Esiste un’app per riconoscere ogni cosa (anche i fiori)

La tecnologia ha certamente stravolto le nostre vite, spesso semplificandole ed aiutandoci. Molte volte per cose certamente necessarie e ragionevoli, altre un pò meno. Nei nostri smartphone sono scaricate decine di app: quella per il conto delle calorie, quella per la lista della spesa, quella per controllare il conto in banca, le telecamere di sicurezza a lavoro.

Poi ci sono quelle che ci aiutano… nelle sciocchezze! Ebbene sì: abbiamo scaricato app che ci fanno fare video modificando le nostre voci, che cambiano le nostre foto e …. che riconoscono le canzoni!

Shazam, infatti, è stata la rivoluzione per gli smemorati e per tutti coloro che non potevano fare a meno di scoprire il titolo di una canzone appena sentita! Basta aprire l’app, cliccare sul cerchio azzurro che appare sullo schermo, e il dispositivo ti svela il nome della canzone e del suo autore proprio mentre la stai ascoltando. Fantastico!

Oltretutto Shazam è anche gratuita. Fino a qui tutto bene: accendi la radio, senti una canzone, ne scopri il titolo. Poi però ti svegli una mattina ed inizi a canticchiare qualcosa, un motivetto, un ritornello, una di quelle cose che ti entrano in testa e non se ne vanno più, sicuramente non fino a quando non riesci a far mente locale su cosa tu stia cercando di cantare. No, Shazam in questo caso non funziona; riconosce soltanto le canzoni sulla loro base originale!

Non preoccupatevi però, una nuova app è arrivata in soccorso di noi smemorati: il suo nome è SoundHound ed è l’evoluzione di Midomi.  Riconosce le canzoni anche se sono cantate da uno sconosciuto, anche se questo non è intontissimo e se il testo non è cantato in lingua originale; il tutto avviene grazie ad un database digitale in continuo aggiornamento, grazie anche ai continui contributi degli utenti. L’originale sito internet di Midomi resta  consultabile in modo del tutto free da chiunque sul web, a prescindere dall’acquisto dell’app di Soundhound per telefono.

Un’ ulteriore alternativa è Musipedia: disponibile gratuitamente online, permette di ricercare un brano sia fischiettando la melodia nel microfono, che battendone il ritmo con la tastiera, che inserendo porzioni di testo o suonandone le note con il mouse o con una tastiera virtuale. Un tipo di ricerca comunque non  fattibile proprio da tutti.

Anche questo sito, che alla varietà di opzioni contrappone lo svantaggio della sua innegabile lentezza, accetta il contributo degli utenti per ampliare il suo archivio.

Un ultimo metodo, decisamente più lento di qualsiasi altra soluzione, ma con potenzialità “social”, è inviare una registrazione della melodia canticchiata ad una delle tante communities nate sul web a questo preciso scopo, come Name my TuneWatzatsong.com, ed attendere le risposte degli altri utenti, sperando ovviamente nella loro serietà!

Gli ideatori delle app, vedendo quanto la nostra memoria è labile e bisognosa di aiuto, hanno anche creato app che riconosco i fiori ed animali. Un esempio ne è Seek, che permette il  riconoscimento delle immagini e fornisce agli utenti informazioni reperite direttamente da Wikipedia.

E’ un app ideata anche per  aiutare i bambini; gli utenti infatti possono ricevere badge per ogni nuova specie fotografata durante le loro “avventure” all’aria aperta, rendendo l’app più interattiva e attraente per i più piccoli, che possono usufruirne grazie agli smartphone messi a disposizione dei genitori (ovviamente!).

L’app fornisce anche un elenco di specie che gli utenti possono  trovare nelle vicinanze, grazie  ai servizi di geolocalizzazione. L’app può ora riconoscere oltre 30mila specie, ma il numero è destinato a crescere insieme al database di iNaturalist, community co-fondata nel 2008 da alcuni di studenti dell’Università di Berkeley e che mira a far conoscere specie di animali e di piante.

Ricordiamoci sempre di non essere troppo schiavi della tecnologia, ma di utilizzarla per ampliare le nostre conoscenze!

Sharon Santarelli