7 assassini per capire cosa spinge un uomo ad uccidere

Cosa scatta all’improvviso? Cosa spinge un uomo o una donna a uccidere? È difficile, anzi complesso rispondere a questa domanda. Perché complessa, labirintica e, in alcuni casi, tortuosa è la mente umana. Stilare una classifica delle motivazioni che trasformano una persona in un killer o un serial killer risulterebbe, per forza di cose, incompleta.

Proprio per questo, si può rispondere alla domanda di partenza riportando le storie di questi sette casi. E delle motivazioni che hanno portato i protagonisti a compiere il più estremo degli atti.

1. Frustrazione/possessività/rifiuto

Queste tre parole riassumono i motivi principali per i quali gli uomini uccidono le donne. Tutte e tre tali motivazioni sono riscontrabili nel caso che è passato alla storia come il delitto del DAMS. Il 15 giugno del 1983, Francesca Alinovi fu ritrovata morta nella sua casa, uccisa con 47 coltellate.

Il pittore ventitreenne Francesco Ciancabilla fu, da subito, il principale sospettato. Tra lui e la vittima c’era un rapporto conflittuale, fatto di litigi, separazioni e riappacificazioni continue.

2. Disturbi sessuali

Ne soffriva Jeffrey Dahmer, uno dei serial killer più efferati di sempre. Soprannominato “Il cannibale di Milwaukee”, nella sua casa la polizia trovò molte testimonianze dei suoi omicidi: Dahmer si era macchiato di atti come violenza sessuale, necrofilia e cannibalismo. Le vittime accertate sono 15 ma si pensa che siano state 17.

Dahmer trovò la morte nel Columbia Correctional Institute di Portage, ucciso da un detenuto schizofrenico.

3. Denaro

Cesare Serviatti uccise almeno tre volte. Le sue vittime erano donne sole, che adescava con l’illusione di una relazione. Invece, le uccideva per il più venale dei motivi: i soldi. Infatti, il Landru del Tevere (come Serviatti fu ribattezzato) derubava le sue vittime dopo averle uccise.

Anche se il denaro era il motivo principale, non era sufficiente: Cesare Serviatti infieriva sulle sue vittime.

4. Gelosia/vendetta

È una delle ragioni più comuni che porta una persona a trasformarsi in un assassino. Particolarmente eclatante fu il caso di Ellen Etheridge: americana, tra il 1912 e il 1913 avvelenò i suoi quattro figliastri per gelosia. La donna non poteva sopportare la devozione che il marito provava per i suoi otto figli, avuti dal precedente matrimonio con un’altra donna.

5. Cannibalismo

A volte, uccidere non basta. Albert Fish fu uno dei serial killer cannibali più celebri nella storia della criminologia: tre omicidi accertati, cinque sospettati, cento dichiarati da lui stesso, Albert Fish smembrava i cadaveri delle sue vittime e se ne cibava.

6. Potere di vita o di morte

È ciò che spinge i cosiddetti angeli della morte ad agire. Harold Frederick Shipman, medico inglese, dal 1975 al 1998 uccise 218 volte. Lo faceva somministrando ai suoi pazienti una dose letale di morfina.

7. Vanagloria

Infine, tra i motivi che possono spingere a uccidere, c’è il narcisismo. Michele Profeta (1947 – 2004), noto alla cronaca come Il mostro di Padova, uccise due volte. Lo fece perché voleva essere riconosciuto come uno dei più grandi serial killer italiani di sempre.

redazione