Intervista a Sergio Derosas – “Le mie foto sono un ritratto emotivo”

Definire Sergio Derosas un fotografo non è abbastanza. Derosas è un ritrattista con la macchina fotografica che fa rivivere nei suoi scatti l’intensità, la poesia e la personalità delle sue modelle.

Di origini sarde, negli anni Derosas si è ritagliato il suo spazio collezionando numerose collaborazioni e diversi lavori pubblicitari. Oggi è colui che fotografa i volti con l’esigenza di raccontarli e riuscire a catturarne l’anima fino a percepire l’essenza della persona senza snaturarla.

Noi di Social Up lo abbiamo intervistato e abbiamo scoperto la passione per la fotografia, l’arte ed il suo sogno nel cassetto.

Sergio, da dove nasce la tua passione per la fotografia?

La passione è semplicemente nata, non c’è stata una causa scatenante. Ero innamorato della sola idea della fotografia, senza un fine, senza un metodo e senza un’idea di fondo. Ho iniziato a fare delle foto con una compattina a pellicola di mio padre, cercavo di vedere la mia fotografia che, naturalmente, non era focalizzata.

Circa 3 anni fa ho capito quanto mi affascinasse la ritrattistica e ho cercato dunque di dare una mia interpretazione al ritratto, di dargli una mia impronta. Da qui è nato il ritratto emotivo.

Ricordi la prima foto che hai scattato?

La prima foto che ho realizzato ricordo fosse fatta con la compatta ad una gallina. Naturalmente ci rido sopra, però credo sia stata la prima, o almeno, la prima che io ricordi.

È allora che hai capito che quella sarebbe diventata la tua strada?

Assolutamente no, era semplicemente una passione. Non pensavo a nulla oltre questo.

Come descriveresti le tue foto?

Io le definisco ritratto emotivo. Cerco sempre di cogliere l’essenza del soggetto, benché ricerchi, la maggior parte delle volte, una sfumatura cupa all’interno dei visi e nei movimenti dei corpi. Un’altra caratteristica su cui mi focalizzo è la delicatezza dei volti.

Le tue foto ritraggono donne immerse nei paesaggi. Dove nasce l’idea di unire ritratti e paesaggi in un’unica foto?

Abitando in Sardegna sono cresciuto circondato dalla natura che fa parte del mio concetto di vita. Sempre convinto che nella natura tutto il circostante comunichi magia e pace, sfrutto questa mia visione per un approccio fotografico in cui le immagini facciano viaggiare con la fantasia e trasmettano, oltre ai colori, anche i suoni e i profumi dai quali traggo ispirazione.

Spesso mi dicono che le mie foto sembrino parlare, che in alcuni casi si possa quasi sentire i profumi della natura, che comunichino pace e tranquillità. Non so quanto questa risposta possa essere corretta, ma suppongo che tutto ciò nasca dalla voglia di raccontare il bello.

In questo cammino fotografico mi faccio aiutare da terra, cielo e acqua, che si mescolano per dare origine ad immagini in cui gli elementi si fondono per essere loro stessi soggetti.

In questo caleidoscopio di colori, alcune foto hanno il compito di richiamare alla mente il nostro legame con la natura. In natura tutto si evolve e cambia, cambia il mondo e cambia anche la fotografia, e dal mare ci si sposta lentamente verso le piante e gli alberi. La natura chiama prepotentemente e si fa fotografare, circonda ogni fotografia regalando delle sensazioni di pace.

Il mio concetto di fotografia è quello di creare immagini che esprimano la delicatezza della modella sino ad arrivare alla gestione degli spazi e degli elementi.

In base a cosa scegli le donne e i luoghi protagonisti dei tuoi scatti?

Spesso vedo una location e immagino una foto che poi naturalmente richiede un viso che possa interpretarla, in questo caso cerco una ragazza che possa essere adatta per la mia idea e che spesso ho già in mente per fattezze e lineamenti. In altri casi è l’esatto opposto. Tutto nasce da un viso.

C’è un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?

Credo che sia il più banale di tutti, da ritrattista è quello di poter scattare con le più importanti top model del mondo. Ma suppongo sia un sogno di molti.

Sandy Sciuto