Allegri e Sarri

Coerenza strategica nel mondo del calcio: il focus sulla F.C. Juventus

Management tra innovazione e coerenza

Nel mondo odierno, per poter sopravvivere in un ambiente ultra-competitivo, le imprese sono costrette ad una continua innovazione in ogni aspetto della vita aziendale: nei prodotti, nei processi e nei modelli di business. L’innovazione strategica però deve avvenire in modo coerente con la storia, l’identità e la Vision della Società, oltre che con le risorse a disposizione e con il contesto esterno. Questo vale anche nel mondo del calcio, e di seguito analizzeremo il caso della Juventus F.c.

Nella letteratura del management strategico ha acquisito sempre più consensi l’importanza della coerenza strategica, ovvero la coerenza, o allineamento, tra strategia e gestione aziendale. Banalmente, un’impresa che punta ad una leadership di costo, vendendo quindi i suoi prodotti ad un prezzo inferiore della concorrenza, punterà su prodotti di qualità leggermente inferiori, investendo sull’efficientamento dei processi e sulla riduzione dei costi. D’altro canto, un’impresa che punta sulla differenziazione, investirà maggiormente in ricerca e sviluppo e offrirà degli articoli più innovativi, accettando costi superiori e ottenendo maggiori ricavi.

La coerenza strategica nel calcio

Come si traduce questo nel mondo dello Sport? La strategia aziendale, a livello commerciale o di gestione, deve essere coerente con la dimensione sportiva della Società? E la strategia della dimensione sportiva, in particolare la strategia di gioco ricercata dallo staff tecnico, deve essere coerente con le risorse (i calciatori)?  L’esempio più immediato per trattare l’argomento è il caso della Juventus F.C. che si è ritrovata negli ultimi anni ad affrontare una forma di innovazione strategica, sia dal punto di vista gestionale sia dal punto di vista sportivo.

Il caso Juventus

La Juventus, almeno a partire dagli anni ’90 (gestione Moggi e Giraudo) e fino al termine della gestione Marotta nel 2018, era sempre stata una Società attenta ai conti. L’obiettivo era una gestione oculata delle proprie finanze, vendendo anche giocatori importanti qualora arrivassero offerte convenienti. Contrario invece l’atteggiamento di rivali storiche come Inter e Milan. Sotto le proprietà di Moratti e Berlusconi infatti, sono sempre state protagoniste di colpi ad effetto sul mercato, non preoccupandosi dei costanti aumenti di capitale da eseguire a fine anno per coprire le perdite.

Alcuni acquisti di S. Berlusconi ai tempi dell’ A.C. Milan [Corrieredellosport.it]

Guardando ai risultati sul campo, nello stesso lasso di tempo, la Juventus ha vinto sì molteplici Scudetti, ma in Europa è riuscita ad imporsi solo nel lontano 1996. Una delle critiche spesso mosse alla Juventus riguarda la tipologia di gioco e mentalità, considerata troppo rinunciataria e catenacciara (salvo alcune eccezioni come ad esempio è avvenuto sotto le guide di M. Lippi e di A. Conte). Il culmine di questa situazione si è vista negli ultimi anni, sotto la guida tecnica di Mr. Allegri, spesso criticato appunto per una visione di calcio poco “europea”. Se vogliamo forzare un paragone con il management aziendale, si può dire che questa strategia di gioco sia assimilabile ad una strategia di conservazione o gestione dei costi. Mentre un gioco più “europeo”, più spettacolare, più creativo, può essere idealmente ricondotto ad una strategia di differenziazione. Quest’ultima strategia cerca appunto di differenziarsi dai competitors sul core business che una Società di calcio offre, l’entertainment.

L’innovazione strategica della Juventus

Quando, quindi, la Juventus ha iniziato la sua innovazione strategica? Se vogliamo trovare una data possiamo prendere in considerazione il 10 luglio 2018, il giorno in cui è stato reso ufficiale l’acquisto di Cristiano Ronaldo. L’acquisto della stella portoghese segna un punto di partenza, che combacia con la fine della gestione Marotta. Non solo ha rappresentato l’acquisto di un giocatore formidabile (vincitore di 5 palloni d’oro) ma ha rappresentato un trampolino per i ricavi commerciali della Società. Se è vero che pesa a bilancio per 90 milioni annui (tra ingaggio lordo e ammortamento), è anche vero che la sua presenza è la causa principale della crescita dei ricavi commerciali. Basti pensare all’aumento dei contratti di sponsorizzazione da Adidas e Jeep, oltre ai maggiori ricavi provenienti dall’Allianz Stadium.

Presentazione Cristiano Ronaldo [Gazzetta.it]

È evidente dunque che la strategia di Andrea Agnelli sia cambiata, e lo conferma la riforma dell’organigramma societario avvenuta nel 2018. Il Presidente bianconero ha capito che per competere con le corazzate europee fosse indispensabile aumentare i ricavi. Questo doveva passare per degli investimenti considerevoli e dei cambiamenti radicali a livello corporate. Coniugare questi investimenti in ambito commerciale con l’acquisto di uno dei due giocatori più forti della storia del gioco, è stata senz’altro una mossa indiscutibile.

Coerenza tra management e lato sportivo

Lo step successivo era allineare un cambiamento di strategia a livello di management, con un cambio di strategia nella dimensione sportiva. Seppur il portoghese rappresenti una risorsa fondamentale per la nuova rosa della Juventus, non è in grado di portare un cambiamento a livello di strategia. Per cambiare la strategia di una squadra, serve un cambiamento a livello tattico e a livello di mentalità, serve una nuova guida tecnica. Maurizio Sarri è arrivato per questo, per allineare la gestione sportiva alla nuova gestione aziendale, e portare un cambiamento alla dimensione sportiva. Fino ad ora non ci è riuscito, ma gli investimenti e le innovazioni strategiche necessitano di tempo, tempo che nel calcio è difficile concedere, soprattutto se bisogna conciliare le vittorie di domani con le vittorie di oggi. Qui sorge un’altra questione, ovvero la coerenza tra strategia e risorse. Le risorse (i calciatori) della Juventus, sono compatibili con le idee della guida strategica (Maurizio Sarri)? E la gestione (o meglio l’approvvigionamento) delle stesse risorse può avvenire nello stesso modo in cui è sempre avvenuta?

La scelta dei giocatori

Sotto questo aspetto la strategia della Juventus era volta ad acquisire ottimi giocatori a prezzi convenienti. I casi più eclatanti degli ultimi 10 anni sono senza dubbio Pogba, Barzagli, Vidal, Pirlo, Tevez, e la lista potrebbe continuare. In un secondo momento sarebbe toccato all’allenatore il compito di integrare questi calciatori con il resto della squadra, facendo di un insieme di persone una squadra da titolo (Allegri in questo si è rivelato un eccellente gestore). Con l’avvento di M. Sarri, forse, questo non va più bene, o meglio può bastare per continuare a vincere in Italia, ma non è quello per cui è stato scelto. L’allenatore toscano, per esprimere al meglio il suo gioco, ha bisogno di giocatori con determinate caratteristiche. Ecco quindi che non basta più cogliere sul mercato delle occasioni dal punto di vista prettamente economico. Bisognerà valutare anche la compatibilità di ogni risorsa con la visione strategica, e con il resto del team. Senza tutto questo, la scelta di sostituire M. Allegri con M. Sarri si rivelerà, inevitabilmente, infruttuosa.

Gianluca Pinna