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I documentari musicali impazzano su Netflix: ecco la chiave del successo

Sin dalla nascita della televisione, il formato televisivo dei documentari ha sempre viaggiato su una linea instabile, passando da momenti di grande successo ad altri in cui veniva rilegato solamente ai contenuti sulla natura e il mondo animale, proprio come al giorno d’oggi, tranne per quanto riguarda le piattaforme di streaming, che sembrano aver trovato un grandissimo tesoro in questo formato fin troppo snobbato dal medio di comunicazione più tradizionale di sempre.

Prima fra tutte Netflix, pioniera in questa brillante strategia, sta ritrovando nei documentari la chiave di una programmazione originale e mirata all’offerta di nuovi contenuti e formati diversi, che possano però allo stesso tempo risultare attraenti e generare un successo tale da poter mantenere e favorire la loro produzione costante.

La piattaforma di streaming rossonera sta infatti realizzando, al momento, molti documentari dai diversi generi: fra cui quelli tradizionali, i docu-serie e altri in collaborazione con artisti musicali, quelli che al giorno d’oggi sembrano rappresentare un vero e proprio successo a scala mondiale.

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Il più recente è quello del promettente cantante canadese Shawn Mendes, che ha collaborato con Netflix in concomitanza con l’uscita del suo ultimo album Wonder, che da anche il titolo al documentario presente sulla piattaforma. Ma tra gli ultimi artisti non c’è solo il cantante di Señorita; infatti, nel mese di dicembre ha sbarcato su Netflix la cocca d’America Ariana Grande con il suo excuse me, i love you e a novembre è toccato alla scoppiettante band coreana Blackpink, che al giorno d’oggi possiede, senza alcun dubbio, lo scettro della musica K-pop a livello mondiale.

Ma la lista che al giorno d’oggi gli spettatori di Netflix possono trovare nel suo vasto catalogo è immensa e molto variegata: dai cantanti latini a quelli dei più grandi esponenti della scena musicale, fino ad alcune delle regine del pop odierno, come Beyoncé, Lady Gaga e Taylor Swift (che ne ha pubblicati ben due), che avevano ben visto questa nuova tendenza proponendo già i loro prodotti prima di questo successo ormai esteso a macchia d’olio nel mondo della musica.

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Ma cosa spinge al giorno d’oggi sempre più cantanti a realizzare un documentario sulla loro carriera o sui loro tour più memorabili? Esistono un paio di risposte molto semplici a riguardo.

  • Promozione facile e garantita

Come diceva un antico detto: “Tutto ciò che tocca Netflix diventa oro”; infatti, avere un proprio documentario sulla piattaforma streaming più famosa di sempre garantirebbe con estrema certezza successo e una promoziona invidiabile, senza praticamente dover fare nulla.

La maggior parte dei documentari mostrano infatti alcuni dei concerti più memorabili di questi cantanti, come il maestoso Coachella di Beyoncé, fino a parlare della loro vita o dei processi di produzione dei loro ultimo album, come Five Foot Two di Lady Gaga, entrambi degli ottimi modi per conoscere di più il cantante e appassionarsi della sua musica in modo facile e comodo.

  • Avvento della pandemia

L’avvento del Covid-19 ha favorito molto le piattaforme streaming con dei consumi mai visti primi, prima fra tutte Netflix, che è stata l’assoluta protagonista di questi ultimi mesi. Proprio per questo motivo, ai fini di cavalcare l’onda del successo e continuare ad offrire contenuti di qualità ai propri iscritti, Netflix ha deciso di investire in prodotti del genere, per intrattenere e allo stesso tempo regalare ai suoi spettatori qualcosa che, proprio per colpa del coronavirus, non possono più fare da un po’ di tempo: festeggiare la musica live.

  • Il ricordo di un momento per sempre

Ultimo ma non meno importante, il fattore ricordo gioca un ruolo fondamentale nella scelta di produrre questi contenuti. Infatti, la possibilità di poter rivedere all’infinito il concerto del proprio cantante preferito è un’ottima opportunità per Netflix, che avrebbe garantite milioni di visualizzazioni a tempo indeterminato senza che questi prodotti diventino poi obsoleti, anzi, è proprio con il passare del tempo che i documentari musicali aumenteranno il loro potenziale e valore per il pubblico.

Marco Russano