“Colpa delle favole”: oltre le incomprensioni, tutta la poesia e il talento di Ultimo

Da quando al Festival di Sanremo Ultimo ha mostrato risentimento per non aver vinto ed esser arrivato secondo, è stato etichettato come “un ragazzetto arrogante e presuntuoso”.

Chi è davvero Ultimo? E cosa c’è dietro questo ragazzo di ventitrè anni che ha conosciuto il successo troppo velocemente?

Se si ascoltasse la sua discografia, si capirebbe che Ultimo è tutto fuorchè un montato pallone gonfiato. E se ci fossero dubbi , il 5 aprile 2019 è stato rilasciato ovunque “Colpa delle favole”, il nuovo terzo progetto discografico del cantante romano.

Solo un anno fa non sapevamo chi fosse. Trecentosessantacinque giorni dopo una vittoria nelle nuove proposte a Sanremo, un tour sold out ed un Sanremo da Big, Ultimo è il ragazzo che sa meglio di chiunque altri spiegare l’amore, quello vissuto quello perduto quello desiderato. Ultimo è riuscito a ritagliarsi un posto nel panorama musicale italiano. Ha uno stile suo. Un modo di scrivere diretto e molto sentimentale. È un gran comunicatore. Tutto ciò a soli ventitrè anni.

“Colpa delle favole” è un album composto da tredici canzoni con una copertina esplicativa di cosa contiene l’album. Il titolo – come ribadito da Ultimo – “È una metafora. Incolpo le favole perché non riesco a essere sincero e a incolpare me stesso”.

C’è Ultimo, infatti, che canta le sue illusioni e disillusioni regalando se stesso e lasciando il mondo che lo commenta fuori e raccontandosi.

“Colpa delle favole” è la degna conclusione di una trilogia. “Pianeti è stato il mio primo album in cui ho cercato di raccontare le cose che non avevo, in Peter Pan racconto una bellissima fiaba che si sta concretizzando – ha dichiarato Ultimo – qui cerco di trovare un finale, una sorta di chiusura: tante volte non è la favola che ti fa finire di sognare, ma sei tu che non ti ci riconosci più e quindi vuoi ricominciare da zero”.

L’album è bellissimo. Traccia dopo traccia non si smette di ascoltarlo e di apprezzare Ultimo fino a considerare davvero il talento unico ed imparagonabile dell’artista. La maggior parte sono ballad romantiche strappacuore come “Amati sempre”, “Rondini al guinzaglio” e “Quella casa che avevamo in mente”.

Ci sono altre canzoni in cui si spiega nel suo modo di essere come “Colpa delle favole” e Fateme cantà” di cui ha detto: “Voglio dire ‘fateme cantà’, non voglio sentire niente: è un disco astratto che parla di ciò che ho dentro e non di quello che c’è fuori, perché oggi è molto importante guardarsi dentro”.

Oltre le ballad, nel disco ci sono anche “Ipocondria” e “Aperitivo grezzo”, due brani più movimentati pensati appositamente per i live di cui ha affermato: “Se lo spettacolo nei 20 palasport sarà convincente terrò lo stesso show per il live di luglio l’Olimpico, magari con qualche piccolo cambiamento nella scaletta”.

Una perla rara è “Piccola stella”, scritta a 14 anni, di una bellezza incantevole.  “È una canzone che mi piace e che non ho ritoccato, è molto semplice ma anche diretta – ha rivelato Ultimo – In Pianeti non volevo mostrarmi con un brano scritto a 14 anni, in Peter Pan raccontavo cose molto più astratte e quindi l’ho inserita qui, altrimenti non l’avrei messa mai più. Quando la risento provo tenerezza”.

Il disco si chiude con “La stazione dei ricordi”, una canzone parlata sussurrata che culmina nella frase finale che è anche il manifesto di Ultimo: “Ma vince chi si sveglia/Vive, muore e spera/Sempre dentro le sue mani”.

“Colpa delle favole” è decisamente uno degli album più belli del 2019, soprattutto perché fa cadere le maschere e svela ancora una volta un Ultimo intimista, riservato, riflessivo e che ogni giorno lotta con se stesso e con il mondo dal quale per difendersi sceglie di diventare cinico. È una scelta, però, non la verità, non Ultimo.

A breve inizierà il tour in tutte le città italiane e siamo certi che il cuore grande di Ultimo presente in “Colpa delle favole” farà vibrare anche il vostro!

Buon ascolto!

Sandy Sciuto