Disney: l’anno d’oro dell’impero del Topo

Il 2017 volge ormai al termine, ed è tempo di bilanci, per noi come per la Walt Disney, il colosso dell’intrattenimento che sembra sempre più intenzionato a conquistare il mondo.

Le dedicheremo una panoramica di fine anno, passando dai singoli film ai franchise alle operazioni commerciali, per poi tornare alla cinematografia con qualche consiglio su cosa guardare durante queste vacanze.

Già a marzo la casa del Topo ha fatto parlare di sé con l’uscita del remake live action di La Bella e la Bestia, il classico d’animazione che per primo fu candidato all’Oscar come miglior film. Con l’amatissima Emma Watson come protagonista e l’ottimo Dan Stevens nel ruolo della Bestia, nonché un Josh Gad decisamente in forma a interpretare il primo personaggio omosessuale di un film Disney, la pellicola si è avviata verso un successo sicuro ripercorrendo, con pochi cambiamenti significativi, l’originale degli anni Novanta.

Non sono mancati poi gli ennesimi sequel di saghe ormai piuttosto stanche: il nuovo capitolo dei Pirati dei Caraibi a maggio e Cars 3 (il guilty pleasure puramente commerciale della Pixar) a settembre.

Ormai però quando si parla di Disney si parla di franchise acquisiti più che di produzioni originali, e il 2017 è stato senza dubbio un anno fertile in questo senso. Cominciamo dalla Casa delle Idee: la Marvel ha sfornato I Guardiani della Galassia Vol. 2, un sequel degno del suo predecessore ma ancora più chiassoso, e Thor: Ragnarok, un film tanto anticipato quanto, a conti fatti, dimenticabile.

Infine, il tredici dicembre è uscito il nuovo episodio della saga cinematografica quarantenne acquistata da Disney, Star Wars: Gli ultimi Jedi. Per alcuni è, finalmente, il cambiamento che segna la rinascita dell’avventura cominciata con A New Hope (Guerre Stellari), per altri un tradimento che non si prende abbastanza sul serio; di certo The last Jedi non lascia indifferenti.

Ma il Topo non si è accontentato di supereroi e spade laser quest’anno, e ha voluto (di nuovo) fare la storia accaparrandosi buona parte della 20th Century Fox.

Per i nerd significa che i Fantastici Quattro e gli X-Men (più Deadpool) adesso sono veri e propri vicini di casa dei colleghi Iron Man, Starlord e compagnia: non restano troppi impedimenti a un ipotetico incontro dei due mondi.

Per tutti gli altri, si tratta di assistere all’ulteriore espansione di un titano vasto quanto l’Impero galattico che ingloba, di anno in anno, sempre più idoli immaginari e ricordi d’infanzia di sempre più persone: da Luke Skywalker a Homer Simpson, da Peter Parker ai protagonisti di Duck Tales – di cui, tra l’altro, ad agosto è uscita una nuova serie davvero spettacolare.

Dov’è finita la Disney del cinema d’animazione in mezzo a questo tsunami di acquisizioni, remake e proprietà intellettuali rivisitate? Non è andata da nessuna parte, e con l’avvicinarsi del Natale è pronta a tornare al cinema.

Esplorare specifiche tradizioni del mondo sembra essere la tendenza dominante: così Coco, in uscita il 28 dicembre, ci catapulta in Messico, nel giorno dei morti (Dìa de muertos), ad accompagnare un bambino con la passione per la musica e il suo antenato impossibilitato a raggiungere l’aldilà.

Il lungometraggio è accompagnato da un corto dedicato a Elsa e Anna, le protagoniste di Frozen, che ci porta in tutt’altra festività – il Natale – e in tutt’altre terre. Ciononostante, il “corto” – di ben ventuno minuti – ha suscitato più di una critica negli Stati Uniti proprio a causa della sua durata eccessiva, fino a essere eliminato dalle proiezioni.

Quanto al nuovo acquisto della Disney, la 20th Century Fox ha lanciato a sua volta un film animato per le vacanze: Ferdinand, basato sul libro Storia del toro Ferdinando di Munro Leaf del 1936, uscito il 21 dicembre in Italia. La storia è incentrata su un toro gentile, che non sopporta la corrida e gli stereotipi di violenza che circondano lui e i suoi simili.

Nella realtà la violenza dei tori viene spesso indotta appositamente per le manifestazioni in cui è ritenuta necessaria, con metodi piuttosto crudeli; forse questo cartone può essere l’occasione per tornare a discuterne, con i più giovani e non solo.

Il team dietro Ferdinand assicura di aver affrontato un profondo percorso di ricerca per realizzare un’opera che fosse sia intrecciata alla propria ambientazione specifica che capace di parlare a tutti.

Sembra proprio che produzioni come Kubo e la spada magica (creato da Laika e distribuito da Focus Features) e il più noto Moana (Oceania in italiano, un lavoro tutto disneyano) stiano facendo scuola per il futuro dell’animazione per ragazzi: non ci resta che sperare che le nuove creazioni mantengano lo stesso standard di qualità e goderci questi viaggi animati intorno al mondo – se non altro, per dimenticare il crescente strapotere Disney nell’intrattenimento.

Riccardo Rossi