Le necessità ecologiche ed energetiche non incontrano una forza lavoro adeguata.
Nonostante il 2022 abbia rappresentato un anno chiave per il comparto fotovoltaico, con ulteriori incrementi pari al +11% rispetto al 2021 secondo i dati rilasciati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), l’assenza di professionisti qualificati rischia di imporre un freno all’intero processo di transizione green.
È quanto emerso da una recente analisi di S&P Global Market Intelligence, che ha evidenziato come il boom delle rinnovabili si trovi ad affrontare una difficoltà sempre più strutturale nell’assumere figure con una formazione specifica.
Un problema che riguarda soprattutto l’Italia, al centro degli obiettivi climatici ed energetici imposti dall’Unione Europea ma afflitta da una forte carenza di manodopera qualificata.
Il rischio è quello di perdere una grande occasione, sia sotto il profilo sostenibile sia sotto quello occupazionale. Secondo una ricerca dedicata alle prospettive in ambito rinnovabili, realizzata da Assosomm e Censis, la congiunzione tra fotovoltaico ed eolico darà vita nel nostro Paese a oltre 150mila nuovi posti di lavoro.
Daniele Iudicone, Ceo di Fotovoltaico Semplice (brand del Gruppo IMC Holding), spiega che “la figura fondamentale, e di cui al momento c’è maggiore necessità nonché carenza, è quella della manodopera qualificata. Nello specifico, chiunque operi in questo settore sperimenta la mancanza di installatori di impianti fotovoltaici. Si tratta di una professionalità assolutamente indispensabile, perché afferente al mondo dell’elettricità e con competenze applicabili a tutto il comparto rinnovabile. Grazie alle sue competenze specifiche è fondamentale non soltanto nell’installazione di moduli e batterie, ma per l’intera impiantistica fotovoltaica. Altre figure molto ambite sono quelle progettuali, come ingegneri, progettisti fotovoltaici e periti elettronici”.
Un mondo in rapida evoluzione, quello fotovoltaico, in cui il boom di nuovi posti di lavoro si sposa alla richiesta di nuove competenze richieste dal mercato.
“Oltre alla manodopera – prosegue Iudicone – le principali competenze sono legate alla vendita e a figure molto importanti come quelle dei consulenti e dei project manager. Ai consulenti energetici è sempre più richiesto di dotarsi di nozioni tecniche, e si tratta di un lavoro che va formato direttamente dalle aziende e permette di fare analisi energetiche dettagliate e su misura. Il project manager, invece, è in grande ascesa perché con l’aumento costante di impianti sul territorio nazionale, le aziende si stanno dotando di figure interne in grado di seguire e gestire tutte le competenze professionali necessarie per la buona riuscita di un impianto. Il suo ruolo è quello di seguire i rapporti con gli istituti di credito del cliente, con i progettisti che fanno i sopralluoghi e gestiscono la fase di installazione, nonché con gli uffici acquisti per l’approvvigionamento della merce. È una figura che funge da raccordo, insomma, con tutti gli attori chiave e necessari alla realizzazione di un impianto fotovoltaico”.
E se la futuribilità dei lavori in ambito rinnovabili trova tutti concordi, essendo la maggioranza degli edifici aziendali e residenziali ancora sprovvisti di impianti solari, a fare la differenza sarà la formazione.
“La formazione dei professionisti energetici dovrebbe iniziare negli istituti professionali, magari con corsi ad hoc, o tramite corsi di specializzazione post-scolastici. L’obiettivo è quello di consentire a sempre più ragazzi di apprendere le nozioni basilari e le competenze tecniche per poter immettersi in un mercato molto florido, per poi garantirgli esperienze sul campo. Si tratta di lavori molto qualificati che subiranno incrementi enormi nei prossimi anni e decenni; e rappresentano, a tutti gli effetti, un solido investimento per il futuro”, conclude Iudicone.