Disneyland USA, da parco divertimenti a centro di vaccini anti covid-19

Disneyland, quella americana situata nella città di Los Angeles, non è più il luogo che ricordiamo. Il covid-19 le ha fatto chiudere momentaneamente i battenti. Non potendo dare gioia ai milioni di visitatori che ogni anno vi accorrevano da tutte le parti del mondo, ha deciso allora di fare la differenza diventando un enorme centro di distribuzione dei vaccini anti covid-19.

Disneyland anti covid-19

Il parco divertimento, inaugurato ad Anaheim nel 1955, rappresenta oggi – come riportato dal Corriere – un super-centro per vaccini. Da marzo ha dovuto chiudere le sue porte al grande pubblico per evitare assembramenti e contagi epidemiologici. Tuttavia, da un po’ di tempo ha deciso di riaprire sotto un’altra veste.

Prima al suo nome venivano associati solo momenti di spensieratezza, ricordi felici e puro divertimento. Oggi, purtroppo, tutto questo passa in secondo piano cercando di passare all’azione anti covid-19, per quel che si può.

Disneyland, una risorsa contro il covid-19

Il covid-19, lo ricordiamo, ha messo alla prova tutto il mondo e neanche  l’America, il paese che vanta un ottimo sistema sanitario, è stato capace di gestirlo.

Che il covid-19 abbia rivoluzionato qualsiasi aspetto della nostra vita sociale è un dato di fatto. Che abbia influito notevolmente nelle nostre relazioni interpersonali è ovvio. Che abbia avuto un impatto non indifferente nell’aspetto economico in diversi settori è davanti agli occhi di tutti.

Tra questi sicuramente il settore turistico e le sue attrazioni, le quali hanno subito una notevole perdita, ma che oggi cercano di reagire.

Tra l’altro, i parchi divertimento negli Stati Uniti erano già stati utilizzati come alternativa immediata per non porre un freno alla vita normale, che in America è fatta anche da grandi eventi sportivi.

Disneyland anti covid-19
Fonte: BasketUniverso

Ricordiamo Disney World, in Florida che nel 2020 ha ospitato uno dei migliori campionati di basket del mondo: . I giocatori, hanno potuto, infatti, giocare a basket e portare avanti il campionato perché totalmente isolati. Tutto questo grazie alla messa a disposizione del parco, dei suoi spazi e hotel inclusi.

Oggi, però, il vaccino è  lo step più importante da fare per evitare di contrarre il virus.

Un anno pieno di regole, restrizioni, mascherine e quarantene è già passato. Attenzione, sono stati passi fondamentali per favorire il contenimento dell’epidemia, ma non più sufficienti. Allora si sono fatti avanti quei grandissimi posti, come Disneyland, che da sempre hanno goduto di fama, e che d’ora in poi saranno ricordati anche per essere entrati in scena, in maniera significativa, nel corso dell’emergenza da covid-19.

Disneyland ed altri grandi centri, a sostegno del vaccino anti covid-19

Los Angeles, anche grazie al clima più caldo, non aveva avuto un numero di casi così elevato all’inizio del contagio con rispetto ad altre città americane.

La situazione, però, negli ultimi mesi è degenerata ed ha spinto le autorità a trovare soluzioni immediate. Tra queste, garantire una maggiore celerità sulla distribuzione popolare dei vaccini.

Questo significa, tra l’altro, cercare dei posti in grado di ospitare e contenere, seppur reinventandosi, tutto il necessario affinché ciò avvenga.

Infatti, non solo Disneyland ad Anaheim, ma anche altre grandi sedi come lo stadio di baseball di Los Angeles, o l’Expo di Sacramento sono stati adibiti a centri vaccinali. Il tutto nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e con grande orgoglio e coraggio nel voler a tutti costi aiutare.

La California è stata costretta ad un contrappasso dovuto alle sue stesse scelte.

Infatti, dal Corriere leggiamo che lo stato americano in questione ha sempre goduto di un ottimo sistema sanitario in cui, però, vi era una forte carenza di posti letto.

Il motivo è semplice, la popolazione californiana era per lo più “sana”, e allora per non far pagare un prezzo superiore di ospedali per la maggior parte vuoti, ai propri cittadini, si era deciso di tagliare i fondi sui posti letto.

Per non parlare del fatto che molti ospedali più vecchi sono stati nel tempo abbandonati per rischio di terremoti. Da qui, l’esigenza di trovare spazi alternativi in cui unirsi nella lotta contro il covid-19.

D’altro canto, un po’ tutti abbiamo dovuto reinventarci a causa della pandemia. Abbiamo imparato a lavorare da casa in smart-working, e ormai fatto l’abitudine nell’indossare la mascherina.

Si tratta solo di una minuscola parte che ha coinvolto tutti. Uno sforzo che nel suo piccolo ha aiutato nel corso della pandemia a fare la differenza per tornare il prima possibile alla vita normale.

Una volta risolto il problema legato agli spazi di distribuzione del vaccino, la preoccupazione a Los Angeles riguardano ora le dosi, le quali risulterebbero essere insufficienti per garantire il diritto al vaccino ad una popolazione sempre più in crescita. Problematica che accomuna diverse città americane e non solo.

Nella speranza che questa situazione delicata si possa risolvere nel minor tempo possibile, ci si limita a dire che è stato comunque un bell’esempio quello offerto da Disneyland e simili. Hanno dimostrato con i fatti quanto la salute venga davvero prima di tutto. Tutto ciò anche per tornare al più presto, ci auguriamo, a divertirsi e ridere in quei parchi divertimento che tanto amiamo, anche senza mascherina.

 

 

Giulia Grasso