I grandi della letteratura usati a sproposito su Instagram

La grande letteratura resiste a tutto, al tempo e anche alla tecnologia. È proprio vero!

Nonostante sempre più spesso si teme la scomparsa della sana abitudine di leggere i classici, a causa del digitale e dei social, i libri continuano a sopravvivere, spopolando proprio su questi ultimi. È il caso di Instagram.

Per quanto però si pensi sia un modo per diffondere cultura e ricordare i grandi della letteratura (italiana e non), a qualcuno la cosa è sfuggita di mano.

Così succede di vedere foto di tette e c**i con allegate frasi e parole che farebbero pensare a qualcosa di ascetico, filosofico o addirittura religioso. Alcuni usano ciò come se fosse luce che illumina le proprie riflessioni (anche se chiamarle tali è un parolone!) inconsapevoli che, anche mettendo le virgolette, tutto si perde.

A cominciare sono stati i vip, i personaggi del mondo dello spettacolo, e per questo nessuno si è sorpreso quando anche la gente comune ha iniziato.

Il problema è che possiamo anche perdonare certe didascalie se accompagnano bellezze mozzafiato, ma in alcuni casi siamo davvero costretti a concentrarci sulle parole. E ahimè…Neruda, Alda Merini, Gabriele D’Annunzio… tutti sono stati utilizzati, a sproposito.

Di recente è stata condotta una vera e propria ricerca per scoprire quali sono gli autori più citati.

Primo fra tutto è risultata essere William Shakespeare. Star indiscussa di Instagram, con più di due milioni di post e hashtag riferiti al suo nome. Capolavoro più citato? Quale se non “Romeo e Giulietta”? È facile trovare scritto “Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri ?”, sotto la foto della vicina di casa zitella in costume.

Bel vedere per alcuni, storpiamento della letteratura italiana per altri.

Bukowski. Subito dopo il Bardo Shakespeare c’è lui. Chi non conosce i suoi libri l’avrà sicuramente ricercato su Google perché raggiunge complessivamente ben 670 mila foto in cui viene citato, ingiustamente.

Perché? Probabilmente consci della “vuotezza” artistica di una foto in intimo, o posizioni sconce, ci si fa forti con citazioni come “Alcune persone non meritano il nostro sorriso, figuriamoci le nostre lacrime”, oppure “La pazzia è relativa, chi stabilisce la normalità?”.

E vi diremo di più, magari chi la scrive è la ragazzina di dodici anni che ha perso di vista il ragazzino che l’aveva salutata mesi prima fuori scuola.

Come non citare poi Dante Alighieri che vanta oltre 200 mila post, o Giacomo Leopardi con oltre 95 mila.

Unica consolazione? Pensare che di fronte ad un bel c**o coperto di salsedine su un tappeto di sabbia alle Maldive, in pochi crederanno sia stato il pensiero degli stessi autori mentre scrivevano.

Rachele Pezzella