Persino Bruce Springsteen ha dichiarato di voler invitare Tolstoj a cena, assieme a Philip Roth, Keith Richards e Bob Dylan. Ma se fosse stato il celebre autore di Guerra e pace ad invitarvi alla sua tavola? Quali prelibatezze vi avrebbe presentato sua moglie, Sòf’ja Andrèevna Bers, detta Sonja, coniugata Tolstàja?
Questa domanda se l’è posta anche Andrea di Tirro, che dopo aver guardato su un canale russo un programma di cucina, nel quale venivano presentate alcune ricette della famiglia Tolstoj, iniziò la ricerca del tanto famoso quanto introvabile ricettario di Sonja. Una volta trovato, l’ha tradotto e rivisitato, pubblicando un qualcosa che va oltre il semplice libro di ricette. “Lo stufato di Tolstoj” infatti è anche una raccolta di immagini della famiglia in bianco e nero e di ricordi di famiglia. Inoltre, un’appendice spiega gli strumenti utilizzati e, soprattutto, le unità di misura: ciò è dovuto più all’elevato numero di commensali (Tolstoj e sua moglie avevano 13 figli) che al diverso sistema di pesi russo.
I piatti serviti a tavola erano il pretesto per raccontare una storia. Eppure, questi non erano particolarmente stravaganti o raffinati; al contrario, essi rispecchiavano la semplicità della famiglia Tolstoj, la cui alimentazione era persino un po’ più semplice e modesta rispetto a quella delle altre famiglie nobili con lo stesso status. Molte delle ricette più interessanti sono legate a nomi di familiari e amici della famiglia Tolstoj. Fra questi, spicca la torta del dottor Anke, un dolce ripieno al limone, così chiamato in onore di un amico della madre di Sofia Andreevna, che passò la ricetta alla famiglia. La torta non mancava mai nelle occasioni più importanti, come i compleanni, tanto che le stesse tradizioni di famiglia presero il nome di “torta del dottor Anke”.
Tuttavia, la crisi spirituale che soffrì il capo famiglia si riflesse anche sulle sue abitudini alimentari. Negli ultimi 25 anni della sua vita, Lev Tolstoj infatti divenne vegetariano, alla luce delle sue convinzioni morali e filosofiche. S
ua moglie non condivideva le nuove convinzioni di Tolstoj, ma iniziò a chiedere al cuoco di famiglia di servire, a ogni pasto, due menu diversi: uno vegetariano per il marito e le figlie, che seguivano il suo esempio, e uno normale per lei e i figli. La donna si preoccupò sempre di trovare un modo per migliorare la salute del marito, ormai anziano, e di nutrirlo nel migliore dei modi, poiché Tolstoj soffriva non solo spiritualmente (per varie ingiustizie sociali), ma anche fisicamente a causa della scarsa alimentazione.
Non mancavano però le uova, uno dei piatti preferiti dello scrittore russo, preparate a colazione in un’infinità di modi: fritte, con il pomodoro, omelette, strapazzate con funghi, bollite, accompagnate con piselli, pane tostato, fagioli e cavoletti di Bruxelles, ecc.
Insomma, potreste organizzare una vera e propria “cena letteraria” a tema Tolstoj, magari travestendovi e/o inscenando parti dei suoi romanzi ed offrendo ai vostri ospiti uno dei piatti della signora Tolstoj, come i pasticcini alla mandorla di Stepan:
Una libbra di farina
mezza libbra di burro
mezza libbra di zucchero
tre tuorli
un bicchierino di acqua e sale.
(Una libbra equivale a 400/450 grammi)
Farne un impasto, ritagliare con un bicchiere dei cerchietti di questa pasta e cospargerli con mandorle tritate. Quindi metterli su una placca, spennellarli con dell’uovo e infornare ad una temperatura non troppo alta.