Fuori Salone e le cappe di Burberry: dall’arte alla couture

Un’evoluzione dall’arte alla couture; una metamorfosi dal bronzo ai pizzi e merletti; una commistione di moda, duttilità e tecnica. Queste le linee guida della mostra The Capes Reimagined, che Burberry presenta in occasione del Salone del Mobile 2017 a Milano avvalendosi dello scultore Henry Moore come punto di partenza.

La plasticità e la proporzionalità di tale artista britannico hanno infatti ispirato la collezione di 30 cappe di alta sartoria in edizione limitata.
Pizzi e trine, perle e brillanti, intrecciati e tessuti a mano con tecniche raffinate che combinano il fasto dei costumi romantici con i volumi dell’arte contemporanea; è la capacità del brand di rinnovarsi, di dimostrare ulteriormente il suo prestigio.
Un rinnovo che poggia oltretutto su uno dei primi capi storici di Burberry – la cappa per l’appunto – in produzione dal 1880, a conferma dell’accuratezza impiegata dall’azienda nell’utilizzo di una nuova chiave di lettura che va oltre i canoni della moda, pur ponendo l’attenzione sulla tecnica e i materiali esclusivi.

La collezione ha esordito nella sfilata di Febbraio 2017, e una parte è stata esposta nella mostra Henry Moore: Inspiration & Process a Makers House a Londra; attualmente le opere sono protagoniste di una mostra itinerante che farà tappa a Milano dal 3 al 9 aprile, all’interno del flagship store di Burberry in via Montenapoleone 12.

Una volta entrati nello spazio adibito all’esposizione, il contrasto tra le pareti nude e scure e i colori chiari delle cappe suscita prontamente una sospensione sensoriale. Ci si immerge in una bianca schiera apparentemente inanimata in cui il silenzio regna sovrano; ma se si ascolta meglio ci si accorge che in realtà quei capi hanno una vita, una storia di perle e di raso da raccontate.
Gli scatti in bianco e nero del fotografo inglese Jack Davison, racchiusi in un elegante libro rilegato a mano, testimoniano questo straordinario processo di trasmutazione; il professionista attraverso i suoi scatti è riuscito a immortalare l’imponenza e l’austerità che solo Burberry con il suo capo principe sa trasmettere, e al tempo stesso una nuova vitalità sancita dal nuovo connubio artistico.