Il potere delle donne secondo Benetton

Negli ultimi quindici anni molto è stato fatto per i diritti delle donne, ma ancora tanti obiettivi devono essere raggiunti. Il 2030 è la data che le Nazioni Unite lo scorso settembre hanno designato come termine ultimo per la realizzazione del programma “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile“, vademecum attraverso cui sconfiggere la povertà e offrire un futuro migliore a tutte le popolazioni, a prescindere da luogo e situazione socio-economica. Il quinto dei 17 punti così presentati prevede il raggiungimento della parità di genere attraverso l’emancipazione delle donne e delle ragazze. Da questo presupposto parte l’ultimo progetto in ordine di tempo targato Benetton: il marchio, tra i primi a portare avanti in parallelo moda e iniziative sociali, ha così promosso il proprio personale programma, focalizzato sul raggiungimento dell’uguaglianza tra uomini e donne e sulla creazione per quest’ultime di una serie di opportunità e strutture su cui fare affidamento.
Il “WE – Benetton Women Empowerment Program” si prefigge dunque di intervenire dove la situazione per le donne è ancora grave. Nel mondo ancora 31 milioni di donne in età scolare non ricevono alcuna forma di istruzione, ogni due minuti una donna muore di parto o per complicazioni da gravidanza. L’innovazione del progetto sta proprio nella gestione locale del programma attraverso l’utilizzo di ONG presenti nei territori interessati, così da permetterne una migliore attuazione. L’investimento stanziato da Benetton per i primi 5 anni è di 2 milioni di dollari e si concentrerà sulle condizioni nel settore del RMG (Ready Made Garments, vale a dire la produzione di abbigliamento).

Il primo intervento sarà in Asia, il luogo non è casuale ma collegato alla tragedia avvenuta due anni e mezzo fa in Bangladesh, dove il crollo della struttura del Rana Plaza aveva causato oltre 1.100 vittime, aprendo un dibattito internazionale sulle drammatiche condizioni in cui versavano le persone impiegate nei laboratori. Lo scorso aprile è stato reso noto che Benetton ha risarcito con 1,1 milioni di dollari le famiglie delle vittime del crollo, in quanto una delle 29 società ospitate nella struttura.

Il progetto Women Empowerment Program assume così un significato ancora più profondo, da una parte come mezzo per evitare che certi avvenimenti non si ripetano in futuro dall’altra uno strumento “reale” per l’emancipazione delle donne.

Claudia Ruiz