Star Wars: The Last Jedi, perché andare a vederlo

Spesso i grandi eventi sono accompagnati da un grande investimento a livello mediatico e comunicativo. Nel mondo cinematografico numerose le pellicole che sono state e sono tuttora capaci di muovere un così grande meccanismo di promozione e di mercato.

A tal proposito il 12 Dicembre si è tenuta una delle più attese anteprime di questo 2017, alla Royal Albert Hall di Londra è stato proiettato Star Wars: The Last Jedi scritto e diretto da Rian Johnson. Sequel del primo capitolo Il Risveglio della Forza, il film è prodotto da Ram Bergman e Kathleen Kennedy, uscirà il 15 dicembre 2017 nel mondo ed è uscito in Italia il 13 Dicembre.

Vuoi per il richiamo nostalgico ad un simbolo generazionale vuoi per una quantità davvero notevole di nuovi personaggi entrati nell’immaginario della saga come nuovi eroi e beniamini, non poteva che aver bisogno di un impatto sul pubblico che fin dai primi trailer e dal primo capitolo della trilogia risvegliasse la passione e il senso di appartenenza ad una generazione ormai passata e allo stesso tempo destasse la curiosità dei più giovani.

Noi di SocialUp abbiamo avuto modo di vedere la pellicola in anteprima e oggi, giorno dell’uscita mondiale, vi raccontiamo il perché Star Wars – The Last Jedi è un film da andare a vedere.

Partendo dal presupposto che per chi ama la saga è imprescindibile sedersi in una sala cinematografica e gustarselo al meglio. Il film è un vero e proprio calderone di richiami ai film del passato e allo stesso tempo di idee e colpi di scena imprevedibili.

Rispetto a Il Risveglio Della Forza siamo di fronte ad una decisa evoluzione di personaggi, in primis Ben Solo aka Kylo Ren interpretato da Adam Driver, a cui viene data una caratterizzazione più definita e meno infantile: un villain che vivendo le contraddizioni della Forza proprio sulla sua personalità diventerà vero protagonista del capitolo.

Nonostante i personaggi principali assumano sfumature diverse e caratteri sempre più definiti (si notino la figura di Luke Skywalker interpretato da un ottimo Mark Hamill e la stessa protagonista Daisy Ridley) nel corso della visione si andrà incontro a personaggi apparentemente fondamentali per lo svolgimento del filone narrativo, ma che alla fine risulteranno essere comparse davvero poco influenti e la cui presenza rimane ancora immotivata all’interno del plot.

Il vero punto a favore di questo capitolo diretto da Rian Johnson è l’epilogo finale, ovvero lo scontro tra la Resistenza e il Primo Ordine di fronte alla base di comando dei ribelli: un gioco visivo davvero spettacolare che non può che lasciare gli appassionati a bocca aperta per la cura dell’immagine e per lo scontro tra i cieli davvero adrenalinico dove tutto sembra essere gestito con vera misura senza eccedere in inutili e fantasmagoriche esplosioni.

Vi è una ricercatezza stilistica a livello d’immagine che non lascia indifferente, partendo soprattutto dalla creazione di mondi e creature originali, dall’isola in cui alla fine de Il Risveglio Della Forza Rey incontra Luke che in questo capitolo viene assai raccontata e sulla quale si svolgono numerose scene, al mondo capitalistico di Canto Bight dove all’interno di un Casinò facciamo un tuffo in quelli che erano i jazz bar che tanto avevano appassionato gli spettatori fin dai primi capitoli diretti da George Lucas.

Siamo di fronte ad un film la cui realizzazione non è stata delle più facili e la resa finale sul grande schermo lascia adito ad un innumerevole scambio di opinioni. Se col primo capitolo della nuova trilogia J. J. Abrams aveva deluso le aspettative dei fans, Star Wars: The Last Jedi è un passo in più verso ciò che deve essere oggi come oggi questa saga, un insieme di rievocazioni di quelli che oggi potremmo definire film cult e novità necessarie all’interno di un mondo che molto ha raccontato e da cui è difficile trovare una vera e propria nuova identità.

Con l’entrata della Disney nel mondo di Star Wars, considerato più che giustamente un’istituzione cinematografica, bisogna tener conto di una quantità innumerevole di squilibri dopo la cessione dei diritti della Lucasfilm per circa 4.02 miliardi di dollari. La diversa direzione artistica, certamente più improntata verso le nuove generazioni (e forse è proprio per questo che i nostalgici storcono il naso), ha portato le nuove produzioni ad assumere un carattere differente più improntato alla spettacolarità visiva che all’importanza delle trame narrative e questa è la vera pecca di ciò che poteva essere reso anche a livello narratoriale un qualcosa di forte e unico.

Star Wars: The Last Jedi rimane un film che non ha la pretesa di rivoluzionare ma è capace di giocare con delicatezza tra gli equilibri di un passato cinematografico inimitabile e una quantomai modernità di tecniche cinematografiche in grado di rendere visivamente al meglio quel mondo che tanto ha appassionato e continua ad emozionare grandi e piccoli spettatori.