“I muri di Berlino” di Maldestro

Con il nuovo progetto discografico “I Muri di Berlino”, uscito il 24 marzo 2017 su tutte le piattaforme digitali e non, Antonio Prestieri, in arte Maldrestro, si propone al grande pubblico dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano “Canzone per Federica” grazie al quale si è classificato al secondo posto nella categoria “Giovani” e si è aggiudicato il premio della critica “Mia Martini” a cui si sono susseguiti il premio “Lunezia”, il premio “Enzo Jannacci” e il premio “Assomusica”.

La scelta dei brani da inserire nell’album si è basata su una selezione attenta tra sessantasette canzoni già pronte. La copertina è stata realizzata da una fan, direttamente contattata da Maldestro per occuparsi di tutta la grafica del disco, dato che il cantautore ha apprezzato il ritratto in acquerello che lo ritraeva inviatogli dalla stessa.

Il titolo dell’album non è casuale. Maldestro sostiene, infatti, che oltre ai muri materiali, esistono i muri interiori e che l’abbattimento dei muri materiali – come il Muro di Berlino, ad esempio – ha senso solo a seguito di quelli interiori che spesso sono difficili da eliminare e creano incomprensioni. Per Maldestro, i suoi muri interiori sono “la paura, la pigrizia e l’automatismo che mi spinge a difendermi dal mondo”.

Al primo ascolto si intuisce subito che il Maldestro del nuovo progetto discografico non è più arrabbiato o rancoroso. Un disco meno “politico” ed “impegnato” rispetto a «Non trovo le parole», ma non per questo meno intimista o meno pop. In questo nuovo lavoro, Maldestro parla di sentimenti umani semplici della quotidianità come la noia, la speranza, la gioia e i treni persi, essendo musicalmente più coinvolto.

Il disco contiene dieci canzoni e, come preannunciato dal brano presentato al Festival di Sanremo, Maldestro non solo è un interprete maturo ma anche un autore acuto e lungimirante. Racconta i sentimenti, ma con profondità, dando rilievo al silenzio, al dolore e alle distrazioni e contraddizioni di un rapporto di coppia iniziato o già finito.

Una prova sono le canzoni: “Tutto quello che ci resta”, “Prenditi quelle che vuoi”, “Arrivederci allora”, “Tu non passi mai”, “Lucì (in un solo minuto)” e “Che ora è” in cui l’intro è un dialogo di pochi secondi tra mamma e figlia piccola sul fare la prima mossa in Amore.

“Abbi cura di te” è il brano che apre il disco ed il cui video musicale è uscito in contemporanea con l’album e può considerarsi la canzone che riassume il pensiero del cantautore partenopeo.

Nell’album vi sono anche “Non ne posso più” e “Sporco clandestino” che confermano il senso di fastidio per la morbosità sulla sua storia personale e l’attenzione per le tematiche sociali. In “Non ne posso più”, Maldestro canta: «Io non ne posso più… del giornalista che ancora mi chiede chi era mio padre / ma dimmi un po’, io ti chiedo mica se tua moglie gode?» ed è un vero e proprio sfogo di pancia rispetto a tutto ciò che lo disturba e lo irrita tra cui le insistenti domande sul boss Tommaso Prestieri, suo padre, da cui la madre lo ha portato via. In “Sporco Maldestro”, invece, Maldestro riesce a scrivere qualcosa di emotivamente potente e toccante. Racconta, infatti, gli sbarchi degli immigrati attraverso il dialogo tra un bambino di dieci anni e un mese ed un ufficiale per sottolineare come più che mai il dramma dei migranti abbia colpito soprattutto i bambini che sono obbligati a diventare adulti prima del tempo.

Oltre l’uscita dell’album, è previsto un tour ad aprile che risentirà della passione per il teatro del cantautore. Lo spettacolo, infatti, sarà ispirato a quelli di Giorgio Gaber e sarà un misto tra musica, prosa e monologhi che racconteranno “I muri di Berlino”.

Sandy Sciuto