Fonte: blog.i-stella.com

Digitalizzazione e Fase 2: l’Italia è davvero pronta?

La settimana scorsa vi avevamo parlato dell’app Immuni, proposta per il tracciamento dei casi positivi al Covid-19 nella famigerata Fase 2 in Italia. Due giorni fa, nel giorno della festa dei lavoratori, è arrivata anche la firma del decreto, che contiene le disposizioni relative al sistema del tracciamento, da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Insomma è ufficiale, anche l’Italia ha deciso di ricorrere alla digitalizzazione durante la Fase 2 per il controllo ed il tracciamento del contagio. È arrivato, quindi, il momento per l’Italia di fare i conti con la digitalizzazione: a che punto siamo davvero?

Digitalizzazione: qual è la davvero la situazione in Italia?

Il rapporto del CER, Centro Europa Ricerche, dello scorso luglio 2019 forniva informazioni discordanti sul livello di digitalizzazione nel Belpaese, notizie un po’ confortanti, ma anche abbastanza pessimistiche.

Lo studio, infatti, riconosceva all’Italia l’impegno nell’adozione di nuove tecnologie, indicandola come lo stato membro che più stava accelerando in questo ambito. Tuttavia, però, tale accelerazione non corrisponde alla crescita della produttività grazie alla digitalizzazione.

La ricerca si è basata sulla costruzione di un indice digitale dell’economia e della società (DESI), capace di restituire un valore di sintesi sulla digitalizzazione di un Paese, basandosi su 5 variabili chiave: capitale umano, connettività, uso di Internet, integrazione di tecnologie e diffusione di servizi pubblici digitali.

L’Italia, risulta in grave ritardo riguardo ai paesi del Nord Europa, come Svezia, Olanda o Germania, ma risulta essere il paese “più innovativo”, si fa per dire, tra quelli dell’Europa del Sud (e ci mancherebbe).

In sintesi, quindi, l’Italia sta investendo nella digitalizzazione, con la predisposizione di servizi pubblici completamente online (es. Pago PA) e attraverso il potenziamento di infrastrutture (es. fibra su tutto il territorio), ma fa fatica a sfruttarne a pieno il nuovo potenziale, avendo ricadute minime in termini di produttività di imprese, cittadini e settore pubblico.

Digitalizzazione e Fase 2: apprendimento forzato?

Tornando ai giorni nostri, ad esempio, è lampante l’esempio di incompetenza digitale registrato sul portale dell’INPS qualche settimana fa, in occasione dell’apertura per la presentazione della domanda per ricevere i famosi 600 euro rivolti alle partite IVA colpite dalle misure restrittive di risposta alla pandemia.

Con l’introduzione dell’app Immuni sarà quindi necessario aumentare gli sforzi per educare ed alfabetizzare digitalmente l’intero popolo italiano, rivolgendosi soprattutto alle fasce d’età più “ignoranti digitalmente” che si rivelano essere anche le più restie a voler imparare. In che modo? Bella domanda.

Fonte: Linkiesta.it

Probabilmente non basterà rendere il download dell’app “volontario”, ma potrebbe essere necessario una sorta di obbligatorietà, almeno per i soggetti più a rischio o per coloro che, per motivi di lavoro, avranno necessità di muoversi spesso.

La digitalizzazione della maggior parte del Paese non solo costituisce una necessità, ma è un investimento per il futuro, sia per quanto riguarda la gestione della vita quotidiana, come la prenotazione di parcheggi tramite app o l’eventuale prenotazione di posti su mezzi pubblici, ma anche per la gestione di situazioni straordinarie.

Ad esempio è emblematico il caso della Korea del Sud, uno dei pochi paesi al mondo ad aver gestito la pandemia e l’andamento dei contagi con la tecnologia, tracciando i positivi con specifici software, evitando così di imporre per un lungo periodo misure altamente restrittive.

La pandemia ha cambiato molto della società, ci ha fatto rendere conto di cosa è davvero importante nella vita, quali sono le priorità, ma soprattutto che con l’attuale impostazione del sistema pubblico e della società italiana non è più funzionante.

La diffusione della cultura digitale all’interno del Paese è necessaria ed abbiamo ora l’opportunità per cambiare davvero per migliorare, non sprechiamola. La digitalizzazione sarà la chiave di volta per l’Italia nella Fase 2, dobbiamo farci trovare pronti.

Paride Rossi