Brittany non si ferma più: dal 15 novembre su Amazon Prime

Correre una maratona e cambiare la propria vita

Visto in Anteprima al Cinema Odeon di Milano, Brittany non si ferma più, del regista Paul Downs Colaizzo è una commedia che racconta un radicale cambiamento, vissuto dalla protagonista Brittany (Jillian Bell), la quale dopo essersi resa conto della staticità della sua vita, valutazione innescata in seguito ad una visita medica che le fa comprendere la precarietà della sua salute, causata dall’essere sovrappeso, decide di voltare pagina e cominciare a correre. Step by step, tra alti e bassi, Brittany comincerà a prendere sempre più seriamente la corsa e a mirare molto più in alto di quanto avrebbe mai immaginato, considerando la corsa non solo come un mezzo per tornare in salute, ma anche, sportivamente, un mezzo per sfidare se stessi, con l’obiettivo finale di partecipare alla Maratona di New York e correre fino alla fine.

Tratto da una storia vera il film ha vinto il Premio del Pubblico al Sundance Festival 2019 (il festival del cinema indipendente americano) ed  è facile capire perché: la situazione di obesità di partenza (molto comune negli States) così come il desiderio di riscatto della protagonista in una società dell’apparenza che tende a far emergere la falsità più che la spontaneità degli individui, fanno sì che, il pubblico si possa immedesimare nella vicenda. Il discorso non è legato solo alla perdita di peso. Come si scoprirà più avanti è la ricerca di stimoli a muovere la protagonista, la quale in realtà deve risolvere problematiche ben più complesse, come quella del suo rifiuto di condividere davvero qualcosa di autentico di se con gli altri. Una diffidenza ad oltranza la sua, che solo a fatica, quasi la stessa che si ha quando ci si prepara per una maratona, riuscirà a vincere.

Brittany non si ferma più è la traduzione, forse meno efficace del titolo originale “Brittany runs a marathon”, Brittany corre una maratona, proprio a sottolineare l‘obiettivo, a tratti ossessione che assilla la protagonista. Si può dire che la corsa della ragazza sia la sua personale maratona, la sua vita, insomma, attraverso cambiamenti radicali che la scuotono fino a far disgregare le barriere che la tenevano avvinta e in fondo distante dagli altri.

Il film di Paul Downs Colaizzo è nel complesso gradevole. Sufficientemente divertente per la stravaganza della protagonista, tra l’altro ben scelta l’attrice, credibile, nella sua escalation sportiva-atletica. La durata è un po’ eccessiva rispetto a quanto narrato. Il tema non è originalissimo, d’altra parte risulta più empatica di molte altre ben più finte. La protagonista funziona e il suo dramma, la sua sfida e il suo riscatto non sono gridati a voce troppo alta, il che è positivo e rende il tutto meno banale, ma consistono nell’aver perseguito delle faticose tappe. Si percepisce che è tratto da una storia vera: la vicenda della vicina di casa del regista. Simpatico lo strampalato corteggiamento tra la protagonista e l’indiano badante di cani, che si è installato nell’appartamento affidatogli solo di giorno, con soggiorno clandestino prolungato e ad oltranza.

Francesco Bellia