Nel 1977, il regista John Badman raccontava lo scoppio de “La febbre del sabato sera” a Brooklyn nella celebre pellicola che consacrò John Travolta nel mondo del cinema internazionale. Adesso, nel 2018 a scoppiare negli States è un’altra febbre, per nulla musicale: la febbre da bidet.
Sanitario d’uso comune per l’igiene intima, il bidet deve il suo nome alla parola francese bidet, che indica il pony, per via della posizione fisica che il bidet richiede, molto simile a quella necessaria per cavalcare. Nato in Francia da un’intuizione di Christophe Des Rosiers, venne istallato per la prima volta alla corte di Maria de Medici, quando salì al trono di Francia nella prima metà del XVII secolo, per poi diffondersi un po’ alla volta. Ciò nonostante, nel paese di Napoleone, questo sanitario ha perso popolarità nel corso degli anni per ragioni di economia di spazio.
Al contrario, il bidet ha registrato un grande successo in Paesi come Grecia, Spagna, Portogallo e Germania e in particolar modo Italia, dove la sua installazione è obbligatoria dal 1975, il bidet è presente anche in Brasile, Paraguay, Cile, Argentina, Uruguay ed è abbastanza comune anche in Medio Oriente. Piuttosto difficile da trovare, invece, nel Regno Unito, in cui secondo un sondaggio del 1995 è utilizzato solo dal 3% della popolazione. E nei civilissimi Stati Uniti?
Definito per anni l’incompiuto dei bagni americani, trattato come oggetto alieno nella cultura a stelle e strisce e non solo, fino a qualche anno fa il bidet compariva raramente nelle toilette delle townhouse o dei grattacieli di Manhattan, a meno che non si trattasse di appartamenti di proprietà di italiani d’origine o di personaggi facoltosi rimasti folgorati da quell’oggetto sconosciuto durante una vacanza nel Belpaese. Adesso, invece, tutti lo vogliono.
Dal 2010 in poi, infatti, le vendite sono aumentate almeno del 10% ogni anno, e nel 2016 se ne sono venduti il 30% più dell’anno precedente. A desiderare il “piccolo cavallo”, come riportato dal sito BidetKing.com, sono principalmente gli uomini e le donne tra i 55 e i 70 anni, anche se nell’ultimo periodo i bidet stanno diventando trendy anche tra le generazioni più giovani. Sembrerebbe, infatti, che siano proprio i Millennials, ad aver scoperto la sua grande utilità, sia da un punto di vista igienico sia ambientale.
Il fenomeno potrebbe essere una conseguenza delle nuove indicazioni che i medici americani stanno fornendo soprattutto ai più giovani sui problemi che possono insorgere a causa di una scarsa igiene personale, come la prostatite batterica o le infezioni urinarie. Acanto a questo, però, sembrerebbe che gli americani abbiano anche capito il risparmio che deriva dall’uso del bidet: in genere, infatti, sono 40 i rotoli di carta igienica che mediamente un americano usa all’anno, quantità che sale ai 150 a famiglia, consumo che potrebbe ridursi almeno del 75% con l’uso del bidet. Infine, non sono da sottovalutare i vantaggi ambientali. E chi ha una casa piccola?
Niente paura, gli americani hanno già trovato la soluzione. Per chi vive in metropoli come New York, dove i bagni sono spesso di dimensioni molto ridotte, i produttori propongono il washlet, il water-bidet, una tazza che ha la funzione bidet incorporata già in uso in Giappone. Ovviamente, l’ offerta prevede due versioni, una economica e una di lusso.
Con 300 anni di ritardo, dunque, anche gli yankees si arrendono alla comodità del bidet, superando quei pregiudizi e quei tabù legati all’igiene personale e alla storia stessa di questo dispositivo.