Dacché esiste il mondo, esistono i bugiardi, dacché esiste l’internet esistono le bufale online. Non parliamo ovviamente di gustosissime mozzarelle che posso arrivare a casa vostra tramite e-commerce, ma di false notizie di vario genere che il più delle volte generano inutili allarmismi, ecco qui alcuni semplici consigli per difendersi.
Iniziamo con un po’ di curiosità, ma perché si dice “bufala”? Le risposte sono molteplici: “arifilà ‘na bufala“, sembra fosse un antico modo romanesco per esprimere il concetto di far pagare di più per qualcosa (tipo una mozzarella normale per una di bufala); un’ altra spiegazione verrebbe dal fatto che per trascinare i bufali i pastori usavano tirarli per l’anello al naso, da lì “prendere per il naso” e quindi “prendere in giro”. La “bufalata” invece, era un tradizionale palio semi-carnevalesco del 5/600 in cui era solito farsi degli scherzi che sembra col tempo abbiano assunto appunto il nome di “bufale”; un’altra vetusta tradizione, era quella di mimetizzarsi da bue o bufalo durante una sessione di caccia per poter meglio sparare agli uccelli, da lì il senso di “mascherare” una notizia; infine, chi è appassionato di enigmistica si sarà accorto che bufala non è altro che l’anagramma di “fabula” che tra i suoi significati ha anche frottola, fiaba, diceria… Fico no?
Per quanto riguarda il loro smascheramento procediamo con ordine, innanzitutto IL DUBBIO, oggetto fondamentale e preziosissimo da portare sempre con sé; LA MOTIVAZIONE a volte siamo incentivati a credere in qualcosa perché ci fa comodo, ma vale la pena lasciarsi trasportare nell’inganno? LE FONTI questo è veramente il punto cardine e vale la pena di snocciolarlo, e non riguarda solo chi ha condiviso/diffuso la notizia, ma soprattutto chi quella notizia l’ha scritta!
Come fonte “Lercio” è poco per niente attendibile, ma si sa, è un magazine online che punta volontariamente su bufale, notizie falsate o inventate, mentre ci sono altri siti che non ammettono esplicitamente di fare falsa informazione e puntano spesso al clamore o all’isteria di massa per aumentare il loro conto views. L’attendibilità di una fonte è data da diversi fattori, innanzitutto una fonte che si firma senza uno pseudonimo, significa che è disposta a metterci la faccia e può già essere un primo indizio di affidabilità, se è addirittura rintracciabile online (un dottore, un autore, un professionista rinomato…) allora avrebbe solo che da perdere ad inserire falsità sul web.
E’ vero l’abito non fa il monaco, ma un articolo pieno di refusi, errori grammaticali, tempi sballati ed un uso errato della terminologia, spesso e volentieri si rivela una cattiva uscita di pancia di qualche dilettante a cui piace sparare a zero su argomenti che magari nemmeno conosce, e questo perché a scatenare l’odio dell’utente medio, ci vuole meno di un attimo, e discussione chiama discussione in un loop infinito di visibilità per l’improvvisato autore.
Ovvero, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Internet, ha dato in mano a tutti la possibilità di condividere e far valere la propria opinione. Fantastico! Internet, ha messo in mano a TUTTI la possibilità di condividere e far valere la propria opinione. Porca miseria! Rendiamoci un attimo conto che sì, negli anni tantissima gente che magari non avrebbe potuto, ha portato grandissimi e importanti contenuti sul web, ma il fatto che chiunque possa portare contenuti, deve spingerci per forza ad una riflessione di qualità, soprattutto se questi contenuti derivano da blog che chiunque può aprire.
Questo è quanto, ricordiamoci che i primi campanelli d’allarme sono l’eccezionalità della notizia e la nostra predisposizione a crederci o meno, mentre i più veloci metodi di prevenzione sono la lettura (quando possibile) dei commenti sotto il link originale e una cara, sana, “vecchia”, ricerca con google per trovare fonti assolutamente attendibili. In più sono nati e stanno nascendo siti specializzati per la lotta alle bufale, vi lascio i link di quelli che io frequento di più, ossia Butac e Bufalopedia.
Per il resto, vi auguriamo di rimanere sempre dubbiosi, perché va bene essere sicuri di sé, ma da lì a non accettare spazio per la messa in discussione, ce ne passa!