estremamente difficile.

Ma mantenere il segreto sulle attività del tempio era praticamente impossibile. Ben presto la verità venne a galla e cominciarono a circolare voci sugli abusi che il tempio attuava sui suoi discepoli. Temendo che la giustizia venisse a bussare alla sua porta Jones prese una decisione drastica. Decise di trasferirsi insieme ad un migliaio di suoi discepoli nella giungla della Guyana, dove fondò una vera e propria città. Jonestown.

Qui le cose non poterono che peggiorare per i cultisti. Queste persone erano state portate in mezzo alla giungla. Lontani dai mezzi di comunicaizone, lontani dalla civiltà. Lontani dalle loro famiglie. Venne perfino istituito una sorta di corpo di polizia, che aveva il compito di vigilare sulle attività della popolazione di Jonestown, impedendone la fuga. In seguito alle rivendicazioni delle famiglie di alcuni membri, che ritenevano i loro parenti trattenuti al campo contro la loro volontà, fu dato corso a un’indagine che coinvolse il Congresso degli Stati Uniti.

Il 17 novembre 1978 si recò al Tempio una delegazione guidata dal deputato Leo Ryan, accompagnato da giornalisti e da familiari dei membri del movimento.

Giunto a Jonestown Ryan dichiarò che chiunque volesse seguirlo in america poteva farlo. Alcuni cultisti decisero di andare con lui. Questo non era ammissibile per il Tempio del Popolo. Una cammionetta di uomini armati intercettò la delegazione in un vicino aeroporto. Gli uomini aprirono il fuoco. 5 persone morirono. Tra di loro il deputato Leo Ryan.

Quando Jim Jones venne a conoscenza dell’accaduto prese la sua decisione. Fece radunare tutti i suoi discepoli, ed ordinò loro di suicidarsi. Lo fecero ingerendo un coctail di valium e cianuro. Il valium avrebbe dovuto alleviare i dolori causati dal veleno. Ma non funzionò. Dalle autopsie effettuati su alcuni corpi risultò che quelle persone, ed in particolare molti bambini, avevano sofferto terribilmente prima di morire agonizzando.

Quel giorno circa mille persone persero la vita. Quello di Jonestown fu il suicidio di massa più grande e terribile della storia.

Jones registrò tutto su nastro. Dal suo discorso in cui incitava i cultisti al suicidio al momento in cui si tolse la vita sparandosi. L’audio che state per sentire è tratto da quella registrazione.

redazione