Accessibilità: a che punto siamo con l’abbattimento delle barriere architettoniche?

In Italia sono circa 13 milioni le persone con disabilità

È quanto si evince da un rapporto pubblicato da ISTAT che mette in luce, nonostante gli sforzi per migliorare l’accesso e l’inclusione, come le barriere architettoniche rimangano tuttora un problema dal fortissimo impatto sociale.

Ci sono importanti misure messe in campo dall’Agenzia delle Entrate, come un bonus del 75% per rifacimenti effettuati secondo il DM 236 e che riguardano ascensori, bagni, pavimenti, impianti elettrici, infissi esterni e interni, ma è importante ripensare e riprogettare gran parte delle architetture pubbliche e private, concepite per persone con mobilità non alterata.

Come emerso in occasione della Giornata Nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il 30% degli edifici pubblici in Italia presenta ancora barriere architettoniche, limitando fortemente l’autosufficienza delle persone con disabilità.

Dai marciapiedi ai mezzi di trasporto pubblici, fino a uffici e negozi e persino le scuole (solo il 40% è pienamente accessibile da tutti), continuano a essere numerosissimi i posti inaccessibili a persone con difficoltà motorie.

Queste limitazioni urbane contribuiscono a una condizione di vulnerabilità per molte famiglie, che si trovano ad affrontare non solo le difficoltà di accesso fisico, ma anche oneri economici legati alla salute e alle cure​.

Matteo De Fusto, 29enne Amministratore Delegato di Lartotecnica, azienda etica specializzata in ausili sanitari, è da anni in prima linea nell’organizzazione di confronti pubblici sul tema nel tentativo di sensibilizzare le istituzioni comunali e attuare partnership con le realtà private dei territori.

Oggi più che mai, sarebbe fondamentale la creazione di commissioni comunali dedicate all’accessibilità, incaricate di mappare le aree critiche e di definire un piano di intervento a breve, medio e lungo termine. Abbiamo bisogno di un approccio sistematico, non di soluzioni temporanee. La Giornata Nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche ci ricorda che il cammino verso un’Italia più inclusiva è ancora lungo ma possibile, poiché si tratta non di un lusso ma di un diritto fondamentale che riguarda milioni di nostri concittadini. Se consideriamo la mobilità su strada, come marciapiedi o pensiline dell’autobus, appare evidente come ci sia ancora molto lavoro da fare per rendere le infrastrutture urbane veramente accessibili a tutti. Questo dimostra che non è sufficiente rendere accessibili solo gli edifici pubblici, ma è necessario un approccio integrato con la pianificazione urbana: solo così potremo dire di vivere in una società realmente inclusiva, dove ogni individuo ha la possibilità di muoversi liberamente e in completa autonomia. Per raggiungere questo obiettivo servono però interventi coordinati e mirati e, soprattutto, il contributo di tutti”.

Con sede a San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona, Lartotecnica si è resa nel tempo protagonista di numerose iniziative benefiche, come il dono di una carrozzina high-tech a un giovane affetto da tetraparesi spastica, o ancora invii umanitari destinati ai bambini in Venezuela e nell’Ucraina colpita dalla guerra.

De Fusto, a capo di 55 dipendenti operanti in sei sedi, un fatturato previsionale di 5 milioni di euro per il 2024, anno in cui celebrerà il suo quindicesimo anniversario, aggiunge che “non possiamo permetterci di aspettare ancora. 

Le barriere architettoniche sono un problema di oggi, ed è oggi che dobbiamo agire. Ogni giorno perso è un giorno in cui qualcuno viene escluso dalla piena partecipazione alla vita sociale. Le amministrazioni comunali dovrebbero coinvolgere le aziende sanitarie del territorio per discutere e pianificare interventi concreti sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Con l’unione si potrebbero creare soluzioni durature e la collaborazione tra pubblico e privato è essenziale per migliorare l’accessibilità dei nostri spazi comuni, garantendo il diritto a vivere a milioni di persone”.

redazione