Fonte: donna fanpage

Cliomakeup: “Instagram mostra realtà distorte, non ci sto”

Instragram vs realtà, quante volte si è vista una caption del genere sotto un post di quello che è ormai il social che più ha rivoluzionato la vita di tutti. Instagram, lanciato nel 2010 all’inizio era un semplice social network di condivisione foto. Piano piano è riuscito ad aggiudicarsi il primato di social network numero uno superando di gran lunga Facebook. Su Instagram sono nati i primi influencer, quelli che sui social godono di successo e fama. Hanno milioni di like e followers e sembrano avere una vita da sogno. In foto sono sempre perfetti, ma a volte non è tutto oro quello che luccica. Clio Zammatteo, in arte Cliomakeup, nei giorni scorsi ha suscitato una forte polemica proprio nei riguardi dei filtri di Instagram, o meglio dell’abuso che molti fanno di questi ultimi.

Clio da Youtube a Instagram, a favore del miglioramento estetico ma non della finzione estetica

Cliomakeup ha cominciato a fare video dedicati al make-up, appunto, prima ancora che esistesse Instagram. Il suo all’inizio non era neanche un lavoro, ma un mero strumento di condivisione che con il tempo – e tanto studio – è mutato in altro.

Come tutti, ha poi capito la potenzialità degli strumenti e piattaforme online come Youtube, ed oggi vanta più di 3 milioni di followers su Instagram. Persone che la seguono e la apprezzano in primis come persona e poi come opinion leader. Vera e sincera, Clio si è dimostrata negli anni sempre pronta a dire quello che pensa, nonché a toccare tasti dolenti del suo stesso mestiere.

Su Instagram l’influencer è una vera professione, con tanto di obblighi e responsabilità

Gli influencer, lo dice la parola stessa, influenzano. Sono quelli che lanciano per prima le mode, fanno conoscere posti nuovi, e sponsorizzano diverse cose mettendoci sempre la faccia. Ecco, questo è importante: dietro il personaggio c’è la persona, un volto, che pur essendo conosciuto, è quello di un individuo come tutti gli altri.

Spesso il mondo degli influencer appare ai più un universo fatto di diamanti e rubini, pare non mancare loro davvero niente. Questo perché proprio per il lavoro che svolgono ricevono spesso prodotti materiali o immateriali (ad esempio viaggi) in omaggio, solo per poterli promuovere ai propri seguaci, i quali sono i veri clienti di quelle cose.

Ciò che, però,  ha criticato Clio non è stato tanto ciò che sponsorizzano, essendo lei la prima a collaborare in questo modo con i brand, tanto le modalità con cui lo fanno. Il modo che hanno di parlare ai propri “social fan”, si mostrano sempre impeccabili (dietro un filtro).

I filtri da Snapchat a Instagram: da linguacce da cane a volti perfetti.

Instagram è quello che è anche e soprattutto grazie a Snapchat, social network lanciato nel 2011, da cui il nuovo Facebook ha preso l’idea delle storie e dei filtri. Questi ultimi pensati e creati per far ridere, per travestirsi da altro da sé sono finiti per farci desiderare di essere altro davvero.

La stessa Cliomakeup nelle sue storie ha detto “i filtri sono nati per far ridere” sono poi, purtroppo, sfociati in altro e questo a lungo a dare ha causato dei problemi a livello psicologico.

La make-up artist, ha sempre cercato dei prodotti che potessero rendere donne – ma anche uomini – più sicure/i di sé. Ha anche creato un proprio brand personale di trucco che sta riscuotendo un inaspettato successo. Tuttavia, la logica del trucco tende per natura ad evidenziare i nostri connotati del volto, non a cambiarli; a camuffare le imperfezioni, non a cancellarle definitivamente.

Nonostante ciò, Clio fa storie anche da struccata, anche in pigiama, anche con i capelli sporchi. Il suo incoraggiamento del body positive è stato, però, spesso sottovalutato in un sistema in cui tutti si mostrano perfetti.

Ad usare i filtri  per migliorarsi non sono solo i personaggi pubblici, ma tutti, però i primi hanno una responsabilità nei confronti dei secondi che può fare la differenza

Instagram ha inserito un’opzione che permette di capire quando qualcuno sta utilizzando un filtro bellezza: cliccandoci su si può anche vedere di che tipo di filtro si tratta e salvarlo. Qualche furbetto – dice Clio – salva le storie per evitare che ciò accada, ovvero che si capisca che il volto della storia in realtà anche se in maniera quasi impercettibile è diverso dal reale. E questo, è per lei inaccettabile.

Anche se non in maniera evidente, il filtro c’è e il fatto che non si voglia far vedere è un problema. Una complicanza che intacca quelli che guardano la stories e che si sentono meno rispetto al volto levigato, senza brufoli né occhiaie dell’influencer che seguono. A questo proposito Clio ha voluto precisare

Non è guardando le storie di chi ha di più che voi avrete di più

E questo vale sia per ciò che concerne i beni materiali, i quali invece si otterranno lavorando davvero, che a livello estetico. Lo scopo dell’influnecer da 3 milioni di follower è quello di sensibilizzare ad accettarsi, a non far cadere la propria autostima dinanzi la bellezza quasi irraggiungibile di qualcuno che usa – e camuffa – un filtro bellezza.

Non aspirate ad avere la pelle di porcellana (é impossibile), restate con i piedi per terra

Su Instagram qualcuno mostra altro da sé, voi non potete cambiarvi giudicandovi perché non sarete mai così belle/i come i filtri vi rendono

Le parole di Clio sono state molto dure e critiche a riguardo. Il motivo è legato soprattutto al sentimento insoddisfazione che a lungo andare l’abuso di filtri provoca. Soprattutto quando si tratta di switchare da un momento all’altro dal natural al beauty filter. Psicologicamente parlando, è ovvio che si inneschi una sensazione in cui con il volto allungato, la pelle liscia e il naso esile ci sentiamo più belli. Poi ci guardiamo allo specchio e il tutto scompare e ci rende perennemente insoddisfatti.

Le storie su Instagram durano 24 ore, ma essendo questo un concetto che a Clio sta molto a cuore, ha deciso, inoltre di realizzare un post per esprimere in maniera ferma e duratura il tema trattato.

Clio oggi non è solo una nota influencer, che vuole il meglio per i propri follower pur mostrando il “peggio” di sé a volte. Clio è anche e soprattutto madre di due bambine, Grace e Joy, che vivranno un domani inevitabilmente in un contesto più social che sociale.

L’obiettivo è far capire a noi, ma anche a loro, che bellezza non è sinonimo di perfezione. Una frase fatta e rifatta, ma che in un periodo in cui tutti su Instagram sfoggiano una luce sul volto da sogno, rischia di essere dimenticata.

Dal sogno all’incubo, quello di sentirsi inferiori. Di non raggiungere mai quel tipo di bellezza. Ed ecco che Clio ha lanciato un appello indirettamente ai propri colleghi: siate voi stessi a parole e fatti. Non dimenticate il peso che hanno le vostre parole nella vita di un ragazzino/a. Mostratevi per quelli che siete, nei giorni belli e in quelli brutti. Le occhiaie, la cellulite, il brufoletto di troppo ci rendono umani. I filtri rendono inumana l’idea di essere se stessi.

Noi, pur non essendo famosi influencer, vogliamo seguire l’idea di Clio. Accogliamo il suo messaggio con una challenge: sii te stesso.

Fatti una foto con il filtro Filter vs Reality e tagga su Instagram @socialup_mag. Non è un seguire la massa come spesso lo sono le challenge sui social, ma è una vera propria sfida con se stessi, a non vergognarsi di quello che si è. La realtà è meglio della finzione, perché é vera, perché non ti vuole cambiare, accettala, accettati.

Giulia Grasso