Elegia americana: su Netflix legami bipolari e sogni rurali di riscatto

Su Netflix dal 24 novembre Elegia americana per la regia di Ron Howard, malgrado le dure critiche ricevute negli States  è a nostro parere un film di ottima fattura, che potrebbe essere protagonista agli Oscar 2021.

Una pellicola decisamente consigliata del catalogo Netflix, che brilla innanzitutto per le eccellenti interpretazioni femminili di Glenn Close e Amy Adams. L’intensità drammatica del film e delle due interpretazioni ci fa ipotizzare che possano essere entrambe candidate all’Oscar come migliori interpreti femminili (attrice protagonista e non protagonista).

La pellicola segna un graditissimo ritorno del regista Ron Howard (A Beautiful Mind, Cinderella Man, Rush, alcuni dei suoi film più celebri, di una filmografia ricca e sempre degna di attenzione), che si cimenta nel ricostruire in modo pedissequo una storia vera, un drammatico e affatto scontato “sogno americano“, una sofferta ascesa, dalla periferia dell’Ohio fino a Yale e a traguardi insperati.

La trama del film inizia con un evento: il ricovero in ospedale della madre costringe il protagonista maschile J.D. Vance (buona prova di Gabriel Basso) a ritornare in Ohio per assisterla. Una scelta difficile quella di ritornare nei luoghi dell’infanzia, considerato il doloroso passato che lega il ragazzo alla madre, tra l’altro in un momento cruciale della sua vita, in cui, da poco laureato, sta cercando lavoro come avvocato, dopo una vita di sacrifici volti a raggiungere tale traguardo.

La pellicola di Ron Howard alterna passato e presente, per ricostruire le complesse vicende familiari che hanno caratterizzato e caratterizzano la vita del protagonista. Lo fa concentrandosi su aneddoti cruciali e dettagli che fanno intendere lo smarrimento di J.D Vance in una vita di provincia che avrebbe potuto portalo facilmente a perdersi.

Centrale nella disfunzionalità del nucleo familiare è senza dubbio la madre, interpretata da un‘incredibile Amy Adams in odore di oscar (statuetta a lungo caldeggiata, grazie a numerose interpretazioni memorabili, tra cui quella in Arrival). Il carattere borderline della donna, probabilmente affetta da bipolarismo, aggravato dall’utilizzo massiccio di droghe, segnano fin dal principio la vita di tutti coloro che le stanno intorno: rendendo qualsiasi  situazione instabile, transitoria, fallace e destinata al fallimento.

La storia vera dietro a Elegia americana di Netflix

Elegia americana di Ron Howard è davvero intenso lì dove racconta i picchi di instabilità della donna e mostra una verosimiglianza che suscita angoscia, la stessa provata dal protagonista, che, ragazzino, si trova a non avere alcun punto di riferimento, isolato dal mondo, pur possedendo un’intelligenza fuori dal comune.

Quella stessa angoscia, viene allo stesso tempo evocata nel presente filmico: sebbene adulto il protagonista è costretto ad affrontare nuovamente i suoi demoni, forse, finalmente, a comprenderli davvero e ad accettarli. Il vittimismo della madre, così come la sua arroganza disperata verso i figli, che tratta più come sponde a cui aggrapparsi, piuttosto che come persone da amare e da accudire; ma anche la sua incredibile pena e la sua immane solitudine sono tutti elementi che compongono una personalità difficile, su cui è impossibile emettere un giudizio semplice e definitivo…

Tutte queste molteplici emozioni, il film è in grado di descriverle con dovizia di particolari: merito di un agile regia, di una sceneggiatura che trae ampi spunti da una vicenda reale, attingendo al romanzo omonimo autobiografico da cui è tratta, il bestsellers di J.D. Vance per l’appunto; di interpretazioni memorabili. Ciò che colpisce è la verosimiglianza del racconto familiare. In ciò è fondamentale l’altra figura femminile, la nonna interpretata da Glenn Close. Incredibile “il travestimento” dell’attrice, che, dalle foto di repertorio mostrate al termine della pellicola, risulta davvero perfetto per ricostruire l’immagine della donna: ingobbita dalla fatica della vita, anche lei vittima di legami familiari distorti e conflittuali; eppure in grado di comprendere i propri errori e cercare di offrire una via di fuga al nipote.

Come in Cinderella Man, riscatto di un pugile dopo la Grande Depressione, Howard racconta la risalita, un sogno americano che qui parte dall’America rurale (non a caso il titolo originale, meno fuorviante di quello italiano è Hillbilly Elegy, dove Hillbilly è un aggettivo che qualifica appunto l’America rurale da cui ha origine la storia).

Elegia Americana: cast, trama e trailer! - DEJAVU'

L’autore riesce a rendere l’assoluta immobilità dalla periferia, una prigione soffocante, ma pur sempre il luogo della propria infanzia. Forse, anche una risorsa, lì dove costringe a fare di tutto pur di allontanarsi da essa. Una regia efficace dunque, da grande narratore, quale Ron Howard ha sempre dimostrato di essere. Nel film si riscontra tra l’altro la stessa finezza psicologica di A Beautiful mind nel descrivere il disturbo mentale (qui il bipolarismo, lì la schizofrenia).

Nonostante questo, Elegia americana è troppo frettoloso nel finale, cui si sarebbe potuto aggiungere qualche tassello in più: la rivalutazione del passato da parte del protagonista, infatti, appare troppo repentina e rapida, lì dove un ulteriore conflittualità avrebbe invece reso la pellicola ancora più densa e interessante, piuttosto che affidarsi ad un patriottismo e ad un finale patetico che sminuisce un po’ quanto visto precedentemente.

Nel complesso, nonostante i toni drammatici anche forti, si tratta di un film dalla carica positiva. Catartico, come lo è rivalutare se stessi e il proprio passato. Da vedere.  Assieme a Il Processo ai Chicago 7, un film su Netflix che potrebbe essere protagonista agli Oscar 2021.

Elegia Americana, da novembre al cinema e dal 24 novembre su Netflix - MYmovies.it

Un discorso a parte merita il dibattito che il film ha suscitato negli States: molti critici, tenendo conto del romanzo di J.D. Vance, che di fatto ha assunto una dimensione politica, riproponendo il dibattito tra le due anime dell’America (conservatrice e progressista) non hanno apprezzato l’adattamento cinematografico che poco si concentra sul dibattito politico ed ha invece una funzione diversa, quella di raccontare una storia autobiografica, piuttosto che di evidenziare i tratti dell’America conservatrice e rurale. Insomma la matrice politica è quasi assente nella pellicola di Howard, che è più un dramma familiare e ciò non è stato apprezzato da molti.

Francesco Bellia