Epic drunk fails: le 8 sbronze epiche prese almeno una volta nella vita

“Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere” diceva Charles Baudelaire. Se consideriamo, poi la locuzione latina “In vino veritas” il significato è ancora più chiaro:  chi beve troppo non ha più freni inibitori e si trova a dire la verità. Lo sapevano bene gli antichi romani, che non perdevano occasione per lasciarsi andare all’ebrezza dell’alcool in nome del Dio Bacco. Lo sanno bene anche gli italiani che proprio non rinunciano ad una secolare e onorata tradizione di sbronze. Ogni occasione è buona per alzare in alto i calici, per festeggiare o per dimenticare quello che si sta celebrando. A chi non è capitato di lasciarsi conquistare dalla dolcezza di qualche long drink o dai fantasmagorici colori di qualche chupito all’ultima moda. Ebbene, oggi noi di Social Up abbiamo pensato a tutti i membri onorari del club “Una bionda è per sempre”, stilando una lista di sbronze epiche prese almeno una volta nella vita. Ognuno di noi reagisce in maniera diversa ai f(i)umi dell’alcool: tu che tipo sei?

LE SBRONZE EPICHE: LA “ROMANTICA”

Il peggior nemico di una sbronza? Il nostro cellulare. Il soggetto colpito da questo tipo di sbornia è quello più comune: inviando SMS in piena notte a tutta la rubrica e, soprattutto, all’ex di turno, si classificherà al primo posto come il pollice più veloce del West. Peccato che il giorno dopo nessuno apprezzerà il suo record, anzi verrà deriso da quelle stesse persone a cui, innocentemente, ha dedicato i suoi pensieri confusi in preda allo stato d’ebrezza. Per quanto riguarda l’ex, se siete fortunati vi risponderà con la solita: “Bevuto anche ieri, eh?”. Un consiglio: meglio lasciare a casa qualsiasi aggeggio tecnologico; il vostro ego vi ringrazierà.

LE SBRONZE EPICHE: LA “TRISTE”

Collegata alla prima tipologia, la sbronza triste, solitamente, colpisce i soggetti che hanno da poco troncato una storia d’amore o hanno subito una qualche delusione. Solitario come un lupo grigio, l’esemplare in questione si riconosce subito dalla postura ricurva, il gomito sinistro appoggiato al bancone del bar per reggere la testa con la mano, l’altra occupata da un superalcolico di ultima scelta, mentre farfuglia incomprensibili lagne. I lamenti non serviranno a molto, se non ad aumentare l’intolleranza del barista, che avrebbe già potuto chiudere senza il reading improvvisato de “Le memorie di un ubriaco triste”.

LA SBRONZA AGGRESSIVA

Solitamente l’esemplare colpito da questa tipologia di sbronza è un tipo tranquillo, calmo e mite come un agnellino. Eppure, basta un goccio del nettare degli dei per far emergere la sua doppia personalità. Il Dottor Jekyll/Mister Hyde in questione, si trasformerà nella persona più aggressiva di sempre, cominciando a provocare tutti e a perseguire un’inedita vocazione alla rissa. Quando poi si scontrerà con il campione del mondo di kung fu, allora non resterà che raccoglierne i resti sparsi per il locale.

L’ “ORSO – ABBRACCIA TUTTI”

Tra le sbronze epiche non può mancare la cosiddetta “Orso – abbraccia tutti”. Questo genere di sbronza si presenta come una voglia compulsiva di abbracciare tutti, dall’amico di sempre al cestino per strada. Chiunque si trovi nel raggio di 10 metri può essere la vittima sacrificale di questo rito, conoscenti e non. Una vera e propria esplosione di affetto che si traduce nel bisogno insensato di dichiarare a tutti il proprio amore. Si abbracciano uomini ma soprattutto donne, con annessi compagni che vorrebbero ricambiare l’abbraccio con i pugni chiusi. Solitamente l’orso abbraccia-tutti si trasforma in uno sbronzo triste, oppure le prende da uno sbronzo cattivo. In ogni caso, quest’esemplare è talmente amico di tutti che finisce la serata abbandonato in un angolo, con la fedele bottiglia di birra. Per la serie l’uomo che non deve chiedere mai.

LE SBRONZE EPICHE: LA “MOLESTA”

Chi non conosce questo genere di sbronza, la più comune in assoluto. Non c’è bisogno di molte parole ma un elenco di imprese epiche può chiarire perfettamente il concetto: provarci con tutti, provarci con tutte, provarci con la signora in pelliccia al bar, inviare registrazioni deliranti, fare chiamate deliranti, rotolare giù per una discesa per mettere alla prova le leggi della fisica quantistica, suonare ai campanelli nel cuore della notte e rimanere sotto il portone, distruggere qualsiasi oggetto durante il cammino, urlare, sbraitare, palpare tette, culi e pacchi: c’è bisogno di altro per spiegare il perché anche questa è tra le sbronze epiche?

LE SBRONZE EPICHE: IL “CUORE INNAMORATO”

La sbronza da cuore innamorato è un mix perfetto tra la sbronza romantica e quella molesta., e per questo rientra nelle categoria delle sbronze epiche. L’esemplare in questione, dopo aver prosciugato ogni goccia di alcool presente al mondo, correrà dalla sua amata, sognando di essere il protagonista di una delle tante commedie romantiche all’americana. Sotto il suo balcone urlerà il suo nome e si dichiarerà a lei: poco importa se il fatidico “Ti amo” è stato pronunciato con un fiato di vino in grado di fare le meches senza dover ricorrere al parrucchiere, se il naso è rosso, se il viso è sporco di fango dopo le tre o quattro cadute durante il tragitto, se la voce è farfugliante e se, invece di Rocky che grida “Adriana”, il ritratto più verosimile è quello di Peter Griffin: nulla ha senso di fronte all’amore!

LA SBRONZA DEL POETA MALEDETTO

La sbronza del poeta maledetto colpisce per lo più una precisa categoria: gli idioti. Convinti di essere il nuovo Bukowski, Baudelaire o il De Andrè di turno, il soggetto in questione assumerà le sembianze dello scrittore travagliato, alcolizzato e se possibile drogato, immerso in un ciclone d’autodistruzione innescato dal profondo mal di vivere dovuto alla sua sensibilità. Solitamente, si tratta di un tipo di sbronza che si prende in compagnia e consiste nel bere a canna una bottiglia di vino o di alcool scadente, giusto per dare l’immagine di un giovane artista squattrinato a cui si può togliere tutto ma non la sua “arte”. Citazioni, aforismi veri o inventati, motti, poesie lette senza metrica ed espressioni “ad cazzum” caratterizzano i discorsi di quest’esemplare, che molto spesso rischia di prenderle da qualche sbronzo cattivo, stanco di sentire la versione autobiografica de “I dolori del giovane Werther”. Non temete: nella maggior parte dei casi, dopo aver dipinto una tela impressionista con il vomito sul pavimento, lo sbronzo maledetto si dilegua alla stregua del Fantasma dell’Opera!

LA SBRONZA “BLACK OUT”

Ed infine tra le sbronze epiche per eccellenza, ecco quella leggendaria che non dimenticherete mai, soprattutto perché non ne conservate alcun ricordo. Dallo stato d’ebrezza al coma etilico il passo è davvero breve: lo sa bene il soggetto in questione, che senza capirne il motivo si ritroverà con la faccia a terra tra il muro e la macchina nel disperato tentativo di adempiere ai suoi bisogni fisiologici. La sbronza black out si conclude solitamente in ospedale, tra le risate di amici ed infermieri e le urla di un padre incazzato, che attende solo il momento di scatenare la sua ira funesta. Si tratta di una vera e propria esperienza extra-corporea che lascerà come segni indelebili i lividi e ricordi sconnessi. No, non avete passato una notte da leoni, piuttosto una notte da cazzoni!

Catiuscia Polzella