Hiraeth: la nostalgica collezione vegana di Rooney Mara

La sofisticata attrice Rooney Mara – classe ’85 di New York City – ha deciso di dare una scossa alla sua carriera e, sempre con l’eleganza che la contraddistingue, ha abbandonato compromessi e mezze misure per dedicarsi totalmente alla sua battaglia vegana, in un modo tutto suo.

Vegana ormai da sette anni, l’attrice due volte candidata agli Oscar e ai Golden Globe non riusciva a trovare capi e accessori che non fossero di pelle e che si allineassero perfettamente con i suoi valori; anche i tanti materiali «eco» a lei proposti non soddisfavano a pieno la sua ricercatezza in fatto di qualità e stile, per non parlare delle proposte di grandi catene dall’etica discutibile che l’attrice si è vista costretta a rifiutare.

E’ da questi presupposti che nasce Hiraet, etichetta personale di Rooney Mara. Grazie alla collaborazione con Sara Scholat – amica dell’attrice da tempo immemore – la collezione ha preso vita, distinguendosi da tutte le altre cruelty-free perché non prende in considerazione nemmeno lana, seta e cashmere ovvero tutti quei materiali che in un modo o nell’altro coinvolgono un animale. I primi ad essere presentati al pubblico sono stati gli stivali combat, gli Hanne Moto Boot, anfibi fatti per essere vissuti h24, grande passione di Rooney.

Fanno parte delle sue proposte per l’Autunno-Inverno 2018/19 anche pantaloni in similpelle con pettorina effetto imbracatura, abiti di velluto a coste e camicie; insomma, una proposta ricca e dalla forte personalità, un tocco poetico e senza tempo la cui parola d’ordine è “anti-spreco“. Anche il nome scelto ha in sé un che di romantico: Hiraeth è una parola in gallese antico che significa «nostalgia»; nostalgia per un luogo lontano o una persona perduta, a simboleggiare quanta distanza pervada oggi le nostre esistenze. Una distanza tra esseri umani, tra cuori e menti, tra noi e la terra, tra noi e la natura, tra noi e i capi che indossiamo. Questa collezione vuole essere un monito e soprattutto un ponte per finalmente ritrovare la nostra connessione e la genuinità dei rapporti.

A conferma di tale nobile intento ogni capo o accessorio Hiraeth viene prodotto a Los Angeles da artigiani che Rooney Mara ha voluto conoscere personalmente. Sul profilo Instagram della linea si può vedere in anteprima qualche scatto della collezione e, anche, dei lavoratori all’opera. L’attrice-designer ha estremizzato una politica, più ancora che un semplice trend passeggero, abbracciata ormai da molti marchi fashioncome Tom Ford, Michael Kors e persino Gucci, i quali hanno dichiarato orgogliosamente la loro virata cruelty-free.

Ricordiamoci soprattutto come il 2016 è stato l’anno fatidico in cui Giorgio Armani ha apposto la sua firma sul protocollo della Fur Free Alliance, coalizione internazionale delle organizzazioni che proteggono gli animali. Firma che prevede l’abolizione totale dell’uso di pellicce animali per tutte le collezioni del gruppo Armani, avvenuta a partire dalla stagione AI 2016/17.

La lotta all’uso di pellicce e simili affonda le sue radici nel 2001, quando Stella McCartney, vegetariana convinta e grintosa attivista in difesa dei diritti degli animali, fece il suo debutto nella moda rifiutandosi categoricamente di utilizzare pelle, pellicce e piume, optando sempre per alternative sostenibili. La seguì a ruota Vivienne Westwood, le cui collezioni sono fur-free dal 2007. E poi ancora Hugo Boss, Calvin Klein, Tommy Hilfiger, Ralph Lauren, Yoox Net-à-Porter fino ai marchi del gruppo VF Corporation!

Un percorso sicuramente tortuoso quello del cruelty-free, ma nobile e molto importante. Sempre più personalità di spicco si stanno appassionando, e Rooney Mara è un’ambasciatrice di grande valore. Con la speranza che nel tempo questa illuminata iniziativa non si rivolga solo ai diritti degli animali, ma in modo diverso anche a quelli di tutti gli esseri umani coinvolti nella produzione delle nuove «fake-meraviglie».

Una moda in senso etico e sostenibile è quindi possibile, ed è ancora più chic.