Ripartenza, è questo il progetto ambizioso a cui gli stati mirano dopo aver vissuto due anni di pandemia. Il covid-19 che ha rivoluzionato la nostra vita in tutti i suoi aspetti, è ancora un nemico e il vaccino è, al momento, la miglior arma che si ha per annientarlo. Vaccinarsi è, allora, ad oggi l’unico modo per ripartire con sicurezza. Ed ecco che subentra un’altra parola chiave di questi anni. Proprio per garantire sicurezza e ripartenza, è stato introdotto il Green Pass, un semplice codice a barre bidimensionale avente lo scopo di agevolare la libera circolazione.
Per l’Unione Europea il Green Pass è il passo successivo al vaccino che può fare la differenza. In Italia, però, è stato considerato come un documento utile per viaggiare in Europa o all’interno della stessa Nazione. Un modus operandi poco sufficiente a garantire la reale sicurezza territoriale. Motivo per cui, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri avrebbe optato per l’alternativa francese: Green pass obbligatorio per l’accesso in diversi luoghi.
L’esempio della Francia di Macron, un’ipotesi che potrebbe rendere efficiente il Green Pass anche in Italia
Quello dell’obbligatorietà del Green Pass è stato un passo decisivo per il governo francese. Avendo imposto come condizione primaria per entrare all’interno diversi luoghi il possesso del suddetto certificato verde, la popolazione si è in qualche modo adoperata per ottenerlo. Ciò significa, dunque, che il Green Pass obbligatorio ha rappresentato in Francia un incentivo da parte del governo alla vaccinazione dei cittadini.
Non solo, quindi, già da inizio agosto in Francia bisognerà avere il Green pass per viaggiare in aereo, treno o pullman, ma anche per compiere semplici operazioni quotidiane. Prendere un caffé al bar? Serve il documento che certifichi l’avvenuta vaccinazione. Lo stesso vale per ristoranti e luoghi pubblici e culturali. Inoltre, il presidente Macron ha deciso di continuare lungo questa severa presa di posizione estendendo, entro il 15 settembre, l’obbligo vaccinale al personale sanitario non ancora vaccinato.
Medici, infermieri e tutti coloro i quali svolgono un lavoro in ospedale non potranno essere esenti dal vaccino contro il covid-19, pena la sospensione dello stipendio. Una misura che lede in qualche modo la libera decisione, ma d’altro canto mira alla parola chiave di questi ultimi tempi: la sicurezza della popolazione. In questo, però, è giusto sottolineare come già dal 1° aprile l’Italia avesse introdotto il medesimo decreto per il personale sanitario, anche se con scarsi risultati.
Sono le varianti, in particolar modo quella Delta, a preoccupare l’Italia. Il Green Pass obbligatorio potrebbe essere una giusta condizione per prevenire, dunque, l’aumento dei contagi.
Sono, appunto, settimane decisive per il governo italiano che vorrebbe un aumento delle richieste di vaccinazione così come avvenuto in Francia. Affinché ciò accada, l’esempio francese potrebbe essere una strada percorribile, ma sono ancora tanti i punti interrogativi e i contrari.
Il punto di vista della proposta di Sileri è semplice, e può essere racchiuso in una sua dichiarazione rilasciata al Messaggero:
Il Green pass oggi è un mezzo per non tornare indietro quando i contagi saranno più elevati
Allo stesso modo, il sottosegretario alla Salute, considera assurdo l’isolamento per chi ha già completato il ciclo della vaccinazione. Insomma, tante le condizioni da rivedere.
A sostegno di Sileri, si legge da Rai News, anche il Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo, che considera tale sistema come “una spinta” verso la vaccinazione. Tra i virologi, invece, il primario di Malattie infettive all’ospedale di Pisa, Francesco Menichetti, considera anche un’eventuale tappa intermedia prima di procedere all’obbligatorietà. Ad Adnkronos Salute ha, appunto, dichiarato:
“La proposta di Green pass deve essere essenzialmente quella che è stata per la Francia e cioè un grosso invito ad aderire alla campagna vaccinale. E’ ovvio che deve essere una proposta seria che traccia una linea di demarcazione netta tra chi è in possesso del Green pass e chi no. Se non si identifica una lista precisa di privilegi per chi ne è in possesso il Green pass, non serve a nulla. Poi sta alla politica trovare la sintonia fine del provvedimento, che deve essere sufficientemente credibile e consistente per suscitare attenzione e adesione, ma anche sufficientemente sostenibile e quindi gestibile da non trasformarsi in una barzelletta”
Non manca, chiaramente, il punto di vista dell‘opposizione. Matteo Salvini ad esempio considera il modello francese assolutamente fuori discussione, dichiarando che l’esempio francese pare essere troppo estremo per gli standard italiani. Opinione che potrebbe essere condivisa dallo stesso Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Giorgia Meloni, dal canto suo, non può che considerare una simile proposta come “una follia anticostituzionale”.
Ed è infatti la messa in discussione della costituzionalità del Green Pass obbligatorio a rendere difficile procedere con la proposta
Tra questioni di privacy e libertà di scelta, nonché di differenze di procedure per l’ottenimento del Green Pass all’interno dell’UE, i dubbi sulla sua obbligatorietà sono ancora molti. Anche se già in Italia il certificato verde era necessario per accedere a diversi eventi, l’esempio francese renderebbe ancora più determinante il suo utilizzo.
Tuttavia, secondo diverse statistiche, anche gli elettori delle opposizioni sembrerebbero essere favorevoli al Green Pass obbligatorio. I “meloniani”, così si legge da Open, sono persino il 59,7% ed ovviamente i più favorevoli con il 93% sono, invece, gli elettori del Partito Democratico.
Due italiani su tre accetterebbero di seguire l’esempio di Macron, tuttavia la discussione è tutto fuorché chiusa. Al contempo, però, si deve agire in fretta dato che i contagi stanno aumentando e si deve puntare a tenere a bada le varianti. In attesa di ulteriori aggiornamenti, si fa appello alla responsabilità civile una risorsa essenziale per garantire sicurezza.