Rapitori pretendono scuse della polizia, che aveva definito il rapimento “una finzione”

Dei rapitori nel 2015 hanno inviato un messaggio ad un giornale chiedendo le scuse ufficiali della polizia, che aveva chiuso le indagini su un rapimento, sostenendo che si trattasse di una simulazione. Si tratta dell’ultimo sviluppo di una storia di cronaca quantomeno bizzarra che si sta svolgendo nell’area di San Francisco, e iniziata il 23 marzo scorso quando la ventinovenne Denise Huskins è scomparsa.

Dopo poco si sono fatti vivi dei presunti rapitori, che hanno chiesto al fidanzato (con cui la ragazza conviveva) un riscatto di 8.500 dollari: una cifra bassa, che ha insospettito subito gli investigatori, unito al fatto che la ragazza è riapparsa due giorni dopo a Huntington Beach, vicino a Los Angeles, e che non la giovane non ha mai collaborato con gli investigatori nelle indagini. La polizia ha così chiuso le indagini, bollando il caso come “simulazione di sequestro”.

Ma la notizia della conclusione delle indagini non sembra sia stata gradita ai rapitori, che hanno inviato una mail ad un giornale di San Francisco pretendendo che il caso sia classificato come un vero rapimento, e minacciando “di fare male a qualcuno” se la polizia non riapre il caso.
Ma allo stesso tempo i rapitori hanno inviato una lettera di ben 16 pagine al procuratore distrettuale della contea dove vive la ragazza, Douglas Rappaport, per scusarsi del crimine commesso e dichiarandosi “pieni di rimorso e di vergogna”.

Rappaport non ha nascosto lo stupore per l’accaduto: “Nessuno poteva nemmeno immaginare una cosa del genere, è assolutamente incredibile”, ha dichiarato.

redazione